Cento miliardi di dollari gestiti con prudenza e una spiccata diversificazione. Le ultime acquisizioni e il portafoglio detenuto.
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Le classifiche sulle maggiori ricchezze mondiali sono sempre molto confuse, perché non tengono conto dei nuovi iperbenestanti asiatici, occultati sotto complesse strutture finanziarie da cui i relativi nomi escono con difficoltà. Una certezza però c’è: ai primi tre posti della classifica si collocano gli statunitensi Jeff Bezos, numero uno di Amazon, Bill Gates, patron di Microsoft, e il guru Warren Buffett. I loro patrimoni si aggirano all’incirca sui 100 miliardi di dollari, sebbene Bezos salga a quasi 130. Come investono? Oggi analizziamo le scelte di Bill Gates, dopo aver spulciato i dati ufficiali della sua immensa fortuna.
Tutto nelle mani di un uomo
Mentre Buffett confida soprattutto su business consolidati e a elevata distribuzione di dividendi, Gates diversifica anche nei nuovi business, a conferma del divario di visioni economiche. Il suo gestore personale, Michael Larson, e il relativo team, attivi in un impersonale building di Seattle, puntano su una differenziazione degli asset e su una strategia nel complesso conservativa, impostata soprattutto sul comparto immobiliare, su architetture di private equity e sull’obbligazionario. Al quarto posto – almeno secondo i dati relativi al Foundation Trust familiare, diretto da Larson – si colloca l’azionario, i cui risultati si attesterebbero su una performance dal 1995 in poi di un punto in percentuale superiore all’andamento annuo dell’S&P 500 ma con una volatilità media nettamente inferiore.
Le acquisizioni più recenti
Gli ultimi mesi sono stati molto attivi proprio in campo azionario, con acquisti di importanti quote di due nuove società, Beyond Meat (Nasdaq – sigla BYND) and Cornerstone Building Brands (Nyse – sigla CNR). La prima è un’azienda che produce sostituti per la carne e alimenti caseari a base vegetale, creata nel 2009 e con sede a Los Angeles. Il titolo, frutto di una recente Ipo, si muove sui 77 $ contro un massimo nei dodici mesi a 239,7 e un minimo a 45 $. Le difficoltà degli ultimi mesi dipendono soprattutto da sofferte scelte finanziarie ma non dal business, che è in forte crescita, visto che le proposte alimentari di Beyond Meat sono entrate nei menu di ristoranti come Carl's Jr e sugli scaffali di catene distributive come Kroger Co. Cornerstone Building Brands è una specialista di materiali per l’edilizia, quali finestre, rivestimenti esterni, pannelli metallici coibentati e tanto altro ancora. Il relativo titolo si sta muovendo sui 7 $ contro un massimo a 52 settimane di 11,78 $ e un minimo di 3,75 $. Al tutto si aggiunge un’attività di trading sull’azione Berkshire Hathaway di Buffett, con operazioni che hanno destato una certa curiosità sul mercato e derivanti da complesse transazioni nel settore immobiliare. Difficile capire la correlazione.
Buy and hold
La strategia di Larson risulta molto prudente e – secondo indiscrezioni di Wall Street – improntata ad acquisizioni di lungo periodo, ritenute molto più proficue – almeno per un Trust di rilevanti dimensioni – rispetto a un trading seppur non esasperato. In effetti il patrimonio azionario è impostato soprattutto sull’incasso di dividendi di società leader. Ecco una lista delle dieci maggiori partecipazioni detenute e del relativo yield.
Azione |
Settore |
Dividend yield |
Crown Castle International |
Comunicazioni wireless |
3,5% |
Coca Cola Femsa |
Bevande Paesi emergenti |
3,2% |
UPS |
Trasporto e logistica |
3,1% |
Caterpillar |
Macchine movimento terra |
2,9% |
Walmart |
Grande distribuzione |
1,8% |
Waste Management |
Gestione rifiuti |
1,8% |
Canadian Nat. Railway |
Trasporto ferroviario |
1,8% |
Fedex |
Trasporto e logistica |
1,7% |
Ecolab |
Chimica |
1,0% |
Arcos Dorados |
Ristorazione |
0,8% |
Otto indicazioni
Le indicazioni che affiorano dalla strategia del Trust di Gates sono molteplici.
1°) La diversificazione degli asset risulta fondamentale ed è al centro dell’operatività di lungo periodo.
2°) I nuovi business economici sono seguiti con attenzione e costituiscono lo sviluppo del patrimonio.
3°) Non è dato da sapere se il portafoglio azionario viene mosso con una certa frequenza ma sembrerebbe di no, puntando invece sul continuo reinvestimento dei dividendi.
4°) Questi ultimi sono abbastanza modesti in termini di dividend yield ma ciò dipende dalla tipologia strutturale dell’azionario Usa, con le grandi capitalizzazioni che puntano molto sui buyback, come tattica dettata anche da motivazioni fiscali.
5°) Non si ha traccia di azioni straniere – cioè extra dollari – sebbene alcune di quelle detenute sviluppino i propri business soprattutto in Paesi latino americani: è il caso di Coca Cola Femsa, Arcos Dorados, Grupo Televisa (Messico) e altre ancora.
6°) Di titoli ad alto dividendo – pur presenti negli Usa – e corrispondenti a quelli che sono gli “high yield” in ambito obbligazionario non se ne ha traccia, così come di azioni bancarie e finanziarie. E’ un segnale molto importante.
7°) Il settore su cui il Trust è più esposto risulta quello del trasporto e della logistica, considerati imprescindibili.
8°) Si tenga infine conto di un’attiva presenza nell’ambito del private equity, che rappresenta forse (sebbene non si disponga di particolari notizie in merito) la parte più aggressiva degli investimenti globali.
La gestione di Gates rappresenta un esempio interessante anche per chi abbia un piccolissimo patrimonio e indica come quella della prudenza sia una dottrina insostituibile perfino per chi amministra 100 miliardi di dollari.