SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.
IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
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Rientrati in sede riprende il consueto appuntamento settimanale con il focus sui titoli dell’indice NASDAQ100 e sulle politiche economiche negli Stati Uniti.
Come brevemente accennato la scorsa settimana i principali listini azionari USA hanno tenuto molto bene i rispettivi supporti (su NASDAQ100 ed S&P500) effettuando un bellissimo rimbalzo confermato in questa settimana appena passata, anche se con performance più “di tenuta” che non “di prosecuzione” ma, al momento, va bene così in attesa di vedere cosa ci riservino i mercati nella prossima settimana.
Le notizie, che approfondiremo in seguito, sono sempre concentrate sul tiramolla CINA-USA riguardo alla “guerra” commerciale sui dazi, alle sparate via tweet di Trump che poi vengono puntualmente smentite o abilmente modificate, vedi accuse all’Iran, minacce al Messico e critiche ai membri della FED, cose già sentite e risentite nelle scorse settimane. Di certo c’è che, secondo i dati macro usciti, l’economia americana è in frenata e a causa dei dazi e della “querelle” su HUAWEI, i titoli facenti parte del settore semiconduttori sono in caduta da diverse settimane, tra questi Broadcom, Skyworks, NXP Semiconductors e Qualcomm. L’indice di settore The Philadelphia Semiconductor (SOXX) è sceso dell'1,9%.
Ma andiamo a vedere i numeri settimanali dei maggiori indici USA ed i relativi grafici, iniziando da quello sul quale investiamo i nostri soldini, il NASDAQ100, il quale ha chiuso le contrattazioni settimanali a 7479 con un minimo guadagno del + 0,8% anche se nella giornata di martedì scorso è arrivato a lambire il livello di 7600. A seguire l’indice S&P500 che ha chiuso la settimana a 2887 con una performance del + 0,5% ed infine l’indice DOW JONES che chiudendo la settimana a 26090 ha performato del + 0,4%. Da notare (sul grafico) che, nonostante il quadro generale appena citato, l’indice S&P500 si trova ad appena un paio di punti percentuali dal massimo storico registrato il 1° maggio scorso. Di seguito i relativi grafici:
Entriamo ora nello specifico delle notizie iniziando dal buon esito dell’incontro di qualche giorno fa tra il governatore della banca centrale della Cina ed il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, dopo il quale il presidente Donald Trump, sempre tra il serio ed il faceto ha detto che se Xi Jinping non si dovesse presentare all’incontro, fissato a margine del G20 in Giappone, scatterebbero subito le nuove tariffe doganali annunciate, ma poi ha corretto il tiro dichiarando la sua sicurezza sulla partecipazione del suo omologo cinese, definito, “in tipo davvero incredibile, un grande uomo, molto forte e molto intelligente”.
A seguire la marcia indietro fatta sui dazi da imporre sulle merci in arrivo dal Messico, il provvedimento sarebbe dovuto entrare in vigore nella settimana appena passata ma evidentemente il Messico, intimidito dalle minacce del Presidente USA, sta proseguendo nel contrasto dei flussi migratori verso gli Stati Uniti, stringendo accordi con Guatemala, Honduras e El Salvador e tanto è bastato agli States per ritornare sui suoi passi.
Ancora Donald Trump in persona ha accusato a più riprese l’Iran, individuato come il mandante ed il regista degli attacchi ai due navi mercantili in navigazione nello Stretto di Hormuz. Va detto che l’armatore di una delle navi, quello giapponese, ha detto di non avere alcuna evidenza del coinvolgimento dell’Iran.
Non contento di ciò il presidente in merito al prossimo lancio della sua campagna elettorale, sempre tramite twitter, ha scritto: "L'economia di Trump sta fissando i record e ha una lunga strada da percorrere, tuttavia, se qualcuno tranne me prenderà il sopravvento nel 2020 (conosco molto bene la competizione), ci sarà un Market Crash che non si è mai visto prima d’ora." Delirante !
Infine, per non farsi mancare nulla, la solita stoccata alla politica monetaria della FED. Prima ha mandato avanti il segretario al Commercio USA, Wilbur Ross, che ha detto come il rialzo dei tassi di dicembre sia stato come minimo “prematuro”, per poi scrivere su Twitter che la banca centrale sta portando avanti una politica monetaria “ridicola e senza cognizione”.
A tal proposito la FED si riunisce il 18 e 19 giugno prossimo per emettere la sua decisione sui tassi di interesse. Le probabilità di un taglio sono aumentate, ma sembrano ancora improbabili. La dichiarazione politica sarà fondamentale e comunque la possibilità di una sorpresa resta molto alta.
Passiamo ora ad analizzare i più importanti dati macroeconomici usciti in settimana iniziando dai prezzi alla produzione relativi al mese di maggio che a livello annualizzato si è portato a + 1,8% in calo rispetto al + 2,0% atteso dagli analisti ed al + 2,2% del mese precedente, stesso discorso per il dato “core ex-cibo ed energia” uscito al + 2,3% in calo rispetto al + 2,4% del mese di aprile. In frenata anche il dato inflattivo riguardo l’indice dei prezzi al consumo sempre di maggio, che a livello annualizzato si è portato a + 1,8% contro il + 1,9% atteso ed il + 2,0% del mese precedente, stessa situazione per il dato “core ex-cibo ed energia” uscito a + 2,0% contro il + 2,1% delle stime e del mese di aprile.
Infine in calo troviamo anche il dato preliminare dell’indice sulla fiducia dei consumatori a cura dell’Università del Michigan relativo al mese di giugno, uscito a 97,9 da quota 100 del mese precedente, mentre in positivo sono usciti i dati del gruppo di controllo delle vendite al dettaglio nel mese di maggio a + 0,5% contro il + 0,4% delle attese e del dato precedente e della produzione industriale, sempre in maggio, che è aumentata del + 0,4% contro il – 0,4% del mese di aprile ed il +0,2% atteso dagli analisti.
Da segnalare, infine l’accelerazione del prezzo dell’ORO che si è portato quasi a toccare quota 1360 $/oz. a causa sia dei timori di conflitti in Medio Oriente, sia per la discesa dei rendimenti delle obbligazioni con il Treasury Note a dieci anni che rende il 2,09%, vicino ai minimi dal settembre del 2017.
Diamo ora uno sguardo al nostro Portafoglio azionario nel quale, con grande soddisfazione, abbiamo registrato nel corso della settimana vendite in profit su ben 5 titoli, EXPEDIA, INTUIT, LIBERTY GLOBAL C, ROSS STORES e UNITED CONTINENTAL HOLDING. Il system, come più volte riportato su queste colonne, funziona, certamente dovremmo studiare ancora per apportare quelle piccole modifiche per renderlo più efficace soprattutto nella gestione del money management tra la percentuale di LOSS nei confronti del PROFIT, ma arriviamo…..ne siamo certi !
Titoli in evidenza nella settimana:
BROADCOM – 3,1%. La Società attiva nella produzione di prodotti semiconduttori quali componenti optoelettronici, a radiofrequenza e a microonde e circuiti integrati specifici per applicazione ad inizio settimana aveva messo a segno una buona performance grazie all’entrata in vigore di un accordo biennale con APPLE, per la fornitura di alcuni componenti di radio-frequenza per cellulari e altri dispositivi, ma con l’uscita dei dati economici trimestrali negativi, venerdì apriva le contrattazioni perdendo il – 8,5% recuperando parzialmente le perdite in chiusura di seduta ma cancellando la maggior parte dei guadagni del 2019. La Società ha riportato utili del 2° trimestre 2019 per $ 5,21 $/az. su un fatturato di $ 5,5 miliardi. Il consensus era di 5,18 $/az. ma su un fatturato di $ 5,7 miliardi. I ricavi sono cresciuti del 10,0% su base annua grazie all'acquisizione di CA Technologies dello scorso novembre e per tagli alle spese. Inoltre la società ha detto di aspettarsi un fatturato fiscale del 2019 di circa $ 22,5 miliardi mentre la precedente “guidance” prevedeva un fatturato di circa 24,50 miliardi di dollari e l'attuale stima di consenso è di 24,40 miliardi di dollari per l'anno che termina il 31 ottobre 2019.
DOLLAR TREE + 7,5%. Molti investitori nelle scorse settimane si erano allontanati dal titolo temendo che l'aumento delle tariffe potesse ridurre i profitti di questa società. Ma in realtà, a questi prezzi è una società molto appetibile in quanto presenta la migliore crescita dei ricavi in circolazione come anche altre società di discount tipo Costco, Walmart e Target che continuano a prosperare.
LAM RESEARCH - 5,3%. Dopo la bocciatura da parte del broker Evercore ISI che ha declassato il titolo in quanto il continuo peggioramento dei prezzi di DRAM e NAND si stanno avvicinando sempre più ai costi di produzione.
LULULEMON + 2,5%. La Società attiva nella vendita di abbigliamento per il tempo libero, dopo la pubblicazione dei buoni dati di bilancio trimestrali è arrivata a guadagnare fino al + 6,1%. Ha riportato utili del primo trimestre del 2019 per 0,74 $/az. su un fatturato di $ 782,3 milioni. Il consensus era per 0,71 $/az. su un fatturato di $ 757,0 milioni. I ricavi sono cresciuti del 20,4% su base annua. Inoltre la società ha alzato le previsioni per il prossimo trimestre nel quale si aspetta utili da 4,51 a 4,58 $/az. su ricavi da 3,73 miliardi a 3,77 miliardi $. L'orientamento precedente era da 4,44 a 4,55 $/az. per un reddito da 3,70 miliardi a 3,74 miliardi $.
MYLAN LAB – 2,2%. La società farmaceutica ha esteso, con Theravance Biopharma, la commercializzazione di Revefenacin. Si tratta di un farmaco per il trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva, che ora sarà distribuito anche in Cina e in alcuni territori adiacenti. Buona notizia che non ha prodotto performance positive.
TESLA +5,1%. Il CEO della società, Elon Musk, ha affermato che non ci sono problemi di domanda, né tantomeno la società rischia di andare in bancarotta.
ULTA BEAUTY SALON + 4,9%. La Società attiva nei prodotti di bellezza e cosmesi, ha incassato una buona valutazione da parte di una analista senior di Jefferies che ha puntato con forza la sua attenzione verso l’esperienza e l’assortimento di prodotti offerti nei negozi.
Al di fuori del nostro listino di riferimento da segnalare un’IPO molto speciale con le azioni di CHEWY.COM, un rivenditore online di alimenti per animali domestici e forniture, che sono state collocate a $ 22 ciascuna, superiore all'intervallo previsto di $ 19 a $ 21, un intervallo che è stato sollevato all'inizio di questa settimana. La Società, lanciata nel 2011, è stata valutata 8,77 miliardi di dollari dopo la vendita di più azioni rispetto a quanto inizialmente previsto. Circa 46,5 milioni di azioni CHEWY sono state vendute nell'offerta pubblica iniziale, rispetto ai 41,6 milioni previsti, in quanto PETSMART proprietario di maggioranza, ha venduto più azioni di quanto inizialmente previsto. PETSMART, che è stata privatizzata alla fine del 2014, ha acquistato CHEWY per $ 3,35 miliardi nel 2017. Nel 2018, CHEWY ha registrato un fatturato di $ 3,5 miliardi, con un incremento del 67% rispetto all'anno precedente e una perdita di $ 267,9 milioni.
RAYTHEON, produttore di missili, e UNITED TECHNOLOGIES, operatore attivo anche nel settore aerospaziale, come produttore di motori (Pratt&Withney) hanno deciso di fondersi. Con la fusione sarà costituito il secondo operatore statunitense del settore, dopo BOEING, che avrà un fatturato da 75 miliardi di dollari.
ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (6/17/2019)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.
Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.