Radio Borsa: per i big del gestito si va verso un “bear market”. Se mini o maxi non si sa


Molti sono concordi nel vedere un quadro fosco, conseguenza della guerra dei dazi. Ma sui rimedi per i portafogli c’è confusione o discordanza. I vari livelli dei maggiori listini da monitorare.

Cedole & dividendi

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Guardate i grafici di S&P 500 e Nasdaq: forse ve li sognerete per un certo tempo. Dopo nove formidabili, indimenticabili e spumeggianti anni potrebbero presto registrare la prima vera (e forse profonda) inversione. Il motivo è chiaro: la guerra dei dazi – per quanto eccessivamente verbale – farà dei danni, seppure ci sia da credere che presto o tardi Trump dovrà rendersi conto degli effetti che comporterà. Eccola dunque scoperta la miccia tanto attesa che farà scoppiare i mercati borsistici. Wall Street ha superato in quasi un decennio la fine del Quantitative Easing e altre difficoltà in diverse parti del mondo con cali tutto sommato contenuti. E la prossima volta?

Le correzioni dell’S&P 500

2010

Crisi Grecia

-16%

2011

Crisi debito Piigs Europa

-19%

2012

Timori sul tapering Fed

-10%

2015

Crisi borsistica cinese

-12%

2016

Crisi del petrolio

-10%

2018

Timori su inflazione

-10%

La media delle sei fasi correttive si ferma al 12,83% ed è questo un valore di riferimento da tenere sotto osservazione per quanto avverrà presto o tardi. Se si resterà sotto si tratterà di una limitata presa di profitti. Oltre di una vera crisi dei mercati.

I tempi di reazione dei vari cali registratisi dal 2010 in poi sono stati molto veloci e non si può escludere che ciò avvenga anche per il prossimo, sebbene questa volta i fattori in gioco siano più complessi e imprevedibili.

Il problema infatti sta nel capire come si articolerà il multiforme domino fra Borse, andamento del dollaro, rialzo (o riduzione?) dei tassi e curva dei rendimenti dei Treasuries. Ecco perché siamo andati a spulciare cosa ne pensano alcune delle maggiori case di investimento internazionali, riassumendone consigli e visioni.

Per Franklin Templetonoccorre ora sottolineare l’importanza di un processo d’investimento disciplinato che elimini la componente emotiva”.

Per BlackRockè chiaro che l’attenzione del mercato ai rischi legati al commercio globale è aumentata. Trump sta scuotendo il sistema postbellico del commercio globale e delle alleanze internazionali con l’obiettivo di ridurre il deficit commerciale Usa” Su cosa investire? “Oro e T-bond potrebbero registrare un rally, data la funzione di bene rifugio”.

Per Ethenea la recente svalutazione del renminbi è un buon esempio di alcuni degli effetti che impattano in modo negativo sull’equilibrio economico mondiale dalla guerra dei dazi Se guardiamo alle prospettive economiche, gli indicatori mostrano che l’economia mondiale sta perdendo slancio, tranne che negli Stati Uniti, dove si prevede ancora una crescita” Che fare? “Puntare su un’esposizione azionaria mirata, un allungamento selettivo delle duration mantenendole però sotto il benchmark e un attento monitoraggio del rischio di credito” (riferimento quest’ultimo all’Italia e ai Btp).

Per Pimco nei prossimi anni i mercati finanziari potrebbero andare incontro a una serie di 'bruschi risvegli'. L'economia globale sta uscendo dal periodo di straordinaria stabilità seguito alla crisi finanziaria globale e i cambiamenti in vista potrebbero essere sgradevoli per gli investitori. In Europa questa previsione sembra già concretizzarsi”. Come comportarsi? “Le prospettive dell'Eurozona nell'orizzonte di lungo periodo appaiono contrastate e sembrano ormai ripercuotersi sull'orizzonte ciclico. Crediamo che questo imponga di esercitare prudenza quando si investe nei titoli di Stato della periferia e più in generale negli attivi di rischio dell'area euro e che avvalori il nostro tema d'investimento di lungo periodo, che implica la rinuncia a parte del potenziale di rendimento in cambio della flessibilità del portafoglio”.

Per Ubs la crescita degli utili aziendali intorno al 15% anno su anno favorisce le azioni globali. Le società statunitensi, che rappresentano circa la metà di questo mercato sono sostenute dalle agevolazioni fiscali, dal piano di spesa pubblica e dalla vigorosa domanda nazionale e internazionale. In base al P/E, le valutazioni dei mercati azionari globali sono in linea con la media di lungo termine. Rimaniamo così in sovrappeso sulle azioni globali rispetto alle obbligazioni. Chiudiamo invece il sovrappeso sulle azioni dei mercati emergenti. Ultimamente i listini di quest’area hanno risentito del rimbalzo del dollaro su base ponderata per l’interscambio e sono esposti così a maggiori rischi.

Ma c’è anche chi si esprime in maniera opposta: ClearBridge Investments, società di investimento collegata a Legg Mason, esprime valutazioni positive per Wall Street, almeno fino alle elezioni Usa di mid term, che si terranno in autunno. Lo sostengono in base a un’analisi storica dell’S&P 500, che dal 1950 ha sempre fatto registrare un balzo medio del 15% dopo il voto, grazie a un netto legame fra ciclo economico e ciclo presidenziale. La statistica reggerà anche questa volta?

Previsione completamente disallineata quella di Schroders, secondo cui sono “due le questioni che emergono chiaramente. Anzitutto, aumentare le tariffe doganali genera una maggiore inflazione. L'altro aspetto che notiamo è dato dal dollaro statunitense che diventa più forte man mano che gli altri Paesi tagliano i tassi d'interesse per compensare l'impatto delle stesse tariffe".

Infine Hermes Investment Management analizza alcuni punti fondamentali: 1°) la volatilità di tutti gli asset è destinata ad aumentare. Il che comporta la necessità di ridurre le leve laddove utilizzate. 2°) le correlazioni dal 2007 sono risultate allineate ma ora è probabile che gli investitori debbano adeguarsi a una realtà diversa costruendo in maniera differente portafogli e gestione del rischio. 3°) attenzione alla liquidità del debito societario, cioè delle obbligazioni “corporate”. 4°) il fattore politico diventa molto instabile per l’inasprirsi delle tensioni derivanti dalle guerre commerciali, con un rischio “eventi” che sale. 5°) ci sono nuove crisi da affrontare, per esempio quella dell’acqua: stiamo infatti per scontrarci con un crescente squilibrio idrico.

In sintesi la maggior parte dei gestori istituzionali si dichiara preoccupata dei trend borsistici futuri: lo è una percentuale (stima nostra) fra il 65 e il 75%, con solo alcune eccezioni che ragionano su visioni specifiche di situazioni riferite soprattutto a Wall Street, forse meno esposta alle variabili macroeconomiche. In tutto questo non resta che stabilire dei livelli di salvaguardia per i maggiori listini internazionali (extra Ftse Mib, che viene inevitabilmente trainato). Solo così si può garantire un effettivo controllo del rischio in un quadro in forte evoluzione.

Borsa indice

Ultima quotazione

Supporto chiave

Variazione in %

Cac 40 (Francia)

5.398,3

5.068,8

-6,2%

Dax 30 (Germania)

12.561,4

11.777,0

-6,3%

Eurostoxx 50 (Ue)

3.460,0

3.278,4

-5,3%

Nasdaq (Usa)

7.820,2

6.772,2

-13,4%

S&P 500 (Usa)

2,801,8

2.581,6

-7,9%

E infine le volatilità medie

Borsa

Valore

Cac 40 (Francia)

13,2%

Dax 30 (Germania)

15,9%

Eurostoxx 50 (Ue)

13,7%

Nasdaq (Usa)

18,8%

S&P 500 (Usa)

16,6%

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