Ritorsioni in arrivo


Si chiude la tornata elettorale europea e già si iniziano a vedere sui mercati i primi assestamenti – o sarebbe meglio dire le prime conseguenze? – per un voto che ha stupito solo in parte, ma forse nemmeno troppo. In Europa di fatto i partiti euroscettici non hanno avuto la meglio e anche se gli europeisti non sono andati proprio a gonfie vele hanno di fatto mantenuto il presidio.

In Italia sfonda la Lega e subito da Bruxelles non si fanno pregare e ripartono con le minacce e le ritorsioni verso il nostro Paese. Come guerra preventiva di fatto, solo per dare fastidio, creare paura e destabilizzare e manipolare le coscienze. Infatti, senza che nulla di nuovo si aggiungesse a quanto già si sapeva sui nostri conti pubblici, pare che sia in arrivo una sanzione per debito pubblico eccessivo.

La sanzione minacciata si aggira sui 3,5 Mld Euro e ovviamente lo spread si è impennato di fronte a queste indiscrezioni – pare sia stata l’agenzia Reuters a riportarla – e francamente ci si domanda se abbia un senso oppure no. Non ce lo domandiamo solo noi, ma anche altra stampa specializzata italiana solleva giustamente la riflessione. Il casus belli viene indicato nel fatto che il rapporto debito/PIL nel 2018 sia cresciuto di quasi l’1%, anziché diminuire.

Partendo dal presupposto che sarebbe la prima volta nella storia dell’UE, dal momento dell’apertura della procedura alla comminazione vera e propria della sanzione – mai concretizzatasi contro uno stato membro –passerebbero diversi mesi, forse anche qualche anno. Ne consegue che tale iniziativa è del tutto perniciosa e ha tanto il sapore della ripicca finale, visto che la Commissione uscente lascerebbe la grana ai successori e potrebbe anche essere che l’esito non sia negativo per l’Italia.

E’ però chiaro e ovvio che il segnale lanciato ai mercati finanziari è decisamente negativo, ed è lo scopo con cui la Commissione ha deciso di far trapelare tale indiscrezione. Altra stampa specializzata ha considerato tale comportamento un “rito insensato e autodistruttivo” e non possiamo che trovarci d’accordo. E’ evidente che l’UE sta cercando in tutti i modi lo scontro all’ultimo sangue con il nostro esecutivo, ma di questo passo il punto di non ritorno potrebbe non essere più così improbabile.

In questo clima di follia il nostro portafoglio è di fatto stabile, anzi rosicchia qualche decimale al rialzo. Infatti, ai prezzi correnti di mercato il NAV vale oggi 113,17 ed esprime un progresso del 2,30% da inizio anno e un progresso del 3,98% dai minimi di novembre.

Pensavamo di utilizzare, a tornata elettorale conclusa, una parte della liquidità che abbiamo a disposizione ma gli eventi ci suggeriscono di stare ancora dalla parte dei bottoni e attendere.

Portafoglio come di consueto aggiornato nell’apposita sezione.

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