Sia finanziari sia economici. Il quadro generale delle Borse (in particolare Usa e Giappone) resta superlativo e i timori per un rallentamento del Pil mondiale si riducono.
Cedole & dividendi
Il report della domenica è “free”. Quelli degli altri giorni disponibili solo per gli abbonati.
La tradizionale valutazione del rischio attraverso la lettura di una molteplicità di dati riferiti ai mercati finanziari e all’economia vede questa volta uno scenario meno teso rispetto a quello delle precedenti analisi. L’interpretazione è di breve/medio termine e non esclude evidentemente improvvisi picchi di tensioni dovute a fattori imprevedibili.
Indicatore/parametro |
Valore |
Segnale rischiosità |
Responso |
S&P Vix |
11,7 |
Basso |
Scende sotto quota 12 e torna sui minimi assoluti |
Dax Vix |
13,4 |
Basso |
Riatterra su valori molto bassi dopo un periodo di continue oscillazioni |
S&P 500 vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
+6,5% |
Basso |
Il divario positivo resta elevato e tutti gli indicatori tecnici dicono “buy” anzi “strong buy”. I segnali macro permangono molto positivi. Qualsiasi consiglio di cautela viene così regolarmente smentito |
S&P 500 Earnings Yield (media degli utili delle società quotate rispetto a valore indice borsistico – in termini più semplici indica la percentuale di ciascun dollaro investito su un titolo trasformata in profitti dalla società – al 4% scatta di solito un segnale di allarme) |
3,94% |
Alto |
E’ sceso per la prima volta sotto la barriera dei 4, considerata l’inizio dell’abisso. In teoria, perché nei fatti la marcia dell’S&P 500 non ha freni. E’ evidente che siamo in una situazione in cui le regole non valgono più. Fino a quando? |
Nasdaq vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
+7,4% |
Basso |
Per ora nessun segnale di inversione |
Dax vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-1,5% |
Medio |
Migliora il quadro dell’indice tedesco, con solo le medie mobili lunghe che restano ancora sopra il suo valore |
Ftse Mib vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-3,7% |
Medio |
Il gap scende nettamente rispetto alla precedente rilevazione e buona parte degli indicatori dice “buy”. La crisi estiva sta per diventare un ricordo? |
Nikkei vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
+6,4% |
Basso |
Performance eccezionale quella delle ultime due settimane, con i massimi storici sempre più messi alle spalle di giorno in giorno |
Shanghai vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-9,3% |
Medio |
Si era oltre il -15% all’ultima rilevazione. Da allora è tornato in scena il segno “buy” e le distanze si sono nettamente accorciate |
Investor Us sentiment (riportiamo il dato riferito ai “bullish”, cioè ai rialzisti) |
32% |
Medio |
Stranamente il sentiment è meno positivo di quanto Wall Street – con i suoi numeri – lasci intendere. E’ un pareggio di fatto fra “bullish”, “neutral” (35,9%) e “bearish”/ribassisti (32%) |
Yield Us Treasury 10 anni |
3,07% |
Medio |
Finalmente la dinamica dei rendimenti riprende la sua corsa davanti a una politica dei tassi Fed ancora rialzista. E’ un segnale di normalizzazione |
Us Treasury 10-2 years yield spread |
0,26% |
Alto |
Gli analisti continuano a minimizzare quest'anomala situazione di una curva dei rendimenti Usa sempre più piatta. Qualche dubbio che abbiano ragione è comunque legittimo. JP Morgan l’attribuisce al Qe Usa degli ultimi anni |
Yield Us High Y. Bond (rendimento delle obbligazioni con rating sotto la BBB-) |
6,21% |
Basso |
Dopo la lenta risalita di inizio 2018 sta appiattendosi e la nostra valutazione passa da medio a basso rischio |
Yield Bund 10 anni |
0,46% |
Medio |
Giovedì ha toccato lo 0,5% per poi ridiscendere un po’. La propensione al rischio si alza |
Yield Btp 10 anni |
2,83% |
Medio |
Da alcuni giorni si è stabilizzato, sebbene resti fra i più alti delle economie occidentali. C’è chi scommette su una discesa sotto il 2,5% |
$ Index |
93,8 |
Basso |
E’ sui livelli minimi dell’ultimo trimestre e non sembra voler impensierire |
Cambio €/Yuan |
8,05 |
Alto |
L’indebolimento pilotato da Pechino prosegue e potrebbe penalizzare le esportazioni europee |
Inflazione Usa (dato riferito all’indice dei prezzi al consumo Cpi) |
2,7% |
Alto |
Scende rispetto alla rilevazione di luglio (2,95%) e c’è chi la vede presto al 2,6%. Resta in ogni caso motivo di preoccupazione |
Inflazione Ue (dato riferito all’indice dei prezzi al consumo Hcpi) |
2,14% |
Alto |
Tutti minimizzano, salvo i risparmiatori che stentano a riadeguare i rendimenti reali, depurati appunto dall’inflazione |
Inflazione Italia (dato riferito all’indice dei prezzi al consumo Cpi) |
1,67% |
Alto |
Nessuno evidenzia il netto scatto all’insù in un quadro di salari stabili e di tassi sempre a zero |
Economia Usa |
▲ |
Basso |
Tutto bene con indici di fiducia al rialzo, disoccupazione ai minimi e produzione industriale con il segno positivo |
Economia Ue |
► |
Basso |
La flessione ad agosto dell'indice di fiducia per consumatori e imprese dell'eurozona potrebbe essere stata solo momentanea. Non può portare a valutazioni negative, sebbene non ci sia quello sprint che ci si aspettava |
Economia Italia |
▼ |
Medio |
Va controcorrente e, nonostante la sostanziale tenuta della crescita internazionale, rallenta, rivelandosi l'unico caso tra i Paesi del G7. Intanto l'Istat ha pubblicato i dati a fine luglio annunciando che nel secondo trimestre dell'anno il Pil è cresciuto dello 0,2% contro lo 0,3% dei primi tre mesi. Le vicende politiche hanno però avuto un loro peso, soprattutto sul sentiment delle imprese |
Quotazione oro |
1.203 $ |
Basso |
Per ora resta sul supporto psicologico dei 1.200 ma c’è chi la prevede al rialzo nei prossimi mesi |
Baltic Dry (indice di andamento del costo del trasporto marittimo nel settore dry bulk cargo) |
1.366 |
Medio |
E’ un indice molto sensibile all’andamento dell’economia mondiale. Nell’ultimo anno si è mosso fra un minimo a 948 e un massimo a 1774 |
I segnali di rischiosità restano attestati sul basso/medio livello ma sono soprattutto le Borse a ridare fiducia. Non è euforia ma quasi. Quanto durerà? Il maggiore motivo di preoccupazione resta quello inflattivo, poiché colpisce duramente il rendimento reale dei portafogli.