SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.
IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.
Le scintille che hanno provocato il rialzo settimanale per i principali indici azionari USA che, due su tre, hanno ritestato i loro precedenti massimi storici, sono state principalmente due. Le trimestrali societarie e l’ottimismo per la definizione degli accordi commerciali USA-CINA.
Questa settimana è stata una delle più impegnative della stagione degli utili, con oltre 120 aziende che hanno pubblicato i propri dati economici trimestrali. Più del 38% delle società dell’indice S&P 500 ha registrato finora utili per il terzo trimestre, secondo l’agenzia FactSet. Di queste aziende, il 78% ha superato le aspettative degli analisti. L’indice NASDAQ100 è quello che maggiormente ha beneficiato dei risultati delle trimestrali provenienti dalle società appartenenti al listino, tra le quali citiamo INTEL, MICROSOFT, TESLA, PAYPAL, ecc. mentre l’indice DOW JONES è quello che ha guadagnato meno in quanto a INTEL e TESLA, si sono contrapposte consistenti vendite su colossi come MCDONALDS, MERCK, NIKE, COCA COLA, ecc. I mercati hanno anche beneficiato dell'ottimismo commerciale. Il rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Robert Lighthizer, ha dichiarato che la CINA e gli Stati Uniti sono vicini alla conclusione di parti di un accordo commerciale di fase uno.
Andiamo ad analizzare a livello numerico quello che è successo in settimana. Il re-test dei massimi storici che da tempo invocavamo, si è materializzato proprio a fine settimana nella giornata di venerdì sugli indici del NASDAQ100 e dell’S&P500, non sul DOW JONES che, così come riportato da settimane su queste colonne, continua ad essere l’indice di riferimento con meno “appeal”. Cosa aspettarci ora per il prossimo futuro è impossibile da definire a priori, il nostro “sentiment” è sicuramente positivo, ma la prima cosa da valutare nei prossimi giorni, è il consolidamento dei valori sopra i massimi appena violati, in un secondo momento da verificare la tenuta rialzista del trend che non necessariamente deve essere impulsiva, anzi la politica dei piccoli passi è, da sempre, la nostra preferita.
Come detto in precedenza, l’indice che più ha beneficiato della positività settimanale è stato il NASDAQ100 che, dapprima ha violato il proprio massimo storico aggiornandolo a 8033,29 e poi, in chiusura delle contrattazioni, ha registrato 8029,22 guadagnando il + 2,04%. Stesso discorso per l’indice S&P500 che ha aggiornato il proprio massimo storico a 3027,39 per poi chiudere a 3022,55 guadagnando il + 1,22% ed infine abbiamo l’indice DOW JONES che chiudendo a 26958,06 ha guadagnato il + 0,70%. Di seguito i relativi grafici:
ORO
Nonostante la buona positività degli indici azionari, la settimana si è conclusa bene anche per quanto riguarda i valori dell’indice dell’ORO a conferma dell’incertezza che regna negli investitori circa il futuro economico mondiale. I prezzi anche in questa settimana hanno oscillato tra i 1480 ed i 1518 $/oz. chiudendo a 1504,28 $/oz., questa volta, sopra la soglia psicologica dei 1500 $/oz. Confermiamo sempre che l’area di prezzi 1480$/oz. si rivela un buon supporto, ma noi preferiamo attendere area 1440/1450 $/oz. sul quale poter agire con acquisti moderati. Rimane sempre valida l’area di resistenza 1550/1560 $/oz. per alleggerimenti, mentre in ottica “mordi e fuggi” l’area 1520/1525 $/oz. rappresenta un buon livello.
Di seguito il grafico weekly dell’ORO:
LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP
Giovedì scorso il vice Presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, ha tenuto un discorso sugli accordi commerciali con la CINA al Woodrow Wilson International Center di Washington. Ovviamente mantenendo la ormai famosa linea presidenziale del “bastone e della carota” il vice presidente non ha risparmiato accuse agli avversari, tra cui pratiche illegali, furto di proprietà intellettuali, vendita di oppioidi, repressione delle minoranze e oppressione a Hong Kong. Ma Pence ha comunque usato toni costruttivi sui dazi commerciali, a dimostrazione che una tregua resta tra gli obiettivi della Casa Bianca.
“Gli Stati Uniti non cercano il confronto con la CINA”, ha detto Pence in un discorso sul futuro dei due paesi, secondo estratti delle sue osservazioni preparate. “Non stiamo cercando di contenere lo sviluppo della CINA”. “Ma finora sembra che il Partito Comunista Cinese continui a resistere a una vera apertura o convergenza con le norme globali”, aggiungendo “che le azioni della CINA dimostrano che è il Partito Comunista Cinese che si sta allontanando dal resto del mondo da decenni “.
A precisa domanda sul punto, Pence ha aggiunto: “Le persone a volte chiedono se l’amministrazione Trump cerca di allontanarsi dalla CINA. La risposta è un clamoroso: No !”. “Gli Stati Uniti cercano l’impegno con la CINA e l’impegno della CINA con il resto del mondo in modo coerente con l’equità, il rispetto reciproco e le regole del commercio internazionale”.
Infine ha assicurato che il presidente Donald Trump: ”è pronto ad iniziare un nuovo accordo per il futuro, se la CINA si impegna a porre fine alle pratiche commerciali che hanno approfittato del popolo americano per troppo tempo”.
Sempre a proposito di sanzioni commerciali, il Presidente Trump ha deciso di sospendere alcune preferenze commerciali con la Tailandia in merito alle preoccupazioni sui diritti dei lavoratori, La mossa influenzerà 1,3 mld $ di beni commerciali ed è stata innescata dall'incapacità della Tailandia di fornire diritti come la protezione della libertà di associazione e della contrattazione collettiva relativi ai diritti dei lavoratori nelle industrie ittiche e marittime, secondo una nota dell'Ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti. La sospensione avrà effetto tra sei mesi.
A proposito dell’accusa di “impeachment” contro Donald Trump, venerdì scorso, il giudice capo Beryl Howell della Corte distrettuale degli Stati Uniti a Washington, DC, nella sua sentenza ha respinto le affermazioni secondo cui la richiesta di “impeachment” è illegittima ed ha ordinato al Dipartimento di Giustizia di consegnare, ad un comitato della Camera, materiale segreto raccolto dal “grand jury” che fanno riferimento o che sono alla base del “Rapporto Mueller”. Quel materiale potrebbe aiutare il comitato giudiziario della Camera a confermare, ha dichiarato: “condotta potenzialmente impraticabile”. Howell ha ignorato le argomentazioni avanzate dai sostenitori di Trump secondo cui l’inchiesta di impeachment è illegittima perché l’Assemblea non ha tenuto un voto formale che autorizza tale indagine. Nella sentenza scrive che: “anche in caso di “impeachment” presidenziale, una risoluzione della Camera non è mai stata richiesta per avviare un’indagine di “impeachment”. Inoltre, al riguardo del rifiuto della Casa Bianca di collaborare con l’indagine su ”impeachment”, ha scritto: “La necessità del Congresso di accedere al materiale della giuria pertinente per un potenziale comportamento impraticabile da parte di un Presidente è accentuata quando il ramo esecutivo ostacola intenzionalmente i canali per accedere ad altre prove pertinenti”. Howell ha dato al Dipartimento di Giustizia fino al prossimo mercoledì per inviare al Comitato giudiziario della Camera il materiale richiesto.
In merito alla prossima riunione della FED, in materia di politica monetaria, prevista per metà settimana, Trump ha continuato a scrivere le sue invettive contro la FED, twittando che i membri: “dovrebbero abbassare i nostri tassi di interesse a zero, o meno”.
Infine Il presidente Donald Trump ha annunciato ieri, domenica, che il leader del cosiddetto Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi è morto durante un’operazione militare statunitense durante la notte in Siria, provocando un duro colpo al gruppo terroristico anche mentre le forze americane si ritiravano dall’area. La morte di Baghdadi, che era un pericoloso nemico degli Stati Uniti e dei suoi alleati in Medio Oriente, pone fine a una lunga caccia all’uomo internazionale che ha attraversato due amministrazioni presidenziali statunitensi. Trump ha affermato che un test del DNA sul posto ha confermato la morte di Baghdadi e che le truppe americane hanno riportato “parti del corpo” sulla scena.
La morte del leader dell’ISIS è stata erroneamente segnalata più volte negli anni precedenti. Quindi “nulla osta” che anche questa volta si possano essere sbagliati. In politica, con le elezioni presidenziali alle porte, discernere le notizie vere da quelle “fake” per propaganda è un bel rebus.
LA CINA RISPONDE
Questa volta le risposte dalla CINA, in merito alle accuse di Pence, non si sono fatte attendere e sono state anche violente rispetto agli usuali “standard” cinesi. Nella giornata di venerdì scorso un alto funzionario cinese, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, durante una conferenza stampa a Pechino ha rimproverato violentemente il vicepresidente USA, Mike Pence, definendolo un bugiardo dopo che ha detto che Pechino stava mettendo la museruola alle imprese americane e violando i diritti dei manifestanti a Hong Kong.
“Le sue osservazioni sono piene di arroganza, pregiudizio, pregiudizi critici e menzogne”. Gli sforzi per dare un’immagine distorta della Cina sono stati un tentativo di distrarre da problemi negli Stati Uniti come il controllo delle armi e la disuguaglianza di ricchezza. Ha anche affermato che: “gli americani dovrebbero guardarsi allo specchio per risolvere i propri problemi e mettere in ordine la propria casa prima di accusare altri paesi.
Dall’imposizione di sanzioni ad altri paesi al ritiro dai gruppi internazionali, Hua ha dichiarato: “Gli Stati Uniti hanno già abbandonato la loro moralità e credibilità”.
Questo conflitto verbale arriva in un momento chiave per la risoluzione della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti dopo che nel week end scorso il Vicepremier (e capo negoziatore) Liu He aveva dichiarato che le parti hanno fatto "sostanziali progressi" e che la Cina è "desiderosa di lavorare di concerto con gli USA per eliminare le divergenze sulla base di eguaglianza e mutuo rispetto", aggiungendo che: “permangono questioni aperte non relative al commercio in particolare sulle vicende a Hong Kong o della repressione dei musulmani”, cosa che le autorità cinesi considereranno un’indebita interferenza negli affari interni.
I Cinesi si sono offerti di riportare gli acquisti di derrate agricole ai livelli del 2017, ma chiedono la cancellazione dell'aumento dei dazi di dicembre, e la rimozione di quelle imposte a settembre. Sembra che nella settimana appena trascorsa, nella telefonata tra Liu He, Lighthizer e Mnuchin siano stati fatti altri progressi, e le parti sono oramai molto vicine a finalizzare alcune sezioni dell'accordo.
Infine il Financial Times ha scritto che l’amministratrice di Hong Kong, Carrie Lam, sarà sostituita in primavera e il sostituto resterà in carico fino a fine mandato, nel 2022. Il quotidiano riporta che le autorità cinesi non vogliono dare troppo nell’occhio e lasceranno passare qualche mese prima di procedere.
La People Bank of China ha poi lasciato invariato il “prime rate” dei loans al 4.2% contro attese di un marginale calo di 5 bps. La decisione ha dato l'impressione di un atteggiamento leggermente meno espansivo delle attese, ma le banche hanno reagito bene, ritenendolo un tentativo di preservare i margini di intermediazione.
LA POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE
Dopo la BCE, la prossima settimana, nella riunione del 29-30 ottobre, toccherà alla FED alzare il velo sui tassi. La maggior parte degli analisti si aspetta un taglio del costo del denaro di 25 punti base, che porterà i tassi di interesse nell’intervallo dall’1,5% all’1,75%. Una stima che trova d’accordo Goldman Sachs, che assegna una probabilità del 95% ad un taglio di tale portata.
Nel frattempo la Fed di New York ha annunciato che offrirà almeno 120 miliardi di dollari di finanziamenti nella sua operazione di pronti contro termine a partire da giovedì 24 ottobre, rispetto ai 75 miliardi previsti finora.
La Fed offrirà almeno 45 mld $ dai 35 mld $ precedenti, nelle sue operazioni repo (operazioni di pronti contro termine) a 14 giorni sia il 24 ottobre che il 29 ottobre, con un aumento di 10 miliardi rispetto al passato. L’aumento delle dimensioni delle operazioni a termine va a coprire l'offerta del 10 ottobre che scade oggi.
Il mercato di fine mese ha mostrato tassi di finanziamento che in settimana si sono attestati intorno al 2,20%.
A proposito dei lamenti di Trump circa la possibilità di abbassare i tassi al di sotto dello zero, il presidente Powell ha ribadito che: “I tassi di interesse negativi sono qualcosa che abbiamo esaminato durante la crisi finanziaria e abbiamo scelto di non farlo”, “la strategia di utilizzare gli acquisti di asset su larga scala (un allentamento quantitativo) insieme a una “guidance” che ha indicato le proprie finalità a lungo termine, è servita allo scopo della FED di calmierare il mercato”. Infine ha aggiunto che: “in futuro, nel caso dovessimo trovarci nella stessa situazione improvvisamente, useremo la stessa strategia di acquisti di asset a larga scala con scadenze più lunghe senza ricorrere all’utilizzo di tassi negativi”.
DATI MACROECONOMICI
Martedì scorso, il terzo sondaggio sull’attività manifatturiera regionale di ottobre, il Richmond Fed ha sorpreso clamorosamente al rialzo (8 da -9 e vs attese per -7). Dopo il fosso dell'ISM manufacturing di settembre, i segnali dei sondaggi regionali risultano per ora più confortanti. New York è marginalmente cresciuta (+2 a 4) e il Philadelphia ha deluso (da 12 a 5.6) ma nei sottoindici i nuovi ordini e le aspettative sono saliti, mentre l'indice generale è stato depresso da prezzi e costi di trasporto.
Delusione anche giovedì per quanto riguarda i dati sugli ordini durevoli di settembre (depurato delle componenti volatili, difesa e trasporti) è sceso a -0,5% vs attese per -0.2% e con il dato di agosto rivisto a -0,6%.
Meglio, invece, la pubblicazione dei PMI a cura di Markit. Infatti il manifatturiero ha proseguito il rimbalzo segnando 51.5 da prec 51.1 e vs attese per 50.9, e i servizi hanno recuperato uno 0.1 a 51, in linea con le attese. Il Composite è quindi salito di 0.2 a 51.2 (in America prevalgono i servizi). Nulla di brillante, ma l'attività economica si conferma stabile sui livelli degli ultimi 5/6 mesi.
Infine venerdì è uscito il dato sul sentimento dei consumatori in ottobre a cura dell'Università del Michigan, uscito in lieve contrazione a 95,5 contro 96 del mese precedente e dell’attesa degli analisti.
COMMENTI DAL MONDO ECONOMICO
Per quanto riguarda la riunione della prossima settimana della Banca Centrale USA, i mercati si aspettano che la FED intervenga con un taglio dei tassi di un quarto di punto mercoledì prossimo, ma alcuni economisti affermano che alcuni dei motivi che la FED ha fornito per effettuare i tagli potrebbero, ora, essere meno urgenti.
Drew Matus, capo stratega del mercato di MetLife Investment Management, ha affermato di non credere che la Fed debba tagliare i tassi quest’anno, ma che probabilmente lascerà la porta aperta a ulteriori tagli. Ha detto che le paure della guerra commerciale sembrano essersi calmate con il progresso dei colloqui tra Stati Uniti e Cina, ma allo stesso tempo i dati economici statunitensi hanno toccato un punto basso con debolezza sulle vendite al dettaglio e sugli ordini di beni durevoli di settembre.
Ha detto: “Sembra che siano passati da rischi non quantificabili in tutto il mondo, a rischi più quantificabili in patria”. “La mia sensazione è che non stiano tagliando i tassi a causa di eventi reali. Stanno tagliando solo a causa della percezione del mercato. Stanno cercando di calmare gli investitori, quindi non siamo in presenza di una stretta creditizia”. “Stanno solo cercando di mantenere la gente calma fino alla fine dell’anno. Penso che stiano pensando se li manteniamo felici un pò più a lungo, la marea si trasformerà in commercio. Se tagli ora, potresti aumentare l’attività andando nella stagione dello shopping natalizio. Sembra che ci sia una certa risoluzione in Europa e forse il resto del mondo si calmerà un pò. Con un dato sui consumi forte, forse non ci sarà bisogno di intervenire”.
Matus ha detto che secondo lui le probabilità che la Fed tagli i tassi, mercoledì prossimo, siano del 30% circa.
L’economista capo di Grant Thornton, Diane Swonk, è in sintonia con Matus ed afferma che è possibile che la FED non taglierà i tassi mercoledì prossimo. Dice che le probabilità che la FED non intervenga sono probabilmente superiori alle aspettative del mercato e che la FED farebbe meglio a rimanere in attesa. Dichiara: “La mia sensazione è che abbiamo ancora una probabilità del 60% che la FED non intervenga sui tagli dei tassi nella riunione di mercoledì prossimo. Ciò potrebbe deludere i mercati finanziari ma potrebbe essere gestito meglio impegnandosi a rimanere flessibile sui tagli dei tassi in futuro”. “Il presidente della FED, Jay Powell, è stato bravo a trasmettere questa parte del messaggio della FED.”
Ha anche indicato un raffreddamento dei rischi geopolitici che incombevano sulla FED durante la sua ultima riunione, compreso il termine del 31 ottobre per la Brexit. Diane Swonk, ha detto: “Il risultato della Brexit è ancora sconosciuto e, almeno per il momento, l’amministrazione ha abbassato i toni nella guerra commerciale con la Cina”, “Questa situazione, combinata con il rumore creato dallo sciopero GM (che amplificherà le perdite che stiamo vedendo nel settore manifatturiero) forniscono un argomento alla FED per non intervenire in questo incontro”. “Tuttavia, sono ancora convinta che debbano tagliare prima della fine dell’anno, e penso solo che stiano trovando un momento più strategico per farlo”. Swonk ha detto che un’altra considerazione per la FED di rimanere in attesa è che rischierebbe un minor numero di dissidenti durante la riunione. Un membro votante, il presidente della Fed di Chicago Charles Evans, per ora si è spostato maggiormente verso il non intervento così come altri due sostenitori dei tagli, il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, un elettore, e il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, un non votante, hanno cambiato opinione su tagli più aggressivi dei tassi di mezzo punto e ora cercano solo un taglio di un quarto di punto. Afferma che: “Se la FED taglierà un altro quarto di punto, come previsto dai mercati il 30 ottobre, i presidenti Eric Rosengren di Boston e Esther George di Kansas City dovrebbero nuovamente dissentire. Questa volta, tuttavia, questi dissidenti rappresenteranno le opinioni di almeno sei presidenti regionali della Fed rispetto ai quattro degli ultimi due incontri”.
Infine Swonk ha detto che un altro vantaggio del non tagliare i tassi sarebbe quello di aumentare la percezione che la FED sia indipendente. Dice a tal proposito: “Gli investitori stanno iniziando a credere che la FED stia capitolando per le pressioni della Casa Bianca, nonostante gli sforzi della FED per dissipare questa situazione. Una pausa strategica sui tagli dei tassi potrebbe aiutare a far cadere queste percezioni, anche se ciò potrà portare ad ulteriori contrasti con l’amministrazione”.
Swonk si aspetta anche che la FED taglierà i tassi il prossimo anno e alla fine porti il tasso sui fondi a zero poiché ritiene che la banca centrale dovrà combattere una recessione.
Di parere contrario, Joseph LaVorgna, capo economista delle Americhe della Natixis, si aspetta che la FED riduca i tassi mercoledì prossimo e poi di nuovo entro la fine dell’anno. Ha dichiarato: “La FED deve ottenere la curva dei rendimenti ripida e in questo momento il T-NOTE a 2 anni è all′1,56% e l’obiettivo dei FED FUNDS all′1,88%, non è sufficiente”. La curva dei rendimenti si è temporaneamente invertita, il che significa che in questo caso il rendimento del Tesoro a 2 anni è salito al di sopra del rendimento del Tesoro a 10 anni. Un’inversione è spesso un segnale di avvertimento di recessione. Ma in questo caso, LaVorgna nota che la FED ha tagliato i tassi e la curva è stata invertita per un breve periodo, anziché per mesi, come in passato.
Lo strumento CME FedWatch, che riflette la negoziazione di futures sui FED FUNDS, mostra che le aspettative del mercato per un taglio dei tassi di un quarto di mercoledì prossimo sono alte, al 93,5%.
PORTAFOGLIO AZIONARIO
Prosegue sempre a buon ritmo il raggiungimento dei target sui titoli del nostro Portafoglio. Quello che, a volte, la “dea bendata” ci aveva tolto, in questa settimana ha restituito con gli interessi sul titolo BIOGEN. Ma non è solo il titolo biofarmaceutico a darci soddisfazioni, anche CITRIX ed ILLUMINA in settimana hanno abbandonato il Portafoglio lasciando sul c/c un bel + 7% ciascuno. Mettiamo “fieno in cascina” per quando verrà qualche delusione, CISCO su tutte (solo la prossima trimestrale la può salvare dalla forte negatività), ma ora godiamoci queste belle operazioni e speriamo che i mercati continuino la loro lunga marcia verso territori sconosciuti.
VARIAZIONI IMPORTANTI SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA
AMERICAN AIRLINES + 9,35%. La compagnia aerea ha registrato guadagni nel 3° trimestre 2019 per 1,42 $/az. su ricavi di 11,9 mld $ che la Società ha dichiarato essere un record. La stima degli analisti per gli utili era di 1,40 $/az. su ricavi per 11,9 mld $. Il fatturato è cresciute del 3,0% su base annua. La società ha abbassato la parte superiore della sua “guidance” per il 2019, dichiarando di prevedere utili compresi tra 4,50 e 5,50 $/az. anzi che tra 4,50 e 6,00 $/az. L'attuale stima del consensus è di 4,95 $/az per il 2019.
APPLIED MATERIALS + 7,82%. La società è il più grande fornitore al mondo di apparecchiature per la fabbricazione di semiconduttori, e sta esercitando una forte attività di riacquisto di azioni proprie, situazione molto convincente anche per gli analisti che reputano il valore del titolo molto penalizzato dalla guerra commerciale in atto tra USA e CINA.
ALIGN TECHNO + 13,79%. Dopo il + 10,22% della scorsa settimana (forse qualcuno sapeva già qualcosa ??) il titolo ha ulteriormente guadagnato valore in questa settimana dopo la pubblicazione dei dati economici trimestrali nei quali la Società ha registrato utili nel 3° trimestre 2019 per 1,28 $/az. su ricavi (record) di 607,3 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,14 $/az. su ricavi di 593,9 mln $. I ricavi sono cresciuti del 20,2% su base annua. Inoltre la società ha dichiarato di aspettarsi guadagni nel quarto trimestre tra 1,35 e 1,42 $/az. su ricavi tra 640,0 e 650,0 mln $. L'attuale stima del consensus è di 1,38 $/az. su un fatturato di 648,9 mln $ per il 2019.
BIOGEN + 36%. Ne abbiamo parlato con un articolo “ad hoc” in settimana.
EBAY -7,68%. Malgrado un utile per azione del 3° trimestre superiore alle stime, le azioni della società di e-commerce sono diminuite fino al 10,60% dopo che ha pubblicato una deludente “guidance” per i ricavi del quarto trimestre, suscitando preoccupazione da diversi analisti azionari. La Società ha registrato utili nel 3° trimestre 2019 per 0,66 $/az. su ricavi di 2,6 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,64 $/az. su ricavi di 2,7 mld $. Le vendite sono state stabili anno su anno. Ma la società ha dichiarato di aspettarsi utili non GAAP nel quarto trimestre tra 0,73 e 0,76 $/az. su ricavi tra 2,77 e 2,82 mld $. L'attuale consensus è di 0,76 $/az. su ricavi per 2,85 mld $.
HASBRO – 21,27%. La società che produce e commercializza giochi e giocattoli ha deluso le aspettative sia in termini di fatturato che di utili, anche a causa della guerra dei dazi. Ha registrato utili nel 3° trimestre 2019 per 1,84 $/az. su ricavi di 1,6 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,22 $/az. su ricavi di 1,7 mld $. I ricavi sono cresciuti dello 0,3% su base annua. Il CEO Brian Goldner ha dichiarato in una nota: "La minaccia e l'attuazione dei dazi hanno ridotto i ricavi nel terzo trimestre e aumentato le spese per la consegna del prodotto al dettaglio". In realtà i dazi imposti non sono mai stati applicati in quanto il Presidente Trump ha rinviato la loro applicazione causa il caos che avrebbe provocato nella stagione dello shopping natalizio, mentre i bambini continuano a preferire i giochi online e digitali al posto di quelli tradizionali.
INTEL + 9,92%. La Società produttrice di chip per semiconduttori ha registrato utili nel 3° trimestre 2019 per 1,42 $/az. su ricavi di 19,2 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,24 $/az. su ricavi di 18,0 mld $. Il fatturato è cresciuto dello 0,1% su base annua. Il direttore finanziario, Bob Swan, ha dichiarato: "Il terzo trimestre del 2019 è stato il miglior trimestre nella storia della nostra azienda, inoltre prevediamo utili per il quarto trimestre di circa 1,24 $/az. su ricavi per circa 19,20 mld $”. L'attuale stima del consensus è di 1,20 $/az. su ricavi per 18,85 mld $.
LAM RESEARCH + 15,55%. La Società fornitrice di semiconduttori ha registrato guadagni nel 1° trimestre fiscale 2019 per 3,18 $/az. su ricavi di 2,17 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 3,00 $/az. su ricavi di 2,16 mld $. I ricavi sono diminuiti del 7,1% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato di aspettarsi guadagni nel secondo trimestre tra 3,60 e 4,00 $/az. su ricavi tra 2,35 e 2,65 mld $. L'attuale stima del consensus è di 3,16 $/az. su ricavi per 2,25 mld $.
O’REILLY + 8,77%. La Società specializzata in rivendita di ricambi e accessori aftermarket automobilistici, ha registrato utili nel 3° trimestre 2019 pari a 5,08 $/az. su ricavi di 2,7 mld $. La stima degli analsiti per gli utili era di 4,78 $/az. su ricavi di 2,6 mld $. Il fatturato è cresciute del 7,4% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel quarto trimestre tra 4,12 e 4,22 $/az. L'attuale stima del consensus è di 4,20 $/az. Inoltre ha anche affermato che continua a prevedere ricavi annui tra 10,00 e 10,30 mld $. L'attuale consenso è per un fatturato di 10,11 mld $ per il 2019.
PAYPAL +5,89%. La società ha stupito in positivo guadagnando in settimana quasi il 10%. La società dei pagamenti online ha diffuso risultati trimestrali e previsioni più forti delle stime degli analisti. I conti attivi sono cresciuti del 16% su base annua a 295 milioni (il management ha dichiarato che prevede di superare facilmente l'obiettivo di 300 milioni nel quarto trimestre) ed il volume totale dei pagamenti è arrivato a 178,7 mld $, ben oltre le aspettative. PAYPAL ha registrato utili nel 3° trimestre 2019 pari a 0,60 $/az. su ricavi di 4,4 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,53 $/az. su ricavi di 4,3 mld $. I ricavi sono cresciuti del 18,9% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel quarto trimestre tra 0,81 e 0,83 $/az. su ricavi tra 4,89 e 4,95 mld $. L'attuale stima del consensus è di 0,81 $/az. su ricavi per 4,95 mld $.
TESLA + 27,70%. Fuochi d’artificio questa settimana per TESLA. Nell'ultimo trimestre ha guadagnato 143 milioni di dollari, pari a 80 cents per azione, un dato del tutto inatteso visto che il consensus si aspettava una pesante perdita. La Società di Elon Misk ha registrato guadagni nel 3° trimestre 2019 pari a 1,86 $/az. su ricavi di 6,3 mld $. La stima degli analsiti per gli utili era per una perdita di 0,48 $/az. su ricavi di 6,6 mld $. Il fatturato è diminuito del 7,6% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Per raggiungere tale obiettivo il produttore di auto elettriche sportive ha abbattuto di molto i costi aumentando la produzione del meno costoso Model 3 e diminuendo i più costosi Model S ed X. Inoltre la Soxietà ha dichiarato che i propri progetti di sviluppo più importanti, tra cui i nuovi modelli, sono in anticipo sui tempi di sviluppo e che sono stati fatti progressi più rapidi del previsto nella costruzione delle proprie auto nella tanto attesa fabbrica di Shanghai.
TEXAS INSTRUMENTS – 6,91%. La Società che progetta e produce semiconduttori ha registrato guadagni nel 3° trimestre 2019 pari a 1,49 $/az. su ricavi di 3,8 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,41 $/az. su ricavi per 3,8 mld $. I ricavi sono diminuiti dell'11,5% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Ma ciò che ha fatto scendere il valore delle azioni è stata la dichiarazione della “guidance” per il prossimo trimestre, nel quale la società si aspetta utili tra 0,91 e 1,09 $/az. su ricavi tra 3,07 e 3,33 mld $. L'attuale consenso è di 1,28 $/az. su ricavi per 3,67 mld $.
VERTEX PHARMA + 10,36%. La Società biotecnologica, leader nel mercato della fibrosi cistica ha riportato, in settimana, due importanti successi. Il primo riguarda la notizia che la Food and Drug Administration (FDA) americana ha approvato “Trikafta” per il trattamento della fibrosi cistica in soggetti di età pari o superiore a 12 anni con almeno una mutazione “F508del” nel gene CFTR. “Trikafta” ha il potenziale per trattare fino al 90% di tutti i pazienti affetti da Fibrosi cistica e ciò potrebbe portare a generare un fatturato stimato in 4,3 mld $ entro il 2024. Il secondo successo riguarda la sfera economica in quanto la società ha annunciato di aver raggiunto un accordo con NHS Inghilterra per il rimborso dei trattamenti “Kalydeco, Orkambie Symkevi” tutti già approvati in Europa per le terapie della malattia.
Infine in settimana sono state messe sotto pressione i titoli delle società che si occupano di social: FACEBOOK, SNAP e TWITTER, in quanto tre senatori USA hanno presentato una legge che obbliga le società di social network a facilitare il trasferimento di dati da parte degli utenti che intendono abbandonare.
ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (10/28/2019)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.
Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.