Riprendiamo le nostre analisi dopo la pausa estiva, durante la quale il leitmotiv per il mercato obbligazionario è stato indubbiamente il nuovo attacco speculativo nei confronti del nostro debito pubblico con giochi di vario genere sullo spread. Ormai lo sappiamo, e lo avevamo anche preventivato, la volatilità ci accompagnerà ancora per qualche tempo.
Non è infatti un mistero che da diverse settimane i valori riflettono una speculazione più sulle parole e sulle dichiarazioni dei nostri politici piuttosto che su veri fatti e veri numeri. E grazie al cielo queste considerazioni iniziano ad apparire anche sulla stampa specializzata per voce di grossi player come gestori di apprezzate case d’investimento. Come a dire, giustamente si inizia a considerare che forse si è e si sta un po’ esagerando sul nostro conto.
Buona la ripresa di questi ultimi giorni, che ora cerca una stabilizzazione in attesa dell’appuntamento di fine mese ove sarà presentato il Def e si passerà quindi dalle parole ai fatti. Il documento della legge di bilancio conterrà nero su bianco le manovre che saranno messe in campo e indicherà la fonte delle risorse necessarie per attuare tale programma. Ne consegue che un documento con un deficit lontano dalla soglia del 3% darebbe impulso ad un recupero importante per le obbligazioni di casa nostra.
Tuttavia in questi prossimi giorni le quotazioni potrebbero rimanere volatili e nervose poiché molto probabilmente continueranno ad essere “guidate” dalle dichiarazioni, sia in senso positivo sia in senso negativo. Situazione quindi molto fluida e volubile ma dalla quale, onestamente, non mi aspetto grandi sorprese. Personalmente sono dell’idea che il Def non sarà apertamente in dispregio dei parametri fondamentali per cui il nostro debito pubblico dovrebbe tirare il fiato in modo consistente e duraturo.
In questo contesto i rendimenti impliciti sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto all’ultima analisi precedente la pausa estiva. La nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra infatti questa settimana rendimenti impliciti fermi rispetto alla scorsa rilevazione. Sul tratto a lunga rimaniamo in area 1,50% per le scadenze dal 2040 per arrivare in area 1,54% per le scadenze dal 2048; sulla scadenza a 10 anni siamo sempre in area 0,90%. Sempre stabile anche la parte a breve che mantiene la sua inclinazione come già osservato nelle precedenti analisi. Piuttosto fermi anche i forward su Euribor 6 mesi, che solo sul tratto a lunga rosicchiano qualche bps portandosi in area 2,06% mentre rimangono piatti sulla parte a breve.
Poco evidenti i movimenti sui rendimenti dei benchmark decennali, così come sugli spread contro Bund, salvo come già detto per l’Italia e un po’ in generale per i c.d. periferici. Il decennale tedesco rimane in area 0,40% di rendimento (0,38% attuale contro 0,41% della scorsa rilevazione), la Francia rimane ferma allo 0,71% e l’Irlanda si porta a 0,88%. Per ciò che concerne i periferici, il nostro Btp sale al 2,90% di rendimento, il Portogallo sale a 1,89% e la Spagna va all’1,46%. A livello di spread Vs Bund, allarga in po’ l’Italia e quindi abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 150 bps, 108 bps e 252 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati la situazione prospettica inizia a mostrare qualche piccola variazione. Trendycator rimane NEUTRAL sull’area UK ma si pone al ribasso sull’area BUND, cosa che non succedeva dal 2016. L’area UK sale un po’ e si porta a ridosso di area 1,40% di rendimento, mentre il decennale tedesco pur rimanendo in area 0,40% inizia a mostrare debolezza. Probabile che tale evidenza sia solo dovuta ai “giochi” sullo spread per quanto detto sopra, poiché se confermata tale impostazione prospetterebbe un rendimento del Bund in forte contrazione che francamente è poco aderente alle evoluzioni attese per il mercato obbligazionario. Ovviamente in salita il rendimento del nostro Btp che si assesta poco sotto il 3% dopo essersi riproposto verso i massimi precedenti in area 3,25%; sempre LONG l’impostazione di Trendycator (verde). Prosegue di fatto il consolidamento per l’area USA, sempre nell’intorno di area 3% di rendimento con Trendycator ora in zona neutrale.
Il bond della settimana
Il bond HY che analizziamo oggi è un titolo governativo emesso dalla Repubblica dell’Egitto. Il Paese sta affrontando una situazione non semplice anche se il Governo già da qualche tempo ha messo in pratica alcune manovre per cercare di favorire l’attività economica. Purtroppo non abbiamo dati molto recenti a livello macro e possiamo riferirci solo a quanto disponibile ad oggi.
Gli ultimi dati del Ministero delle Finanze dell’Egitto (riferiti al 2017) indicano, per l’intero anno fiscale 2016/2017, una crescita del PIL in termini reali del 4,2%, in omeopatica diminuzione rispetto all’anno precedente. Va detto che tale livello di crescita risulta superiore alle stime delle principali organizzazioni internazionali. Il Paese sta cercando di effettuare una non facile transizione da condizioni di pesanti rigidità e bassa liquidità verso una condizione più orientata su criteri di mercato.
Sul fronte fiscale si è osservato un debole deterioramento dei conti pubblici: il disavanzo pubblico 2015/2016 in rapporto al PIL è aumentato al 12% rispetto all’11,5% del precedente anno fiscale, a causa della contrazione delle entrate non compensata da una sufficiente riduzione della spesa pubblica. Da qui il Governo ha quindi implementato una serie di misure di austerità tese a consolidare i conti pubblici. Le aspettative per l’anno fiscale 2016/17 indicavano un deficit pubblico intorno al 10,9% del PIL e quindi in calo dal 12% del precedente anno fiscale. Tuttavia non abbiamo dati per confermare tale valore e inoltre va tenuto conto che nel piano di rientro concordato con l’FMI tale valore doveva essere al 10%. Ad ogni buon conto l’accordo con l’FMI è stato ratificato per cui al momento il sostegno all’Egitto è ancora fattivo.
Il bond analizzato è un tasso fisso, collocato a 100,00 ad aprile 2018, ISIN XS1807306300, corrisponde una cedola annua del 4,75%; emesso per un ammontare di 1 Mld Euro, rimborso in unica soluzione alla pari il 16.04.2026. Il bond è negoziabile su OTC per importi minimi di 100.000 Euro.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.