Orso o Toro? I big, nel panico, vedono short sul breve e long (forse) per fine anno


I leader della gestione finanziaria cercano di interpretare numeri e notizie ma ammettono di essere incerti sul da fare. Previsioni? Quelle appunto del titolo.

Cedole & dividendi

E’ come al gioco del lotto ma non è un gioco! L’industria dell’asset management tenta di scrutare i mercati ma ammette di essere in difficoltà nel capirli! Le evoluzioni, che potrebbero uscirne, sono infatti imponderabili. Al punto tale che molti gestori hanno perso in parte il risveglio di inizio anno poiché non ci credevano. Lo vedevano come un rimbalzo tecnico, che presto si sarebbe esaurito. Hanno sbagliato e poi cercato di correre ai ripari. Speriamo che ora azzecchino le tempistiche e non facciano come il classico piccolo investitore, poco avvezzo con le Borse, il quale entra sui massimi ed esce sui minimi! Così non sarà ma l’ingenuità con cui ammettono certi errori lascia un po’ l’amaro in bocca a chi confida nell’indiscutibile superiorità dei costruttori di prodotti gestiti.

In cosa si crede e in cosa non si crede

Sfruttando vari studi diffusi nelle ultime settimane ecco una sintesi di come si valuta la realtà attuale.

► Notizie positive

L’economia europea rallenta ma siamo lontani da una recessione

Quella mondiale malgrado tutto regge

La normalizzazione dei tassi si stempera in tutti i maggiori Paesi

Il recupero dell’azionario e del petrolio respinge i minimi del 2018

Dollaro e tassi Usa agevolano una tenuta dei mercati emergenti

L’oro non sembra voler sparare al rialzo

Le elezioni europee non scateneranno panico fra gli investitori

► Notizie negative

Gli interventi delle Banche centrali stanno diventando sempre meno efficienti

Gli utili azionari calano in tutto il mondo

Due economie in crisi: Germania e Italia (e se si aggiungesse la Francia?)

L’instabilità politica cresce: l’Europa è nel pallone e Trump potrebbe andarci

Il Pil Usa ha pochi margini per crescere ancora

Alcune variabili macroeconomiche anticipano già una correzione dei mercati

Gli istituzionali stanno aumentando le loro posizioni in cash

Che noia! Brexit, tensioni commerciali e timori sull’America latina

Gli aspetti negativi superano gli aspetti positivi ma non impongono un pessimismo generalizzato. E’ proprio così?

Opinioni a confronto

Sentiamo alcune voci che cercano di interpretare i mercati nei prossimi mesi.

Per Bnp Paribas Asset Management il 2019 potrebbe essere simile al 2016: dopo il rimbalzo di inizio anno si intravede un’estate calda, con un netto ribasso a fine giugno-inizio luglio, in presenza di due elementi negativi in più: il ciclo economico ormai è maturo e le Banche centrali non hanno ulteriori margini di intervento. A fine anno una possibile ripresa dei mercati.

Per Amundi la view è abbastanza simile nell’azionario: debolezza nei prossimi mesi, con probabili ribassi repentini, e poi andamento divergente nella seconda parte del 2019. Per le obbligazioni si può andare lunghi di “duration” negli Usa, puntare ancora sui mercati emergenti, mentre nell’area euro si deve andare corti di “duration” sugli alti rating e puntare sui periferici.

Per Ethenea il quadro elaborato da Bloomberg, relativamente al 2019, era poco incoraggiante per l’eurozona, mentre le novità negative negli Usa sono una novità: il tutto rende difficile interpretare l’ottimismo fin qui dimostrato dai mercati azionari, proprio quando l’obbligazionario va nel senso opposto, con una netta discesa dei rendimenti degli emittenti ad alto rating.

Per Vontobel il ciclo al rialzo degli “earnings per share” (utili per azione) è chiaramente finito. E si assiste ormai al loro taglio in tutte le aree geografiche. Nel 2020 le cose potrebbero andare meglio.

Per Pictet, dopo una robusta ripresa da inizio anno, gli attivi rischiosi non appaiono più particolarmente interessanti, tranne quelli dei mercati emergenti.

Per Invesco la fine del ciclo si sta avvicinando a grandi passi e le prospettive incerte per l’economia mondiale sono confermate da una ricerca realizzata presso i maggiori investitori: per il 49% si passerà dalla stagione espansiva a quella recessiva entro il 2019 o al massimo l’inizio del 2020 e per il 27% ciò avverrà prima. Un fattore da segnalare sta nella valutazione del fattore di innesto della prossima crisi: a sorpresa potrebbero essere gli alti livelli degli indebitamenti pubblici.

Per Swiss Life il pericolo di ribassi borsistici cresce e impone controlli sistemici dei rischi, sebbene si possa parlare più di rallentamento che di recessione. Prevede però un atterraggio dolce della congiuntura, anche perché i Paesi emergenti continueranno a crescere, compensando le frenate di Europa e Usa.

Che fare con i portafogli?

Potremmo proseguire pubblicando grafici e tabelle ma la sintesi è chiara: siamo a un possibile punto di svolta bensì non di rottura. Ciascuno propone la sua visuale di portafoglio per i prossimi mesi, sebbene mai come quest’anno si vada a uno schema sommario delle possibili prospettive future. In sintesi l’opinione più collegiale è la seguente:

● short sul breve, perché i numeri non inducono ad alcun ottimismo

● long (forse) per l’ultima parte del 2019, sempre che qualche variabile geopolitica o macroeconomica non scateni panico.

C’è da fidarsi di questa visione? Pochi la esprimono chiaramente ma è quella che raccoglie le maggiori adesioni. Poi si entra nei tecnicismi. Per esempio si dice che occorre guardare alle opportunità tattiche di selezione “bottom up” (consiste nell’individuazione di singoli titoli o mercati promettenti, tralasciando le condizioni economiche e settoriali generali) piuttosto che a storie “top down” (selezionando aree o settori che potrebbero andare meglio nei mesi a venire). Quando lo si afferma – si scusi la franchezza – vuol dire che si è un po’ in palla ed è esattamente la sensazione che si ha parlando con gestori e uomini del marketing dell’asset management.

La freddezza dei grafici

E i diagrammi che fotografia forniscono? Questa la risposta sul quadro attuale.

Indice

Quotazione

Media a 10

Media a 50

Media a 200

Trend

S&P 500

2.800,7

2.816,2

2.734,2

2.755,4

Nasdaq

7.642,6

7.676,1

7.380,1

7.489,9

Eurostoxx 50

3.305,7

3.350,2

3.229,9

3.278,5

Dax 30

11.364,2

11.857,7

11.323,4

11.759,9

?

Cac 40

5.269,9

5.346,8

5.112,7

5.180,1

Ftse Mib 40

21.078,8

21.038,8

20.177,4

20.200,6

Shanghai

3.104,1

3.061,0

2.787,9

2,744,3

Perché il punto interrogativo sul Dax? Risposta evidente: è sotto la media a 200 da mesi e il tentativo di mercoledì di tornare sopra è fallito.

In sintesi – Il contrasto fra quanto dicono i mercati (di là della debolezza dello scorso fine settimana), ancora rialzisti, come dimostra il prevalere di segni ▲, e il sentiment dell’industria finanziaria è netto. Finora hanno avuto ragione i primi ma adesso la razionalità dei numeri (e soprattutto dei profitti azionari in calo) porta a consigliare prudenza, anzi estrema prudenza. Qualcosa sta cambiando, sebbene i grafici non lo segnalino ancora. D’altra parte maggio si avvicina e…(tiritera scontata!) …“sell in May and go away”.

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