L’Alluminio ha avuto un andamento negativo nel corso del 2018, cedendo circa il 22% (in Usd) e chiudendo l’anno sui minimi dal gennaio 2017. L’alluminio si è distinto in negativo rispetto agli altri metalli industriali (Rame, Nickel, Zinco), che pure hanno avuto un andamento ribassista. Da inizio 2019 è in atto un tentativo di stabilizzazione, col contratto future (cfr. grafico ALLUMINIO future, contratto mar 2019: PC 1892,50), in risalita del 5-6% dai minimi. Un semplice rimbalzo tecnico, per il momento, sicuramente ancora insufficiente per fornire un segnale di esaurimento del trend ribassista dominante e, ancora meno, di una possibile prossima inversione al rialzo su orizzonti plurimensili.
La prossimità di minimi importanti, tuttavia, potrebbe consentire la prosecuzione del rimbalzo in atto, da sfruttare in un’ottica di trading. A tal fine occorre che eventuali ritracciamenti dai livelli correnti rimangano al di sopra di 1828, anche se un nuovo impulso rialzista si avrebbe solo al superamento di 1930. Il tono in ottica plurisettimanale tornerebbe invece negativo alla violazione dei minimi del 3 gennaio a 1791, al momento poco probabile.
In termini di contango la struttura delle varie scadenze dei contratti future denota un’inclinazione positiva ma non particolarmente inclinata: il fattore tempo di detenzione, quindi, gioca sì a sfavore per le posizioni lunghe – come ogni qualvolta una materia prima è in contango, che rappresenta peraltro la situazione fisiologica per tutte le commodities – ma non in misura tale da impedire un trade su di un orizzonte di alcune settimane/mesi.
In termini di volatilità l’Alluminio è in linea con gli altri metalli industriali, ovvero su livelli medio-alti ma non estremi. Occorre tenerne conto, ovviamente, nella scelta del controvalore della posizione che si vuole aprire, seguendo la regola generale secondo cui al crescere della volatilità deve diminuire la size e aumentare lo stop loss in percentuale – e viceversa – in modo da mantenere stabile la perdita massima in controvalore in euro che dipende ovviamente dalla propria situazione finanziaria, tolleranza al rischio e obiettivi di investimento e non dal trade che si vuole mettere in essere.
In ottica di trading si potrebbe iniziare a posizionarsi sull’Alluminio per una prima tranche sui livelli correnti, valutando di incrementare su storni di un 2-3% e comunque al superamento della resistenza a 1930 (a +2% dai livelli correnti).
Come veicolo per cavalcare la possibile prosecuzione del tentativo di rimbalzo in atto si segnala l’ETC con ticker ALUM, quotato su Borsa italiana (PC: 2,620; cfr. grafico ETC ALLUMINIO). Il benchmark di riferimento è il Bloomberg Aluminium Subindex Total Return, con un rischio controparte minimo in quanto l’ETC è collateralizzato al 100% da titoli eleggibili. Si ricorda che l’ETC sull’Alluminio, seppur espresso in euro, risente come tutti gli altri ETC sulle materie prime dell’esposizione nei confronti del dollaro Usa. Occorre quindi tenerne conto se il proprio portafoglio fosse già troppo esposto sul biglietto verde.
Come volumi transati l’ETC in oggetto vede scambi giornalieri medi decisamente ridotti, dell’ordine mediamente di poche decine di migliaia di euro: essendo molto illiquido non si presta quindi ad operazioni con controvalori grandi o troppo veloci. E’ comunque adeguato per operazioni da alcune settimane (swing trading) ad alcuni mesi (asset tattica), di importi di poche migliaia di euro (<5.000): un’operatività di piccolo cabotaggio, certamente, ma ogni componente non direttamente correlata con l’asset class azionaria o obbligazionaria che entra in un portafoglio ne va ad accrescere la diversificazione, un beneficio importante soprattutto quando i trend azionari/obbligazionari diventano di difficile lettura.
Come negli ultimi mesi.
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