Per tanto tempo in testa alla classifica degli scambi “long” è stata poi saggiamente abbandonata al suo trend “short”. Risulta protagonista di agosto ma è poca cosa rispetto al crollo degli ultimi anni.
Hot markets
La rassegna settimana delle commodities evidenzia un’onda rossa. Utilizzando infatti, come strumento di analisi, le medie mobili riferite ai future, il verdetto è desolante. In quello che doveva essere l’anno delle materie prime, il segno più si è disfatto come l’ultima neve in montagna sotto i raggi di un torrido sole agostano. Non ne resta traccia! A causa della guerra dei dazi e – ma in parte marginale – del rafforzamento del dollaro, il quadro generale si struttura così:
● in rialzo solo il gas naturale;
● tiene il wheat (grano), protagonista delle settimane scorse, sebbene in calo nelle ultime ore di venerdì;
● tutto il resto è ribassista, con soli micro recuperi da parte di oro e alluminio nella fascia corta delle medie mobili, cioè a 5 e 10 sedute.
I fattori che spingono il gas naturale sono soprattutto politici, essendo in corso un confronto abbastanza serrato fra Unione europea e Usa per una maggiore diversificazione delle fonti da parte della prima, eccessivamente succube finora della Russia. Lo dimostra per esempio l’Italia, che si rifornisce in maniera polarizzata da tre aree geografiche eternamente in tensione, ovvero Russia appunto, Algeria e Libia.
L’analisi grafica del future sul gas naturale, riferito – occorre ricordarlo – a quello statunitense, ha dimostrato volatilità da maggio in poi, con una fase rialzista più accentuata dal 24 luglio. Delle ultime 13 sedute ben 11 hanno registrato il segno più ma il movimento ha perso forza nelle ultime ore. Tuttavia la media mobile a 200 è diventata positiva e si sta inclinando all’insù. Una vera conferma di proseguimento del trend verrebbe però solo da una decisa rottura della resistenza collocata nell’area dei 3,02 $ contro l’ultima chiusura a 2,936.
Declinata questa materia prima sul relativo Etc più trattato a Borsa Italiana, ovvero l’Etfs Natural Gas (Isin GB00B15KY104), con valuta di denominazione chiaramente il dollaro, si nota un andamento abbastanza corrispondente, con il fattore cambio che costituisce elemento in parte di disallineamento: venerdì ha infatti già preso contatto con la propria resistenza a 0,029 euro, chiudendo la seduta esattamente su questo valore.
Sia chiaro: la debolezza strutturale del gas naturale, sempre vicino ai minimi storici, resta inalterata, mentre si è definitivamente esaurita la forte propensione all’acquisto verso questa commodity da parte degli investitori italiani, spesso pervicacemente esposti sul “long” di una materia prima fortemente impostata in un trend shortista.