Dividend yield – Il possibile 14,7% di Fca non viene festeggiato in Borsa


L’annuncio del pagamento del dividendo ordinario di 0,65 euro, cui si aggiungerà quello straordinario nella seconda parte dell’anno di circa 1,28 euro, non eccita il mercato. Quotazioni “flat”.

Cedole & dividendi

Via libera del consiglio di amministrazione di Fca a un dividendo di 0,65 euro, il primo distribuito dal gruppo dopo un decennio. Il cda - afferma Fiat Chrysler - "ha deliberato di proporre all'assemblea la distribuzione di un dividendo ai portatori di azioni ordinarie pari a 0,65 euro, corrispondente a una distribuzione complessiva di circa un miliardo di euro".

L’assegnazione del dividendo per l'utile 2018 sarà sottoposta al consenso dell'assemblea il 12 aprile. Nel caso venisse approvata, "il calendario per entrambi i mercati di quotazione (Mta e Nyse) sarà il seguente: ex-date 23 aprile, record date 24 aprile e data di pagamento 2 maggio". Considerando la quotazione odierna di Fca a 13,15 euro – valore di prima mattinata a Borsa Italiana – si registra un “dividend yield” del 4,94%, risultato di assoluto rilievo confrontandolo con la media dell’industria automobilistica.

E questa è solo la prima ciliegina sulla torta. La seconda e più consistente arriverà al momento dell’effettiva cessione di Magneti Marelli a Kkr, prevista per la seconda parte dell’anno. Si parla di un dividendo straordinario per 2 miliardi di euro. Secondo le prime stime ciò porterebbe a un’ulteriore distribuzione di 1,28 euro, equivalente sulla quotazione in corso – a un “dividend yield” suppletivo del 9,7%. Il totale quindi fra ordinario e straordinario assommerebbe a 1,93 euro, corrispondente a un “dividend yield” globale del 14,67%, risultato semplicemente eccellente e tale da costituire quasi un primato assoluto nell’ambito delle quattro ruote e non solo.

Alla quotazione in corso di 13,15 euro - per nulla premiante rispetto a tali notizie – ma che deriva da un quadro globale del mercato automobilistico poco incoraggiante, il titolo prezza poco sopra il supporto di 12,22 euro, netta separazione fra un’area di debolezza (quella attuale) e una di vero e proprio crollo. Sotto infatti si aprirebbe il varco per una discesa addirittura verso i 10 euro, cui corrisponderebbe un “dividend yield” globale fra il 19 e il 20%. Certamente il fatto che il mercato non abbia festeggiato il dividendo di 0,65 euro è sfavorevole ma da molti punti di vista ormai lo si scontava.

La negatività degli ultimi giorni sembra comunque aver trovato un punto di arrivo, sebbene un rimbalzo sopra i 15 euro, cioè ante crollo del 7 febbraio, appare per ora difficile se non impossibile.