Se il vostro obiettivo è di diversificare anche in ambito azionario ecco tanti titoli un po’ differenti. E poi alcune notizie sulle prossime Ipo di Wall Street.
Hot markets
Mercato diviso a metà sulle prospettive dei prossimi mesi. Da una parte ci sono gli ultra ribassisti con le loro motivazioni e dall’altra i “conservativi” con varie giustificazioni. Oggi trascuriamo tutto questo e diamo risalto a molteplici storie destinate a essere seguite nei prossimi mesi.
► La Cina ha la gola secca e in tre vogliono assetarla
La potenza asiatica sta vivendo un drammatico problema per i rifornimenti d’acqua e Pechino si sforza in tutti i modi di reperire tecnologie internazionali per risolvere il problema. Allo Shanghai Stoxx Exchange sono molti i titoli del settore quotati ma logicamente inaccessibili all’investitore italiano. Resta allora l’alternativa di puntare su azioni Usa di società attive in questo business e presenti in Cina. Ne abbiamo reperite tre dopo aver accertato che siano trattabili sulle nostre piattaforme. Il consensus si riferisce alla sintesi delle valutazioni medie dei principali analisti specializzati sul titolo.
Azione: Xylem |
Attività: leader mondiale nel pompaggio e trattamento delle acque reflue e potabili con vari marchi |
Mercato: Nyse (Usa) |
Ultima quotazione: 83,1 Usd |
Codice: XYL |
P/e ratio: 25,8 |
Performance 1 anno: +11,2% |
Consensus: positivo |
Azione: Pentair |
Attività: specializzata nella progettazione e produzione di pompe idrauliche per l'approvvigionamento di acqua sanitaria e di falda. Forte presenza in Cina |
Mercato: Nyse (Usa) |
Ultima quotazione: 38,4 Usd |
Codice: PNR |
P/e ratio: 18,0 |
Performance 1 anno: -14,3% |
Consensus: neutrale (“hold”) |
Azione: General Electric |
Attività: la multinazionale Usa è presente anche nel settore del trattamento delle acque e sta sviluppando nuove iniziative in Cina |
Mercato: Nyse (Usa) |
Ultima quotazione: 9,57 Usd |
Codice: GE |
P/e ratio: 32,5 |
Performance 1 anno: -33,4% |
Consensus: positivo |
► Quattro azioni Usa “high dividend”
Storicamente le “shares” Usa sono meno prodighe di dividendi rispetto a quelle europee. Ciò deriva soprattutto da un diverso approccio all’utilizzo dei profitti, per i quali si preferisce la soluzione dei “buy back”, cioè del riacquisto di azioni proprie, modalità che ha anche agevolato il forte rimbalzo dei mercati dopo la crisi Lehman. I vantaggi finanziari dei “buy back” consistono nel ridurre il capitale e nell’aumentare – in maniera un po’ artificiosa – il Roe (Return on equity), cioè l’indice di redditività del capitale, e l’Eps, ovvero gli utili per azione. Ciò non esclude che ci siano azioni forti erogatrici di dividendi, spesso poco conosciute dal mercato. Oggi ne individuiamo quattro.
Azione: Green Plains Partners |
Attività: è un Mpl (Master Limited Partnership), tipologia particolare di società obbligata a distribuire tutti i profitti agli azionisti. E’ tipica soprattutto del settore energetico Usa. Green Plains Partners opera nello stoccaggio di etanolo e carburanti |
Mercato: Nasdaq (Usa) |
Ultima quotazione: 16 Usd |
Codice: GPP |
P/e ratio: 9,9 |
Dividend yield: 12% (1,93 $ annuo) |
Consensus: positivo |
Azione: PepsiCo (abbreviazione per Pepsi Company) |
Attività: multinazionale statunitense di alimenti, snack e bevande con sede a Purchase, New York, nota soprattutto per la PepsiCola |
Mercato: Nasdaq (Usa) |
Ultima quotazione: 126,4 Usd |
Codice: PEP |
P/e ratio: 23,5 |
Dividend yield: 3,8% (è già stato annunciato che da giugno l’azione distribuirà 0,955 $ per azione contro 0,9275 $ degli ultimi quattro trimestri). La corsa del titolo da inizio anno ha evidentemente impattato sullo yield, che in un’ottica di stabilizzazione dei corsi potrebbe salire oltre il 4,5% |
Consensus: neutrale (“hold”) |
Azione: Global Medical Reit |
Attività: opera nel settore immobiliare della sanità. Acquista da ospedali e cliniche i loro fabbricati liberandoli da oneri finanziari particolarmente gravosi |
Mercato: Nyse (Usa) |
Ultima quotazione: 9,96 Usd |
Codice: GMRE |
P/e ratio: 69,9 (valore molto alto dovuto alla stabilizzazione in corso del business della società) |
Dividend yield: 8,0% |
Consensus: positivo |
Azione: Iron Mountain |
Attività: società specializzata nella protezione di opere d’arte e nell’archiviazione di documenti |
Mercato: Nyse (Usa) |
Ultima quotazione: 32,4 Usd |
Codice: IRM |
P/e ratio: 28,5 |
Dividend yield: 7,4% |
Consensus: positivo |
Nella situazione di estrema incertezza sull’evoluzione di Wall Street dei P/e (rapporto prezzo/utile) molto elevati – come per alcuni dei titoli analizzati – possono essere motivo di esitazione. E’ pur vero che i “dividend yield” risultano assai interessanti, obbligando a valutare livelli di entrata mirati. Una correzione dei mercati sarebbe propizia per aumentarne le percentuali, considerando che nella maggior parte dei casi queste azioni – altamente di nicchia – dovrebbero garantire un livello di dividendi elevati nel tempo, rappresentando un compromesso fra volatilità delle quotazioni e regolarità del flusso dei profitti distribuiti.
► Sul fronte Ipo sta succedendo…
L’insuccesso della quotazione di Lyft, scesa dai massimi di 88,6 $ ai 57,2 $ di venerdì, costituisce un precedente preoccupante per Uber, che in effetti ha ridotto la forchetta per il potenziale prezzo di collocamento al “range” 44-50 dollari contro quella iniziale di 48-55 dollari. L’importo globale si ridurrà quindi da 120 a 80-90 miliardi. Il debutto è previsto per i primi giorni di maggio. L’Ipo di Uber sarà un segnale della propensione al rischio da parte dei mercati, sebbene negli ultimi giorni si siano sentire voci incerte sull’operazione.
Quella di Pinterest, social network basato sulla condivisione di fotografie, video e immagini, è un’altra Ipo in arrivo. I relativi documenti sono già stati presentati alla Sec e fanno propendere per una raccolta di 12 miliardi di $, in realtà un po’ troppo ottimistica se si considera che la conoscenza di questo nome non è rilevante fuori dagli Usa e soprattutto da alcune fasce della popolazione. I precedenti di Snap (gruppo che gestisce Snapchat) non sono invitanti, vista la perdita del 25,8% nel corso di un anno, sebbene da inizio gennaio abbia messo a segno un impressionante +98%, performance di breve periodo che sta facendo diventare più prudente il mercato rispetto alle prospettive dei prossimi mesi.
L’Ipo più attesa è però naturalmente quella di AirBnb, gigante della locazione immobiliare, sui cui dettagli ci sono maggiori incertezze. In questo caso l’esordio in Borsa sarà un segnale delle mani forti a spingere o meno l’acceleratore sui mercati. Naturalmente seguiremo il tutto nei prossimi mesi.