Lo confermano la compressione degli yield di Bund e Treasuries e la corsa a dollaro e franco svizzero. Solo Wall Street resta all’insegna dell’ottimismo. Attenzione all’esplosione dell’inflazione!
Cedole & dividendi
Il report della domenica è “free”. Quelli degli altri giorni disponibili per gli abbonati.
Le tensioni sui mercati sono evidenti ma fino a che punto possono spingersi? Una fotografia della situazione dalla tradizionale ricerca di Lombard Report, basata su differenti indicatori riferiti non solo alla finanza ma anche all’economia.
Indicatore/parametro |
Valore |
Segnale rischiosità |
Responso |
S&P Vix |
12,6 |
Basso |
Molto volatile fra minimi su 12 e massimi su 18 |
Dax Vix |
17,9 |
Medio |
Sta cercando di salire oltre quota 20, sebbene non ci riesca |
S&P 500 vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
+4,9% |
Basso |
Il divario resta elevato, con l’impressione però che l’indice Usa sia ora realmente tirato |
S&P 500 Earnings Yield (media degli utili delle società quotate rispetto a valore indice borsistico – in termini più semplici indica la percentuale di ciascun dollaro investito su un titolo trasformata in profitti dalla società – al 4% scatta di solito un segnale di allarme) |
4,05% |
Medio |
Si è quasi al 4%, dove scatterebbe un’avvisaglia di tensione. Lo si dice da tanto tempo ma questo indicatore va interpretato come segnalatore di tensioni future |
Nasdaq vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
+7,2% |
Basso |
Il distacco si è un po’ ridotto rispetto a un mese fa; rimane comunque sempre cospicuo |
Dax vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-4,1% |
Elevato |
Accelera il calo dell’indice tedesco, che si caratterizza fra l’altro per tutte le medie mobili in rosso e per molti indicatori posti sul “sell” |
Ftse Mib vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-9,5% |
Elevato |
Il gap cresce e la valutazione complessiva per il nostro indice è quella di “strong sell” |
Nikkei vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-0,6% |
Medio |
Anche l’indice giapponese passa sul negativo, sebbene in realtà si stia muovendo da alcune settimane in un trend laterale |
Shanghai vs media 200 (distanza positiva o negativa fra indice e media mobile) |
-15,8% |
Alto |
Tutti attendono un rimbalzo dell’indice cinese, che però non si manifesta. Anzi il quadro continua a peggiorare |
Investor Us sentiment (riportiamo il dato riferito ai “bullish”, cioè ai rialzisti) |
36,2% |
Medio |
Gli ottimisti scendono un po’ ma restano in testa alla classifica rispetto a neutrali e ribassisti |
Yield Us Treasury 10 anni |
2,86% |
Alto |
La contraddizione fra una politica monetaria della Fed ancora più restrittiva e un rendimento del decennale Usa che scende conferma come il mercato punti a proteggersi da una correzione dei mercati azionari comprando - malgrado tutto - Treasuries |
Us Treasury 10-2 years yield spread |
0,24% |
Alto |
Il segnale peggiora ma gli analisti lo minimizzano, ritenendolo conseguenza del post tapering. Crederci? Forse è meglio di no |
Yield Us High Y. Bond |
6,24% |
Medio |
Lentamente risale e ciò è un fatto positivo, perché testimonia di una graduale correzione delle obbligazioni più rischiose |
Yield Bund 10 anni |
0,31% |
Alto |
Gli investitori vogliono ancora titoli tedeschi in portafoglio. Che tornano verso i minimi di rendimento dell’anno |
Yield Btp 10 anni |
3,13% |
Alto |
L’accelerazione delle ultime settimane preoccupa. Solo colpa della politica? |
$ Index |
96 |
Medio |
Sale di nuovo verso quota 100, il che per i mercati è motivo di tensione; ciò nonostante risulta un netto vantaggio per noi detentori di euro |
€ Index |
95,27 |
Basso |
Debole. La nostra economia necessita che sia ancor più fiacco |
Cambio €/Yuan |
7,86 |
Alto |
Giunto quasi a 8 ha poi corretto. La valuta cinese è pilotata nel suo indebolimento dalla volontà di Pechino di combattere i dazi Usa |
Inflazione Usa |
2,87% |
Alto |
Sempre molto alta su base annua, il che comporterà ulteriori incrementi dei tassi da parte della Fed |
Inflazione Ue |
2,1% |
Alto |
E’ l’aspetto più preoccupante perché le tensioni si manifestano nel più assoluto mutismo della Bce. Tutti in ferie? |
Inflazione Italia |
1,5% |
Alto |
Continua a lievitare sul traino della crescita dei prezzi dell’energia. Nessuno lo dice però perché ai “padroni del vapore” non conviene |
Ifo Germania (indice fiducia delle aziende) |
101,7 |
Medio |
Dopo il calo primaverile si è stabilizzato |
Fiducia imprese Italia |
105,4 |
Basso |
Il dato a luglio resta immutato |
Prezzi case Italia |
-0,4% |
Medio/basso |
Non ci sono novità. Il mercato è stabile |
Quotazione oro |
1.191 $ |
Basso |
C’è da chiedersi se una fase così depressiva non stia diventando un segnale negativo |
Regge l’azionario Usa rispetto sia a quello europeo sia a quello asiatico: le ricette di Trump (a dispetto dell’uomo) tengono bene. Molti indicatori sono però rivolti verso una propensione al rischio in calo da parte degli investitori e la conferma viene dai rendimenti in compressione di Bund e Treasuries e dal ritorno in voga del dollaro. Segnaliamo fra l’altro che anche il franco svizzero si sta rafforzando, malgrado gli sforzi opposti della Banca centrale di Berna. A nostro giudizio c’è poi il fattore inflazione in crescita che deve preoccupare, soprattutto per il silenzio della Bce, sempre più condizionata da astruse valutazioni teoriche e lontana dalla realtà dei mercati (non quelli finanziari ma quelli dove si vendono patate e carote!). I prezzi reali infatti sono in accelerazione e alla grande industria e distribuzione una simile perdita di contatto dalla verità fa solo bene. Uno dei motivi della forte debolezza dei Btp – oltre all’attesa per la Legge di Bilancio 2019 – sta anche in questo: inflazione in “upside” vorrà dire prima o poi tassi più alti e quindi costo del nostro debito in aumento…Quando ci sveglieremo?