Siamo in procinto della ormai imminente riunione BCE, in base alla quale sono attesi elementi di estremo interesse sui prossimi passi di politica monetaria per l’Eurozona nei mesi a venire, oltre a non escludere che vi sia già un taglio dei tassi “overnight”, cioè i tassi imposti alla liquidità parcheggiata presso l’istituto dalle banche dell’area Euro in eccesso rispetto ai coefficienti obbligatori minimi. Il tasso è da tempo immemore inchiodato al -0,4%e un documento della Danske Bank pare spiegare perché la mossa di un taglio si mostri necessaria.
In estrema sintesi, se la BCE si limitasse a varare un secondo QE, la liquidità iniettata sul mercato attraverso l’acquisto dei bond tornerebbe de facto proprio nelle casse della Banca Centrale. E quindi, secondo Danske Bank, servirebbe accompagnare il QE/bis con un taglio dei tassi overnight, in modo da scoraggiare le banche dell’area Euro a depositare più liquidità presso la BCE.
Il mercato pare proprio attendersi queste mosse dalla BCE, le quali se confermate dovrebbero portare a ulteriori cali dei rendimenti sovrani nell’area Euro, soprattutto sulle scadenze medio-brevi dei c.d. “periferici”. I Bund di fatto scontano già un tasso overnight inferiore al -0,4% attuale, con la scadenza a 2 anni che offre un bel -0,74%. Per fare un paragone, il Btp biennale invece solo da qualche seduta rende di poco sotto lo zero, mentre Bonos Spagnoli e OT portoghesi con scadenza a due anni viaggiano poco sopra il -0,50% di rendimento.
Naturalmente, come sappiamo, i nostri governativi sono quelli che sono rimasti al palo in questi tutti questi mesi di violenta riduzione dei rendimenti, causa le note vicende e screzi con Bruxelles, e ora che tutto pare sia finito a tarallucci e vino sono i titoli che potrebbero dare le maggiori soddisfazioni. Già in questi giorni abbiamo avuto un assaggio, con lo spread che è sprofondato abbondantemente sotto i 200 bps, per assestarsi in area 188 bps con il benchmark decennale che offre un rendimento intorno all’1,60%.
E così il nostro portafoglio riprende a marciare di gran carriera, complice sia l’ottimo momento sul debito governativo italiano sia sul comparto dei bond bancari e, non da ultimo, la completa e totale ripresa di tutto il comparto dei fondi H2O che qualcuno aveva provato a mettere alla gogna.
Il nostro portafoglio torna quindi a salire e si porta sostanzialmente ai livelli del recente massimo storico. Infatti, il nostro NAV vale oggi, ai prezzi correnti di mercato, 114,43 contro il massimo storico ultimo registrato a fine giugno 2019 a 114,45 NAV. Il portafoglio segna quindi un progresso del 3,43% da inizio anno e del 5,14% dai minimi di novembre 2018. Sempre liquidi per una parte del portafoglio: salvo necessità particolari o occasioni irrinunciabili, se ne parla a settembre.
Portafoglio come di consueto aggiornato nell’apposita sezione.