Solo con titoli nettamente sotto la pari e caratterizzati da elevata volatilità. Ne abbiamo selezionati tre, di cui due a tasso fisso e uno “inflation linked”.
Cedole & dividendi
Costruire un Pac con i Btp scesi di molto sotto 100? La domanda è ormai comune fra i piccoli e medi investitori, rimasti sorpresi della violenta correzione delle ultime settimane. Di fronte a un mercato incerto e un po’ impaurito dagli abili strateghi del terrorismo politico la tendenza di molti è di considerare i nostri titoli di Stato quasi carta straccia, destinata a prossime sicure ristrutturazioni. Nessuno lo può affermare così come nessuno lo può escludere. E’ indubbio che chi ha realizzato la tattica di un Pac sul Bund, da noi consigliata nel corso del 2017, oggi – forse a sorpresa – porta a casa plusvalenze interessanti. Lo stesso potrebbe avvenire per i Btp nei prossimi anni, soprattutto se i tassi di interesse in area euro restassero bassi.
Determinare quali siano i titoli migliori per costruire un Pac con i Btp è abbastanza semplice: quelli – come detto all’inizio – scesi di molto sotto la parità. Ne abbiamo identificati tre, di cui due a tasso fisso e uno indicizzato all’inflazione europea.
Btp 2,45% scadenza 2033 (Isin IT0005240350): oggi ha chiuso sui 94 euro contro un minimo l’8 giugno a 90,12 euro. Per la prima volta da tanto tempo la media mobile a 200 sedute sta inclinandosi al ribasso e si colloca sui 99,1, quindi molto distante dall’ultima quotazione. Non ci sono riferimenti grafici riguardo all’andamento precedente, poiché questo Btp ha esordito sul mercato a inizio 2017 ma da ottobre è inserito in un canale ribassista che lo potrebbe portare nel medio termine sotto quota 90. La volatilità media si aggira sull’11%, con rendimento al 2,99% e “duration” (sensibilità all’aumento dei tassi) di 13,2. Come riferimento ecco i dati del più lungo dei Btp, il 2,8% scadenza 2067: volatilità 14,2% - yield 3,4% - “duration” 26. Il 2033 merita una valutazione globale favorevole per un Pac con i Btp.
Btp 1,25% scadenza 2026 (Isin IT0005210650): oggi ha chiuso sui 92,2 euro contro un minimo l’8 giugno a 88,06 euro. Stesso comportamento per la media mobile a 200 sedute forata al ribasso già il 16 maggio. Da allora quasi solo candele rosse, salvo nelle ultime tre giornate, caratterizzate dal segno più. Anche in questo caso i riferimenti storici si limitano a poco meno di due anni e il titolo si muove quindi sui minimi di sempre, in un canale ribassista che troverà conferme sotto gli 88. La volatilità media si aggira sul 9,2%, con rendimento al 2,33% e “duration” (sensibilità all’aumento dei tassi) di 8,58. Il 2026 è ancora più vantaggioso in termini di quotazione ma si caratterizza per uno yield di partenza minore.
Btpi 1,25% scadenza 2032 (Isin IT0005138828): in termini assoluti è quello che ha rimbalzato meglio. Oggi ha chiuso la seduta a 97,1 euro contro un minimo il 30 maggio a 91,5 euro. Il comportamento della media mobile a 200 sedute corrisponde a quello dei due tassi fissi ma in questo caso la volatilità è più alta (13,3%), mentre i dati riferiti a yield e “duration” sono poco significativi, trattandosi di un titolo indicizzato all’inflazione. L’upside è stato netto e in termini di strategia l’inserimento anche di un “inflation linked” in un Pac con i Btp si potrebbe dimostrare molto positivo soprattutto nel lungo termine.
In sintesi – l’abbinata fra un Btp e un Btpi è, in una fase incerta quale l’attuale, decisiva per un Pac con i Btp, visto che in futuro non appare certo che il fattore risolutivo per determinare volatilità sarà il rialzo dei tassi in area Bce. Attenzione poi all’impostazione del Pac: è preferibile non costruirlo su una scadenza fissa ma su livelli di successivi cali delle quotazioni (per esempio di un 2-4%) per evitare di esporsi troppo in termini di capitale sulle incertezze del debito italiano.