Mercati, i dieci maggiori rischi da qui a fine anno


La politica in primo piano ma anche le Banche centrali, la troppa leva, i Faang e le elezioni Ue del 2019. Con un’incertezza di fondo, le economie cinese ed europea.

Cedole & dividendi

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Cosa ne pensano i grandi gestori dei mercati da qui all’inizio del 2019? Le opinioni sono talmente confuse, discordanti e varie che riportarne un sintesi risulterebbe dannoso per le vostre scelte di investimento. Abbiamo allora ruotato il tema, ponendolo in termini di quali siano i maggiori rischi potenziali per i prossimi mesi. Ne esce una classifica basata sulla concordanza di convincimenti riferiti alle maggiori società del risparmio gestito.

Elezioni decisive

Il 6 novembre si vota negli Usa per le cosiddette Midterm, relative a un elevato numero di seggi alla Camera dei Rappresentanti e minore per il Senato. Di solito la maggioranza che guida il Paese viene sconfitta ma per il 2018 l’incertezza è totale. Se i Repubblicani fossero battuti si aprirebbero scenari di tensione per Trump. E’ un’elezione da seguire con estrema attenzione. Poco prima (7 ottobre) ci saranno votazioni generali in Brasile. In vantaggio risulterebbe l’esponente di destra Jair Bolsonaro. In caso di un risultato confuso un altro Paese emergente – dopo Venezuela, Argentina e Turchia – rischierebbe una profonda crisi.

Scontato, il tema dazi

A poca distanza – ma comunque al secondo posto – la battaglia commerciale fra Usa e Cina e Usa ed Europa. Se Trump vincesse le elezioni di Midterm le tensioni potrebbero attenuarsi ma se le perdesse…

Le legge di Bilancio italiana

Argomento scontato e di cui si parla ogni giorno sui media generalisti. Inutile aggiungere altro! Occorre solo attendere la sua definizione, sperando che si evitino anticipazioni da parte di politici troppo linguacciuti. A inizio settembre era al primo posto nella classifica dei potenziali rischi.

Bassa volatilità = troppa leva

A sorpresa al quarto posto emerge un tema assolutamente finanziario. Tanti investitori sono a leva, spinti da mercati poco volatili. Un esempio? Dalla piattaforma di Fineco emerge che percentuali molto elevate di clienti hanno in portafoglio certificati a leva 7 sul Ftse Mib (long e short). Ed è nulla rispetto ai gestori di fondi.

Bce ambigua

Lo si dice in maniera diplomatica ma la fiducia nella capacità della Banca centrale di Francoforte di gestire il rialzo dei tassi è bassa. Cosa uscirà dai consigli direttivi del 25 ottobre e 13 dicembre? L’incerta conferenza stampa di Draghi di questa settimana ha deluso: troppi aspetti di cui non si sarebbe parlato nel consiglio del 13 settembre. Forse per mancanza di accordo?

Un’economia mondiale in frenata

Non preoccupa più di tanto ma il timore c’è e riguarda soprattutto la Cina e il mancato rialzo delle quotazioni delle materie prime, atteso da tempo. Dipende da fattori politici (guerra dei dazi), come si dice, o da un rallentamento della forza produttiva a livello mondiale?

I Treasuries che hanno rendimenti reali quasi a zero

Agosto 2018 su agosto 2017 l’inflazione Usa ha toccato il 2,7%, mentre a luglio era addirittura al 2,95%. Il Treasury decennale rende il 3%. Congresso e Trump aggravano però le pressioni inflazionistiche chiedendo intanto alla Fed di rallentare sul rialzo dei tassi. Attenzione, il meccanismo sta per incepparsi.

Un rischio potenziale, quello di credito

Finora lo si è minimizzato ma oggi a preoccupare il mercato appare più che il rialzo dei tassi (per ora ben gestito negli Usa, senza crolli delle quotazioni obbligazionarie) un altro aspetto: il rischio di credito degli emittenti, soprattutto oltre Oceano. I margini di profitto si stanno riducendo, perché il costo del lavoro sale. C’è il pericolo che qualche trimestrale deluda vistosamente, impattando sui rating.

Faang a fine ciclo?

Gli shortisti stanno cominciando a colpire Amazon, Apple, Alphabet/Google, Netflix e Facebook. Si inizia a temere una violenta caduta delle loro quotazioni a Wall Street. C’è chi mette questo argomento in testa alle proprie preoccupazioni.

10°

L’Europa che frena in attesa delle elezioni Ue

Tutte le tensioni politiche degli ultimi mesi in Europa dipendono dall’avvicinarsi delle elezioni. Gli euroscettici potrebbero vincere in vari Paesi, a cominciare dalla Francia, e conquistare un peso importante nel Parlamento di Bruxelles. Intanto l’economia comincia a dare segnali di rallentamento e qualcuno teme che fra i due aspetti ci sia una correlazione. Sarà di certo questo il rischio destinato a scalare la classifica nei prossimi mesi.

Noi italiani, come sempre concentrati sulla realtà di casa nostra, spesso non ci accorgiamo che i fattori di incertezza finanziaria sono molto più ampi a livello mondiale rispetto a quelli interni. Alla testa dei potenziali rischi si collocano infatti Trump, i dazi e le Banche centrali. Tutto il resto è contorno.

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