L’appuntamento del venerdì porta ad analizzare varie storie riferite al listino italiano. A cominciare da quella di Fiat Chrysler e del “premio” da cessione di Magneti Marelli.
Cedole & dividendi
In primo piano naturalmente Fca: dopo aver pagato ieri il dividendo ordinario di 0,65 euro si appresta a distribuire quello straordinario riferito alla vendita di Magneti Marelli. Si tratterà di 1,30 euro, con ex-date il 20 maggio e versamento il 30 dello stesso mese, quindi leggermente in anticipo rispetto alla previsione iniziale di giugno. Considerando la quotazione in corso di 13,63 euro dell’apertura di oggi ciò significa uno yield del 9,54%, semplicemente straordinario se si considera che Fiat non erogava da anni. Il mercato ingloba già questo evento e lo dimostra il fatto che non l’abbia festeggiato confermando un canale ribassista in atto dall’aprile del 2018. Sotto i 13,05 euro si convaliderebbe un’ulteriore spinta ribassista, probabile però solo dopo lo stacco del dividendo da operazione Magneti Marelli.
Altra storia interessante quella di Ima. L'assemblea della società specializzata nella produzione di macchine automatiche, ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 2 euro tondi per azione, in aumento rispetto all'anno precedente (1,70 euro), da mettere in pagamento dal 22 maggio. Reazione violenta nelle ultime sedute in Borsa, con un rimbalzo da 68,8 a 76,7 euro. Ne consegue un “dividend yield” del 2,6%, nettamente inferiore rispetto a quelli di chi si fosse assicurato il titolo durante il mese di marzo.
E’ previsto con stacco il 1° luglio e pagamento il 3 il dividendo de La Doria, produttrice di conserve alimentari a marchio delle diverse catene distributive (private labels), mercato non facile. Lo dimostra l'esercizio 2018, chiusosi sì con ricavi in crescita, grazie al significativo aumento dei volumi venduti ma con un calo di marginalità - rilevatosi superiore alle attese - a causa della discesa dei prezzi di commercializzazione e all’aumento dei costi di produzione, registrato soprattutto dall’ultima parte del terzo trimestre dell’anno. Il dividendo sarà di 0,18 euro, equivalente a uno yield lordo del 2,22%, avvantaggiato dal calo delle quotazioni, scese a 8 euro, con scambi piuttosto deboli. Ora si può però ipotizzare una fase a minore volatilità.
Acea, una delle principali multiutility italiane, ha approvato un dividendo di 0,71 euro (stacco 24 giugno e pagamento il 26), in forte aumento rispetto a 0,63 euro dello scorso anno. Lo yield risultante è del 4,38% in base alla quotazione di apertura della seduta. Da gennaio l’azione ha però messo a segno una performance rilevante (11,82 euro la quotazione del 2 gennaio contro i 16,18 di oggi), con un movimento rialzista che ha riprodotto quello dell’autunno 2017.
Meno favorevole il quadro generale dell’emiliana Iren in termini di performance in Borsa, il che favorisce il “dividend yield”, collocato al 4,02%. Il 24 giugno ci sarà lo stacco e il 26 il pagamento di 0,084 euro, cresciuto rispetto a 0,0625 euro del 2017 e a 0,084 del 2018. Il titolo conferma tuttavia una certa debolezza, iniziata ad aprile, con il ritorno su 2,09 euro (apertura di questa mattina).
Infine una terza utility di casa nostra, Hera, società che si occupa della gestione di servizi relativi ai comparti idrico, energetico, del gas, della raccolta e del trattamento rifiuti, nata dall'unione di undici imprese local utility operanti nella regione Emilia-Romagna: il 26/6 pagherà 0,10 euro, equivalente a un “dividend yield” del 3,15%, penalizzato da un trend costantemente rialzista da dicembre fino a inizio aprile. Una nuova fase di apprezzamento partirebbe con il superamento dei 3,216 contro i 3,208 dell’apertura odierna.