Se sul primo fronte – stacchi a Borsa Italiana – si mettono in evidenza solo pochi titoli, dal punto di vista dei comparti a livello mondiale c’è una novità di tutto rilievo.
Cedole & dividendi
Dopo la messe di dividendi in realtà non molto fortunata di maggio, a causa del successivo inizio del recente profondo storno, anche giugno ha la sua raccolta, a cominciare dal giorno 18 con pagamento il 20 di alcune “utilities”: Acea pagherà 0,63 euro per azione, con uno yield a oggi del 4,58% e un importo di poco superiore a quello dell’anno precedente (0,62 euro), che a sua volta aveva nettamente distaccato l’ammontare del 2016/esercizio 2015 (0,50 euro). Il trend appare costante, pur se il rialzo del 2018 risulta marginale. Il titolo si sta muovendo al rialzo dopo l’ottima performance di ieri (+2,54%).
Nella stessa giornata pagherà anche la multiutility emiliano romagnola Hera, reduce da una profonda correzione, grazie alla quale la situazione diventa più favorevole dal punto di vista del rendimento da dividendo rispetto a inizio maggio: l’importo sarà di 0,095 euro (3,5%), marginalmente maggiore rispetto al 2017, quando pagò 0,09 euro, cifra rimasta invariata negli ultimi sette anni.
Il 27 giugno (stacco 25) sarà invece la data di pagamento della lombarda Acsm-Agam, azione molto stabile da inizio anno in poi, essendosi mossa di fatto in un laterale che nemmeno la recente tempesta ha scalfito. L’importo di 0,05 euro corrisponde a quello del 2017, con uno yield del 2,05%.
Passiamo ad un altro mercato, l’Aim. Nel 2018 le società quotate stanno distribuendo dividendi per complessivi 57,3 milioni di euro, il 50% in più rispetto ai 38,2 milioni del 2017, con una media di 2 milioni di euro (1,7 milioni l'anno scorso). Il dato emerge dallo studio dell'Osservatorio Aim di IR Top Consulting, che rileva come complessivamente siano 29 le società che quest'anno staccano una cedola agli azionisti. Il dividendo lordo medio si attesta a 0,21 euro per azione (0,19 nel 2017), con un payout ratio medio del 56% (52% nel 2017): il dividend yield medio è pari al 2,7% (2,5% nel 2017).
Una ricerca condotta da Morningstar ha evidenziato l’evoluzione dei settori a maggiore distribuzione di dividendi dal 1995 in poi a livello mondiale. Il grafico realizzato è davvero impietoso e del tutto contrario a quanto ci si aspetterebbe. Sottolinea infatti che il comparto più generoso è quello delle tecnologie, con un trend iniziato ormai da molti anni ma che il 2009 aveva interrotto. Da allora si è avuto un rialzo nettissimo, tale da portarlo a una crescita del 16%. Naturalmente si parla di valori in percentuale, mentre quelli assoluti non sempre sono ancora significativi. Ciò che importa è però il movimento, decisamente più accentuato rispetto agli altri comparti merceologici. Altrettanto sorprendente la sentenza relativa ai perdenti: sono le utilities e la telefonia, precedentemente maggiori erogatrici di profitti. Il tutto dimostra l’evoluzione in atto nell’economia. Occorre tuttavia segnalare che nel risultato globale incidono anche i numerosi buyback dei leader della tecnologia, perché nei payout si sono presi in considerazione pure gli effetti dei riacquisti di azioni.
Nel breve periodo, intanto, gli investitori che puntano ai dividendi possono essere felici. Secondo uno studio di Janus Henderson quelli a livello globale nel 2018 ammontano a oltre 13 mila miliardi di $, il 6% in più rispetto al 2017. Merito anche del +10,2% fatto segnare nel primo trimestre dell’anno ed evidenziato dall’andamento del Janus Henderson Global Dividend Index. “L’economia globale è in crescita e i profitti aziendali aumentano generando ricchezza che le società restituiscono ai loro azionisti”, hanno spiegato i curatori del report. A dare il passo sono soprattutto Canada e Stati Uniti: il primo con un aumento del payout del 13,8% e il secondo con un progresso del 13,7%. La crescita in nord America è dovuta soprattutto al contributo delle società tecnologiche, finanziarie e del comparto salute. Quest’ultimo d’altra parte proprio nella ricerca di Mornigstar si colloca al secondo posto.