World Economic Forum ha da poco pubblicato talune stime sul rapporto deficit /pil di parecchi Paesi.
Spicca il Giappone con il 239% (anche se si afferma spesso che tale debito è praticamente soltanto interno), segue la Grecia con il 181%, l'Italia con il 134%, il Portogallo con il 130%, Cipro con il 108%, gli USA con il 107%, il Belgio con il 105%, la Spagna con il 99%. La Germania denuncia un rapporto di 67%.
Chiaramente la nostra situazione è insostenibile sul lungo termine. Da moltissimi decenni tutti i Governi italiani hanno sempre chiuso l'esercizio finanziario in forte deficit ed il rapporto è cresciuto quasi sistematicamente. Si sono gettati al vento gli anni di sviluppo economico europeo (fino al 2007) senza intervenire. In seguito la mazzata della crisi del 2008 e del 2011 ha dato il colpo di grazia ad ogni velleità di contenimento del debito. La politica ha preferito chiudere gi occhi nonostante l'aggravamento annuale del debito e la demagogia ha sempre prevalso.
Eppure una magistrale analisi dei pericoli del debito pubblico era stata pubblicata nel libro "Come finirà'" di Jacques Attali, primo presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Una lettura tassativa per tutti i nuovi parlamentari operanti nel settore finanziario ed economico.
Visto che la suddetta preoccupante situazione che aleggia da decenni sulla nostra economia vogliamo ricordare la proposta, lanciata da Milano Finanza con esimi economisti anni fa, (il c.d "tagliadebito") che prevedeva il conferimento di una parte del patrimonio immobiliare statale e regionale in un Fondo sottoscrivibile dai privati cittadini e dagli istituzionali contro la consegna di BOT e BTP che diverrebbero annullabili. Si parla di una cifra attorno ai 400/500 miliardi €. Il debito italiano scenderebbe da 2300 miliardi € a 1,800/1,900 miliardi €.
In tal modo i sottoscrittori di queste quote avrebbero una obbligazione garantita dal patrimonio sottostante (gli istituzionali costretti ad investire in titoli statali apprezzerebbero la maggiore sicurezza) ed il nostro debito pubblico scenderebbe di un 20%. Il famigerato rapporto sarebbe limato attorno a 110% facendoci rientrare tra le economie affidabili.
Milano Finanza, nell'articolo di fondo del Direttore Paolo Panerai del 2 giugno, al quale rimandiamo i lettori per maggiori dettagli, ha informato i lettori che la proposta del prof. Savona potrebbe contemplare la cessione nel patrimonio del Fondo anche di opere d'arte, in tal modo l'entità del patrimonio del Fondo potrebbe risultare superiore.
I Paese nordici non avrebbero più ragione per criticarci e noi potremmo sopportare la fine del QE senza eccessivi allarmismi.
Abbiamo già espresso la positività del Lombardreport.com nei confronti di questa proposta anni fa quando la stessa venne comunicata al largo pubblico, a maggior ragione la sottoscriviamo adesso, con un ammontare del debito ovviamente cresciuto a dismisura ed alla vigilia di un probabile rialzo dei tassi dell'euro per la prevista fine del QE.
Prima di cadere in un nuovo attacco speculativo con conseguente innalzamento dello spread sarebbe importantisimo che tale proposta venisse immediatamente esaminata dal nuovo Governo.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)