Commodities week – l’oro lotta con i 1200 $. Il resto si muove un po’


Segnali ancora molto incerti per il metallo prezioso. La mini debolezza del dollaro riporta acquisti su alcune materie prime.

Hot markets

Inizio di settimana agitata per le materie prime, grazie in parte alla maggiore debolezza del dollaro. Sulle medie mobili a 5 e 10 sedute “daily” ritornano dei “buy” ma è poca cosa in un contesto ancora fragile. Il quadro in apertura di lunedì evidenzia questa situazione:

► segnale verde solo per il Brent Oil

► miglioramento per i metalli industriali, ma unicamente sulle periodicità corte, e per il cacao

► ancora decisamente negativo il nickel.

Oggi facciamo però il punto sull’oro, che si muove a cavallo dei 1200 $, con un marginale tentativo di rimbalzo rispetto al calo di metà agosto.

Ecco i riferimenti grafici per il future espresso in dollari:

Operatività di breve periodo

Supporto

1.173,8 $

Resistenza

1.241,8 $

Operatività di lungo periodo

Supporto

1.130,6 $

Resistenza

1.363,0 $

L’attuale fase di incertezza è dimostrata dall’apertura questa mattina sui 1.211 $, in leggero ritracciamento. Le medie mobili si dividono nel giudizio sul metallo: sei dicono “buy” e sei “sell”. Attenzione però ad alcuni indicatori esposti sull’“overbought”.  Quindi l’indecisione resta ancora tale.

In relazione al quadro generale di oro e argento presentiamo un recentissimo report di Ubs sui due metalli preziosi. Lo proponiamo, sebbene vada decifrato con tutto il distacco che consigliamo sempre nei confronti delle prese di posizione dei big del mondo finanziario. Vi si legge: “La forza del dollaro non costituisce una situazione ideale per un paniere di metalli preziosi con esposizione ad argento e oro, a causa dell'attuale correlazione negativa tra i metalli preziosi e il greenback. Il calo degli indicatori anticipatori globali manifatturieri Pmi e le attuali tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbero portare a un indebolimento della domanda industriale dell'argento, rimasta solida fino adesso. Al contempo, poiché i mercati azionari statunitensi sono a livelli record, gli investitori non hanno dovuto coprire la loro esposizione al dollaro nonostante il deterioramento di altri asset. La bassa volatilità del mercato Usa ha reso particolarmente interessanti gli attivi che versano dividendi: pertanto gli investitori finanziari hanno liquidato le loro posizioni in oro e argento.

La nostra nuova prospettiva di un ulteriore apprezzamento del dollaro statunitense a breve termine potrebbe decretare una diminuzione dei prezzi di oro e argento nelle prossime settimane. Abbiamo perciò abbassato le previsioni relative ai prezzi di entrambi.

Tuttavia l'elevato posizionamento short nel mercato a termine rende oro e argento suscettibili a un'inversione di tendenza e la nostra previsione a 12 mesi indica un aumento delle quotazioni. Comunque temporeggiamo e non suggeriamo di aggiungere nuove posizioni nei due metalli preziosi al momento, a causa del rischio elevato di un'ulteriore diminuzione a breve termine. A nostro parere gli investitori in oro orientati a lungo termine dovrebbero conservare le loro posizioni, poiché manteniamo una prospettiva positiva per il metallo”.