In base ai numeri del passato ecco come proteggere i portafogli. Inoltre i titoli Usa e tedeschi più colpiti dalla crisi 2018. In estrema sintesi: bisogna puntare sulle evoluzioni di economia e finanza.
Cedole & dividendi
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La finanza fa troppe parole: dice e si contraddice, racconta spesso bugie e nasconde verità. Il perché è presto spiegato: la maggior parte di chi fa previsioni vive impressionanti conflitti di interesse. C’è un modo per proteggersi da tutto questo: credere solo nei numeri e nei grafici. Possono portare a conclusioni errate ma quanto meno sono onesti. Così oggi non diamo spazio alle dottrine ma solo ai numeri ribattendo a domande che forse vi siete posti tante volte anche voi.
► Quali sono i migliori mercati azionari su cui investire senza troppi choc?
Ecco la risposta riferita a tre distinti periodi (1990 -1999 / 2000 - 2009 / 2010 - 2016) – fonte iShares.
Non c’è una verità assoluta, il che contrasta con la solita manfrina degli Usa vincitori indiscutibili, dell’Europa sostegno dei portafogli e degli emergenti iper volatili. I numeri dimostrano (e il fatto è incredibile) che la stabilità si trova nell’intero fagotto degli emerging markets!
► Le obbligazioni proteggono ancora?
Qui la situazione si complica e la risposta diventa meno semplice a causa degli effetti distorcenti dei Quantitative Easing, soprattutto se prolungati. In teoria e in pratica la detenzione di obbligazioni è realmente protettiva e lo dimostra questo grafico di JP Morgan riferito – come spiega il titolo – a un confronto dall’ottobre 2007 (massimi dell’S&P 500) fino al termine del 2017, relativamente a tre scelte (puro azionario Usa – abbinata 60% azionario-40% obbligazionario e abbinata 40% azionario-60% obbligazionario).
Una parziale verità emerge: l’obbligazionario nel lungo termine protegge, soprattutto nelle fasi di eccessi di volatilità; tuttavia è ancora caro, perfino negli Usa, dove continua ad assumere il ruolo di anti choc, come confermano le ultime settimane, pur con una redditività netta – cioè extra inflazione – marginale.
► Cosa si deve inserire nei portafogli per stabilizzarli?
E’ il quesito del momento. Di nuovo JP Morgan fornisce un quadro chiaro analizzando i dati dei ritorni annualizzati nel periodo 1998-2017, il che ha comportato l’attraversamento delle peggiori bufere e delle migliori fase espansive per i mercati soprattutto azionari.
Reit = Real Estate Investment Trusts – società finanziarie attive nell’immobiliare - Gold = Oro – S&P 500 = Indice Standard & Poor 500 – 60/40 = Abbinata 60% azionario e 40% obbligazionario – Oil = Petrolio – 40/60 = Abbinata 40% azionario e 60% obbligazionario – Eafe = Azionario Europa/Australasia/Far East, ovvero Paesi ad alto sviluppo economico/sociale – Bonds = Obbligazionario puro – Homes = Investimenti immobiliari diretti – Average Investor = Media di rendimento dei portafogli – Inflation = Inflazione media.
I dati possono essere parzialmente contradditori rispetto a quelli precedenti ma occorre tenere presente i diversi periodi di riferimento. Comunque l’associazione fra immobiliare (soprattutto finanziario), oro e azionario Usa costituisce un buon modo per garantire una crescita regolare nel tempo di un patrimonio. Così è stato finora, ma una voce non compresa sta sempre più emergendo: è la tecnologia. Proviamo allora a rivedere il sodalizio, ipotizzandone uno diverso rispetto a quello formulato dai numeri: oro, azionario tecnologico quasi solo Usa, azionario Paesi emergenti e immobiliare. L’obbligazionista inserisce poi una quinta voce: un pò di bond inflation linked.
► C’è il rischio che d’ora in poi la volatilità diventi una costante dei mercati? Quali asset possono proteggere da questo fattore di incertezza?
Rispondere nel breve periodo è – constatazione un po’ assurda – più difficile che riflettere in una prospettiva di lungo. La variabile di incertezza sta nell’abbinata volatilità/inflazione e i tre strumenti utili per combatterne l’impatto sono azionario globale (cioè riferito a tutti i mercati), oro e bond “inflation linked”, sebbene solo il primo sarà probabilmente in grado nei prossimi dieci/venti anni di garantire un ritorno reale, ovvero superiore al rialzo del costo della vita. E proprio l’azionario globale – paradosso forse non facile da capire – riuscirà a tutelare dalla volatilità, se acquistato con piani di accumulo. Quali settori contribuiranno maggiormente? Le ricerche basate sui numeri degli ultimi anni forniscono un quadro preciso: small cap (in cui si innesta il comparto delle nuove tecnologie in ascesa), mercati emergenti e area del Pacifico, escluso il Giappone. Queste componenti saranno in grado assieme di combattere inflazione e volatilità, con tassi di crescita stimati oltre il 5% annuo. Non c’è nella lista l’immobiliare, che comunque si colloca subito dopo, a condizione però di riassettare continuamente il patrimonio, a causa di evoluzioni tecnologiche che modificheranno il settore. Dove la volatilità delle quotazioni subentrerà ai tipici trend alternativi di su e giù registrati negli ultimi trent’anni.
► E i numeri riferiti all’azionario cosa dicono dei singoli titoli?
Quelli che hanno subito le maggiori pressioni ribassiste sono potenzialmente i più interessanti per futuri sostanziosi rimbalzi? Il 2018 è stato molto intrigante da questo punto di vista e potrebbe comportare una reazione nel medio termine. Segnaliamo così i titoli più puniti (per vicende spesso profondamente diverse) relativamente ai due mercati d’eccellenza: Wall Street e Dax.
Dow Jones
Goldman Sachs Group |
-34,4% |
IBM |
-25,9% |
Dow DuPont |
-24,9% |
Caterpillar |
-19,4% |
3M |
-19,0% |
Exxon Mobil |
-18,5% |
S&P 500
Coty |
-67,0% |
Mohawk Industries Inc |
-57,6% |
General Electric |
-56,6% |
Invesco |
-54,2% |
Western Digital Corp. |
-53,5% |
Newfield Exploration Co. |
-53,5% |
Nasdaq
Western Digital Corp. (1) |
-53,5% |
JD Com |
-49,5% |
Kraft Heinz |
-44,7% |
Wynn Resorts |
-41,3% |
Liberty Global |
-40,5% |
Ctrip.com |
-38,6% |
(1)Presente anche sull’S&P 500
Dax
Deutsche Bank |
-52% |
Covestro |
-48,5% |
Continental |
-46,8% |
Thyssenkrupp |
-41,6% |
HeidelbergCement |
-40,5% |
Deutsche Post |
-40,1% |
Come proteggersi dagli “up” e “down” dei mercati nell’ambito dell’azionario? C’è chi ritiene che la soluzione di compromesso stia nel creare un portafoglio di titoli bastonati durante l’anno precedente. Certe volte la strategia è stata vincente e altre volte no. Se funzionerà nel 2019 è impossibile prevederlo ma quello che impressiona è l'accertare come siano i vecchi modelli di business a essere in crisi. Ne consegue la conferma che pescare nel nuovo rappresenta il miglior modo per affrontare le sfide economiche e finanziarie del futuro.
Le domande da porsi sarebbero anche tante altre. Per oggi abbiamo risposto ad alcune delle più diffuse.