L’attesa per la prossima riunione BCE è davvero spasmodica, viste anche alcune indiscrezioni riportate da alcuna stampa specializzata, che vorrebbero un Draghi non solo pronto a nuovi stimoli monetari ma addirittura disposto a rivedere il mandato della BCE sull'inflazione, consentendo all'obiettivo di muoversi anche un po' al di sopra della soglia del 2%.
L’indiscrezione, ad onor del vero clamorosa, si è diffusa ieri: come sappiamo il mandato della BCE per definizione consiste nel mantenere la stabilità dei prezzi, cioè tendere ad un tasso d’inflazione “vicino, ma di poco inferiore al 2%”. A quanto sembra, a Francoforte starebbero valutando di rendere in un certo senso speculare tale obiettivo, cioè di consentire che l’inflazione possa essere “vicino, ma di poco inferiore o superiore al 2%”.
Questo avrebbe grosse implicazioni, poiché se così fosse la BCE riterrebbe accettabile una crescita dei prezzi non solo fino ad area1,9% ma anche in area 2,1%. Un’inezia verrebbe da dire, ma questo decimale potrebbe modificare radicalmente le aspettative del mercato in tema di rialzo dei tassi, nel caso in cui l’inflazione nell’area effettivamente tendesse al 2%, poiché l’aumento avverrebbe solo quando la soglia del 2% venisse superata di qualche decimale in modo stabile.
Poi, come sempre, tra il dire e il fare ce ne passa, poiché la revisione dell’obiettivo passa per una riforma dello statuto all’art.105, che è cosa tutt’altro che semplice, vista la necessità del consenso della Bundesbank – azionista di riferimento della BCE – da sempre ostile a politiche di eccessivo stimolo dei prezzi. Come sempre, staremo a vedere.
Passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo questa settimana rendimenti impliciti sostanzialmente stabili rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga che rimane inchiodato ben sotto lo 0,70% incapace di salire nemmeno a partire dalle scadenze 2049; sulla scadenza a 10 anni si lima qualcosa in area 0,113%. Curva sempre bella piatta e sempre con rendimenti negativi sino alle scadenze 2027. Stabili i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga permangono poco sopra area 1,10% e sul tratto a breve sempre immobili.
Sostanzialmente stabili anche gli spread contro Bund e i rendimenti dei governativi. Il decennale tedesco si mantiene robustamente in territorio ampiamente negativo (-0,33% di rendimento attuale contro -0,31% della scorsa rilevazione), la Francia va a -0,07% e l’Irlanda va a 0,13%. Stabili anche i rendimenti di Spagna, Portogallo e Italia con il Btp in area 1,63% di rendimento, mentre il Portogallo va a 0,49% e la Spagna resta allo 0,36%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 81 bps, 68 bps e 196 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati non si registrano novità degne di rilievo. Trendycator quindi saldamente SHORT su tutti i mercati analizzati, con l’area UK che vede il Gilt consolidare in area 0,76% di rendimento; sull’area BUND il rendimento si mantiene in area -0,31%. Sul Btp Trendycator conferma lo SHORT con rendimenti in area 1,60%. Infine, stabili anche i rendimenti USA, con Trendycator sempre SHORT sul decennale che prosegue a gravitare in area 2,00% di rendimento.
Bond Weekly Ranking
Proseguiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2020 al 31.12.2025, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 4,00% lordo.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.