La correzione in essere sui mercati azionari, sull’onda delle rinnovate tensioni tra Usa e Cina sul tema dei dazi, non poteva non colpire anche il comparto delle materie prime.
La debolezza ha riguardato anche i metalli preziosi, che però potrebbero diventare nuovamente interessanti in ottica di “protezione” e diversificazione del rischio proprio stante la rinnovata debolezza sui mercati azionari.
Da inizio 2019 l’ETC che replica l’andamento del palladio (cfr. grafico allegato Palladio, ticker PHPD: PC 113,38) conserva un apprezzamento del 9%, nonostante la marcata correzione subìta rispetto ai picchi di fine marzo a ridosso di 134. In particolare, nelle ultime sedute il palladio ha perforato il supporto critico a ridosso di quota 109, per poi immediatamente riportarsi al di sopra di 113. Sembra trattarsi di una “falsa rottura” al ribasso, che potrebbe quindi avere una valenza positiva e preludere per lo meno ad una fase di rimbalzo tecnico. La tenuta di tale supporto potrebbe infatti favorire una risalita verso 124, ma solo il superamento e il consolidamento al di sopra di tale resistenza aprirebbe una nuova fase rialzista sul metallo in ottica plurisettimanale. L’obiettivo, in tal caso, sarebbero i picchi toccati a fine marzo a ridosso di quota 134. Questo scenario, tuttavia, appare prematuro.
Una perforazione di area 108-109, viceversa, fornirebbe un impulso ribassista chiaro e forte sul palladio, ma tale eventualità al momento appare poco probabile.
Si ricorda che il palladio è particolarmente volatile ed è quindi opportuno entrare con controvalori contenuti.
I volumi, ancorché contenuti, paiono comunque adeguati per un’operatività di trading di alcune settimane o, ancora meglio, per un’asset allocation tattica di alcuni mesi.
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