La prima riunione BCE di questo 2019 non ha portato grosse novità rispetto a quanto i mercati già scontavano da alcune settimane a questa parte. Come noto Draghi è stato piuttosto cauto, sposando una condotta “wait and see”, soprattutto alla luce deli ultimi dati che mostrano indiscutibilmente una frenata dell’economia europea. Naturale quindi la BCE si prepari voglia vederci chiaro e aspetti di capire quanto durerà questo omento di debolezza.
Di fatto, Draghi non ha escluso che nel prossimo consiglio di marzo, una volta acquisite le nuove proiezioni macroeconomiche, vi possa essere una revisione della c.d. forward guidance, cioè in soldoni un rinvio della stretta monetaria. Ora come ora le proiezioni vedono tassi fermi fino almeno all’estate ma comunque per tutto il tempo necessario per assicurare la convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo.
Come detto la situazione contingente evidenzia una crescita più debole di quanto si fosse previsto, ma all’interno del consiglio non vi è unità di vedute in merito alla persistenza della frenata. Infatti alcuni membri ritengono che il rallentamento dell’economia cinese, la Brexit e il protezionismo USA siano marginali e quindi non incisivi, mentre altri invece vedono il rischio di un periodo di frenata prolungato.
Unione di vedute invece in tema di rischio recessione che è stimato in basso, almeno per quanto riguarda l’Eurozona nel suo complesso; tuttavia l’andamento dei singoli paesi non viene certo ignorato perché la contrazione di una parte dell’Unione potrebbe allargarsi all’intera area.
In tema liquidità, che rimane abbondante, si è fatto solo un accenno alle aste di lungo periodo (Ltro o Tltro), con un Draghi molto preciso sul punto: saranno attivate se si dovesse considerare anche solo verosimile una frammentazione del sistema finanziario e creditizio. Cioè di fatto sono escluse per la BCE misure che puntino a “riparare” problemi di singoli settori o di singoli paesi.
Passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo anche questa settimana rendimenti impliciti in continua contrazione rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga ora verso area 1,00% per tute le scadenze sino al 2049; sulla scadenza a 10 anni scendiamo ulteriormente e siamo ora in area 0,70%. Proseguono la discesa anche i forward su Euribor 6 mesi: ora sul tratto a lunga siamo in area 1,80% e sul tratto a breve continuano a scontare una politica BCE ancora non restrittiva in base a quanto detto sopra in tema di riunione BCE.
Tutti in contrazione anche gli spread e i rendimenti dei benchmark decennali. Il decennale tedesco ritocca i minimi dell’anno e va sotto area 0,20% di rendimento (0,17% attuale contro 0,21% della scorsa rilevazione), la Francia va allo 0,57% e l’Irlanda si porta a 0,89%. Per ciò che concerne i periferici, il nostro Btp consolida al 2,75% di rendimento, il Portogallo scende a 1,51% e la Spagna all’1,23%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 134 bps, 106 bps e 258 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati risultano ben salde le tendenze scaturite da novembre 2018. Ottimo lavoro quindi del Trendycator che si mantiene NEUTRAL sull’area UK, con il Gilt che prosegue il suo consolidamento sotto area 1,30%; sull’area BUND Trendycator ha “visto” bene lo SHORT (ormai dieci settimane) con il rendimento che ha toccato il minimo da due anni a questa parte in area 0,17%. Il Btp con Trendycator che si conferma NEUTRAL galleggia tra area 2,60% e area 2,80% di rendimento. Conferme anche sull’area USA che vede Trendycator rimanere in conformazione NEUTRAL e rendimenti del decennale che dopo aver toccato il minimo del 2019 al 2,50% e dopo un rimbalzo è ora nuovamente in discesa verso area 2,60%.
Il bond della settimana
Il bond HY che analizziamo oggi è un tasso fisso della Insofinance Industrial Real Estate Holding, società del settore immobiliare che attraverso le sue controllate fornisce gestione immobiliare, noleggio, investimenti e altri servizi a clienti in tutta Europa.
Il bond analizzato è un tasso fisso, collocato a 100,00 a ottobre 2017, ISIN DE000A2GSD35, corrisponde una cedola annua dell’7,00% pagata annualmente. Emesso per un ammontare di 11,1 Mln Euro, rimborso previsto in unica soluzione alla pari il 01.10.2024. Il bond è negoziabile su OTC per importi minimi di 1.000 Euro.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.