Conto deposito di Banca Illimity, facciamo un po’ di chiarezza. L’Etf Usa intelligente per la liquidità. Due portafogli di bond in euro con quotazioni sotto 100. Il dividendo Eni al 6,8%? Dieci azioni Usa ad alto “d.y”.
Obiettivo Reddito, nuova iniziativa di Lombard Report – a cadenza mensile – ha un solo intento: analizzare tutte le occasioni di reddito finanziario che il mercato offre. Ci muoveremo a 360°, promettendo massima chiarezza nell’analisi delle varie proposte. Questo mese Obiettivo Reddito è disponibile “free”, mentre da gennaio lo sarà solo per gli abbonati.
► Il conto deposito di Illimity
Cominciamo da un quesito posto da vari lettori. Quanto conviene il nuovo conto deposito di Banca Illimity, start-up finanziaria creata da Corrado Passera? La campagna pubblicitaria di lancio può aver alimentato qualche perplessità, poiché prevede uno slogan non proprio esplicito. Afferma infatti: “Conto deposito fino al 2%”. In realtà occorre fare chiarezza. Il 2% è previsto soltanto nel caso di capitale non svincolabile con una durata del vincolo di 60 mesi, decisamente lunga. Non è quindi più una forma di collocamento di liquidità quanto un vero e proprio investimento seppur su un conto deposito. La tabella dei diversi rendimenti in base ai vincoli temporali è così strutturata secondo l’offerta ora in corso:
Durata |
Tasso lordo con vincolo |
Tasso lordo senza vincolo |
6 mesi |
0,75% |
0,60% |
12 mesi |
1,00% |
0,90% |
18 mesi |
1,25% |
1,00% |
24 mesi |
1,50% |
1,30% |
36 mesi |
1,75% |
1,60% |
48 mesi |
2,00% |
1,70% |
60 mesi |
2,00% |
1,70% |
Occorre considerare poi il bollo annuo dello 0,20% e la ritenuta fiscale del 26% sugli interessi generati, che riducono inevitabilmente il rendimento netto. Una valutazione globale porta a considerare come scelta più interessate quella di collocamenti corti (6-18 mesi) con opzione senza vincolo, soluzione alternativa alle proposte di altre banche meno generose. La precedente offerta, molto più munifica perché caratterizzata da tasso massimo al 3,25%, è ormai scaduta. Restano invece le due tipologie di conti correnti disponibili: Conto Smart con canone 0 €; solo 3 prelievi gratuiti mensilmente sopra 100 € in area Ue, poi 1,50 €; carta di credito a 20 € l’anno; bonifici a 2 €; carta di debito gratuita; carta prepagata costo di emissione 15 €. Conto Plus con canone a 0 € a vita se si rispettano almeno due delle condizioni previste (● accredito dello stipendio/pensione oppure accredito ricorrente mensile da 750 €; ● almeno due domiciliazioni attive sul conto, ● almeno 300 € di spese mensili attraverso carte di credito o di debito); prelievi sopra 100 € gratuiti; carta di credito a 0 €; carta di debito inclusa; carta prepagata con costo di emissione 15 €; bonifici a 0 €.
Attenzione, tutti i depositi riconoscono il rendimento alla scadenza; non si ha quindi la capitalizzazione composta degli interessi. Ipotizzare un collocamento a 60 mesi per sfruttare i maggiori tassi non avrebbe senso, in presenza delle troppe variabili incerte dei mercati. Valutarlo sui 12-18 mesi è più logico, come già detto, soprattutto senza vincolo, ma si tenga conto della redditività effettiva: si può stimare nello 0,60%, allineata all’inflazione media italiana nel 2019.
Non ci si faccia quindi attrarre da abili slogan pubblicitari. Oggi i conti deposito – pur in rispolvero perché gli investitori si muovono nella nebbia più assoluta – sono solo una soluzione di parcheggio a breve termine con rendimento “flat”. Se ne tenga conto e si stemperino quindi gli entusiasmanti commenti presenti su vari siti Internet riferiti alle nuove iniziative proposte sul mercato.
► Targato Pimco l’Etf intelligente a cedola mensile per la liquidità
E’ stato annunciato da poco e si tratta di una novità assoluta. Pimco ha lanciato sul mercato Usa degli Etf (per ora non è disponibile in Italia se non come prodotto non armonizzato ma gli intermediari faranno fatica a inserirlo nei portafogli) l’Etf Pimco Enhanced Short Maturity (Nyse sigla MINT – Isin US72201R8337) dalle seguenti caratteristiche: 1°) si concentra su titoli di debito a breve termine “investment grade” con l'obiettivo di assicurare un rendimento più elevato rispetto ai posizionamenti tradizionali in contanti; 2°) prevede una cedola mensile (yield attuale annunciato del 2,7%) - per ora la distribuzione media è stata di 0,23 $ ogni mese, con un piccolo evidente effetto stacco; 3°) la strategia è gestita attivamente dal team di Pimco, che si attribuisce una certa flessibilità per estendere o ridurre la duration dell’Etf entro parametri comunque di breve termine, per gestire al meglio il rischio e cercare un rendimento incrementale; 4°) le performance iniziali mostrano che l’Etf ha sovraperformato il suo benchmark in modo convincente, con un rendimento totale annuo medio dell'1,48% rispetto allo 0,52% per l'indice dei Treasuries a tre mesi; 5°) inutile sottolineare che la valuta è l’Usd.
C’è da augurarsi che questo Etf arrivi anche sul mercato italiano. La sua ideazione dimostra comunque una volta di più la superiorità dell’industria dei cloni rispetto ai fondi tradizionali. Doveva essere quest’ultima – alquanto pigra sul fronte dei prodotti destinati alla gestione della liquidità – a proporre un’iniziativa simile ma l’elevato livello dei suoi costi l’ha impedito.
► Due portafogli obbligazionari in € per chi cerca un po’ di yield
In questa prima puntata Obiettivo Reddito propone due portafogli in euro, come più volte chiesto dai lettori. Inutile rimarcare che i rendimenti sono marginali. Nel primo caso la scelta ha puntato solo su bond a tasso variabile per avere in ogni caso quotazioni sotto 100 e nel secondo invece su un portafoglio misto più strutturato sempre con quotazioni inferiori a 100, perché composto da un bancario a tasso variabile a scadenza medio/lunga, un “corporate” a tasso fisso (su cui è consigliabile un piano di acquisto nel tempo, dato la possibile forte volatilità della quotazione), un bancario a tasso variabile a scadenza corta e infine due “inflation linked”.
1°) opzione: 5 bond in € su Tlx, tutti bancari e tutti con quotazione sotto 100
Banco Bpm Fix Float Cap 22gn22 |
IT0005187890 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi – yield 1,08% - quotazione 97,3 - lotto 1.000 |
Deutsche Bank Fix Float 19ag24 |
XS0461392911 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi – yield 1,5% - quotazione 92,5 – lotto 1.000 |
Intesa Tv Sub Tier 2 26st24 |
IT0005279887 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi + 1,9% - yield 1,7% - quotazione 99,3 – lotto 100.000 |
Mediobanca Fix Float Cap 30st24 |
IT0005212292 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi + 0,25% - yield 0,9% - quotazione 95,8 – lotto 1.000 |
Imi Fix Float Floor 07gn27 |
XS1588019817 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi min 0,5% - yield 1,1% - quotazione 95,6 – lotto 1.000 |
2°) opzione: 5 bond in € tutti con quotazione sotto 100 per una strategia mista
Unicredit fix float 30gn23 |
IT0005188831 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi + 0,5%- yield 0,80% - quotazione 97,7 – lotto 1.000 |
Autostrade 1,625% 12gn23 |
IT0005108490 |
Tasso fisso 1,625% - yield 2,1% - quotazione 98,5 – lotto 1.000 |
Banco Bpm fix float cap 30dc20 |
IT0005144677 |
Tasso variabile Euribor 3 mesi + 0,25% con cap 4% - yield 0,75% - quotazione 99,2 – lotto 1.000 |
Btpi Tf 0,4% 15mg30 |
IT0005387052 |
Inflazione area euro + 0,40% - yield 0,64% - quotazione 97,8 – lotto 1.000 |
Btp Italia 21mg26 |
IT0005332835 |
Inflazione italiana + 0,55% - yield 0,66% - quotazione 99,2 – lotto 1.000 |
► Dividendo Eni al 6,1%. E se provassimo a portarlo al 6,8%?
Il target price prevalente di Eni da parte dei maggiori analisti (13 quelli analizzati) si espone in un ambizioso 15 euro contro la quotazione di chiusura venerdì a 13,71 euro. Preponderante la valutazione che oggi il titolo vale uno “strong buy” o un buy”. C’è anche chi è più prudente; per esempio Morgan Stanley si ferma a 13 euro contro i 18,6 di Banca Imi. Inutile chiedersi chi abbia ragione, perché l’interesse per il titolo è in parte motivato da un “dividend yield” di tutto rispetto. Si colloca infatti al 6,1% lordo e quindi al 4,5% netto. Più che soddisfacente! Noi però – specialisti dei dividendi – non ci accontentiamo e proviamo a puntare a rendimenti maggiori. Consentiteci allora un ragionamento in proposito.
L’acconto 2020 di 0,43 euro pagato a settembre è risultato leggermente superiore rispetto a quello riferito al 2019 (0,42 euro) e di non poco più elevato nei confronti di quanto versato nel 2018 (0,40 euro).
La società dichiara in tema: “Abbiamo annunciato un aumento del dividendo del 3,6% a € 0,86 per azione, in linea con il nostro impegno per una politica di remunerazione progressiva legata alla crescita degli utili e del flusso di cassa disponibile. Inoltre, abbiamo avviato un programma quadriennale di buy-back per un ammontare di 400 milioni di euro nel 2019, mentre per gli anni successivi, assumendo un leverage stabilmente inferiore al 20%, si attesterà sull’ammontare di 400 milioni di euro, con uno scenario Brent a 60-65 dollari, o di 800 milioni di euro, con un contesto di Brent maggiore ai 65 dollari il barile”.
A maggio saranno versati altri 0,43 euro ma le stime prevalenti sono di un aumento dello yield al 6,4%, il che sconterebbe - se il dividendo restasse complessivamente a 0,86 euro, considerando l’acconto 2021 di fine estate - una correzione del titolo. C’è tuttavia il buy-back, robusto soprattutto in presenza del secondo scenario di Brent, grazie al quale la pressione rialzista dovrebbe all’opposto essere effettivamente confermata.
Tutto questo vale però in presenza di mercati positivi. Se si registrasse una correzione – magari nei primi mesi del 2020 – che molti danno per probabile, l’azione Eni diventerebbe assolutamente più competitiva in termini di “dividend yield”. Dove potrebbe arrivare? Ecco qualche stima in base all’analisi tecnica.
Primo supporto |
13,54 euro |
Dividend yield 6,35% |
Secondo supporto |
13,04 euro |
Dividend yield 6,59% |
Minimo anno |
12,6 euro |
Dividend yield 6,82% |
Livello teorico |
12,3 euro |
Dividend yield 6,99% |
Commento – Un canale ribassista – evidenziato nel grafico – è ben delineato da tempo e confermato da un’anomala situazione di incrocio al ribasso delle varie medie mobili (a 10, a 40 e a 200 sedute). Si aprono quindi nuove occasioni per il titolo Eni in chiave di incremento del “dividend yield”, che solo però un mercato molto depresso potrà portare verso il 7%.
► Un portafoglio di 10 azioni Usa con un buon dividendo per un piano “long term”
Chi sceglie azioni d’oltre Oceano in chiave di dividendo deve puntare sulla solidità del business, sulla crescita negli anni dei profitti distribuiti e su un rapporto p/e (prezzo/utili) interessante. Oggi il mercato è estremamente caro ma fra sei/dodici mesi lo sarà ancora? Obiettivo Reddito nel frattempo propone un portafoglio da seguire proprio in tale ottica.
Azione |
Dividend yield |
P/e |
+ / - 52 settimane |
Altria |
6,52% |
13,2 |
+0,6% |
Enbridge |
5,83% |
19,6 |
+22,3% |
Philip Morris Int. |
5,53% |
15,9 |
+24,2% |
At&t |
5,46% |
8,8 |
+30,9% |
National Health Inv. |
5,19% |
20,8 |
+7,21% |
Exxon Mobil |
5,03% |
18,7 |
-0,10% |
Brookfield Renewables |
4,43% |
60,9 |
+79,3% |
Dominion Energy |
4,42% |
17,9 |
+16,3% |
Southern Company |
3,97% |
17,0 |
+41,1% |
Coca Cola |
3,00% |
22,2 |
+12,8% |
Storie diverse, che meritano tutte un approfondimento. Lo faremo nelle prossime puntate di Obiettivo Reddito. Per ora vi suggeriamo di seguire questi titoli. I cui “dividend yield” potrebbero salire e non di poco in presenza di correzioni dei mercati.