Settimana negativa per gli indici, ma non per noi. Target 100% raggiunto su un titolo !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.

IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Settimana di tensione sui mercati azionari USA ed internazionali, con conseguente perdita di valore da ascriversi unicamente (o quasi) all'infinito tiramolla circa la questione sui dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina riportati dai famosi tweet di Trump. Da sottolineare come nella giornata di venerdì scorso i mercati azionari, dopo la decisione effettiva della delegazione USA di aumentare le tariffe doganali, abbiano aperto al ribasso accentuando le perdite nella prima ora di contrattazioni, per poi recuperare nel “durante”, andando a chiudere in territorio positivo.

La settimana degli indici, a livello numerico, si chiude con il DOW JONES che perde il – 2.12% a 25942.37, ma era quello che meno aveva guadagnato nel corso delle settimane precedenti, seguito dall’S&P500 che perde il – 2.2% a 2881,40 ed infine discorso inverso che per il DOW, il NASDAQ100 che perde il - 3.3% a 7586,53 avendo guadagnato più degli altri indici nelle scorse settimane. Di seguito i relativi grafici:

Quindi alla fine ciò che molti consideravano (e speravano) un bluff di Donald Trump, circa l’attuazione dei “famosi” dazi nei confronti delle merci cinesi, si è tramutata in realtà. Gli Stati Uniti hanno davvero aumentato le tariffe doganali su 200 miliardi di dollari di esportazioni cinesi, dal 10% al 25%. La Cina ha detto di essere pronta a reagire.
Non siamo tuttavia ad un punto di non ritorno nel rapporto tra i due colossi economici mondiali perché il vice premier cinese si trova a Washington e perché Trump tiene troppo all’andamento della Borsa, da lui considerato una misura del successo del suo agire. Il -2,2% dell’indice S&P500 di questa settimana non è di certo gradito alla Casa Bianca, per cui c’è da mettere in conto la possibilità che nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, ci sia un ammorbidimento delle posizioni.
L'aumento dei dazi rischia di ridurre la crescita del PIL americano di 0,25-0,50 punti percentuali nei prossimi due anni. Un effetto che potrebbe essere compensato da una politica più accomodante da parte della FED. Tuttavia, aumenti permanenti dei dazi potrebbero portare a una decelerazione materiale dell'economia USA, che deve già affrontare venti contrari interni. Gli attuali dazi valgono circa un effetto negativo di 0,30 punti percentuali sul Pil della Cina. Ma una robusta politica di allentamento monetario permetterebbe alla Cina di mantenere per il 2019 una crescita del PIL superiore al 6%. Tuttavia, un rialzo delle tariffe più consistente potrebbe ridurre la crescita fino a 1,5 punti percentuali. Lo yuan si sta svalutando e l’asta da 27 miliardi di dollari di ieri del Tresury Note a dieci anni è andata male, registrando il più basso tasso di copertura dell’offerta degli ultimi dieci anni.

Le nuove tariffe doganali non sono retroattive, saranno quindi effettive tra circa tre settimane, il tempo impiegato dalle navi mercantili ad attraversare il Pacifico. C’è quindi altro tempo per negoziare ed arrivare ad un accordo: nel caso ci si arrivasse, l’incremento introdotto sarebbe annullato.

Ed è su questo tempo a disposizione che, secondo noi, agirebbe il “bluff” di Trump.

Pochi dati macroeconomici rilevanti in uscita questa settimana, partiamo dalle nuove richieste dei sussidi di disoccupazione che si attestano a 228.000, sopra le attese di 220.000, il dato della settimana precedente era di 230.000. Proseguiamo con i dati sui prezzi alla produzione del mese di aprile che sono arrivati al + 2,2%, come il valore del precedente mese ma in lieve calo rispetto al consensus + 2,3%; stesso andamento per il dato “core ex cibo ed energia” uscito a + 2,4% come nel mese precedente ed in lieve calo dalle attese poste a + 2,5%.

Infine il dato sull'inflazione (prezzi al consumo) di aprile negli Stati Uniti, cresciuta rispetto al precedente mese ma sotto le attese degli analisti, valore che si è attestato al + 2%, sotto le attese del + 2,1% ma superiore al + 1,9% del mese di marzo. L'inflazione “core” (esclusi i beni alimentari e l'energia) è arrivata al + 2,1%, in linea con le attese, dal +2,0% del mese precedente.

Diamo uno sguardo ora al nostro Portafoglio azionario weekly che, visto l’andamento settimanale degli indici, regge molto bene ad eccezione sempre del titolo WALGREENS BOOTS, che non ne vuole sapere di invertire la rotta o quantomeno di effettuare un salutare pullback. Ma di positivo rimane il fatto che, settimana dopo settimana, portiamo a casa il nostro “tozzo di pane” e questa volta grazie alla vendita a target, effettuata ad inizio settimana, del titolo INCYTE. 

Titoli sotto la lente della scorsa settimana:

APPLE -6,9%. La Società finora è sfuggita agli effetti negativi dell'escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Ma un nuovo rapporto pubblicato in settimana da Morgan Stanley indica che l'ultimo giro di tariffe potrebbe rappresentare una seria minaccia per la catena di approvvigionamento dell'azienda che per compensare alcune spese, sta incrementando la produzione di dispositivi in India.

APPLIED MATERIALS -7,2%. Il titolo perde valore nella settimana precedente l’uscita dei dati economici trimestrali (16 maggio), che gli analisti prevedono in calo, anno su anno, degli utili.

CTRIP.COM -9,4%. Stesso discorso di APPLE, la società cinese di prenotazione di viaggi online, potrebbe risentire dei nuovi dazi imposti sui prodotti cinesi.

FASTENAL -7,6%.  La Società di distribuzione all'ingrosso di forniture industriali e di costruzione nel Nord America, nonostante la crescita economica nel primo trimestre abbia superato le stime degli analisti sia per utili che per fatturato, ha subito una pesante flessione del valore in questa settimana, probabilmente dovuta a prese di beneficio dopo il rialzo degli ultimi mesi. Gli analisti si aspettano un ritorno in linea del valore del titolo nei prossimi mesi.

HENRY SCHEIN +9%. Gran balzo del valore del titolo dopo l’uscita dei dati economici trimestrali che vedono un aumento del fatturato del 3,8% su base annua a 2,36 mld. $ e l’utile del 8,1% a 0,80 $/azione. Il presidente e amministratore delegato Stanley Bergman ha ricordato agli investitori che questo è solo l'inizio di un "anno di transizione" in quanto la società continuerà la separazione operativa dalla sua precedente attività nel campo della salute degli animali a quelle dentali e mediche globali nelle quali ha conquistato buone quote di mercato e che la Società è ben posizionata per il successo operativo a lungo termine.

INTEL -10,5%. Profondo rosso per la Società produttrice di chip e prodotti integrati di tecnologia digitale, dopo l’uscita a fine aprile dei dati economici trimestrali più bassi del previsto, il titolo ha perso ben il –22,3% dal massimo fatto registrare il 17 aprile, meno di un mese fa, ed il futuro non appare roseo per previsioni economiche societarie inferiori alle attese degli analisti dovute anche ad una diminuzione della quota di mercato a fronte della crescente concorrenza dei rivali di Advanced Micro Devices (AMD).

KLA TENCORE -11,25%. La Società attiva nel controllo del processo e gestione della resa per i settori dei semiconduttori e della nanoelettronica correlata, ha riportato dati economici trimestrali in linea con le attese con utili a $ 1,80 per azione su un fatturato di $ 1,1 miliardi, ma con una “guidance” degli utili per il prossimo trimestre, da $ 1,55 a $ 1,85 per azione, inferiore al consenso che è pari a $ 1,96 per azione. 

MICROCHIP -11,65%. Anche su questa Società produttrice di semiconduttori per una larga varietà di applicazioni, riporta dati economici trimestrali in linea con le attese, un utile del quarto trimestre 2019 di $ 1,51 per azione su un fatturato di $ 1,3 miliardi, ma presenta una “guidance” sugli utili da 1,26 a 1,49 $/azione contro attese per 1,54 $/az. pur con un fatturato in ascesa. La penalizzazione del titolo ci pare molto accentuata visto lo stato di salute della Società.

MYLAN -21%. In piena caduta libera la valutazione del titolo della società farmaceutica che dal 2015 continua a perdere valore. Ha chiuso il primo trimestre con ricavi pari a 2,5 mld $, sotto le attese degli analisti, pari a 2,70 mld $, riportando un utile di 0,82 $/az in linea con le attese.

SYMANTEC -17%. La Società leader nel settore della sicurezza informatica, crolla dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Greg Clark, in carica dal 2016. Il trimestre appena chiuso vede un utile per azione a 0,39 dollari ed un fatturato di 1,2 mld $, in linea con le attese, ma la società ha abbassato le stime, sia di utili che di fatturato, sul trimestre in corso.

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (5/13/2019)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.


Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO

(articolo di Sandro Mancini)