Ci eravamo lasciati, lo scorso articolo, quando la furia ribassista sul nostro mercato obbligazionario aveva appena lanciato il primo vagito. Gli avvenimenti – finanziari e politici – di questi ultimi giorni sono noti a tutti, per cui non perdiamoci in chiose inutili e andiamo al sodo. Tuttavia una cosa va detta: leggendo qua e là (confesso, distrattamente…) su varie testate giornalistiche, si ha la netta impressione – o forse sarebbe meglio dire la netta evidenza – che per una volta questo malandato Paese sia riuscito a segnare un punto.
La reprimenda “educativa” dei mercati è rientrata di gran carriera e ora tutti in Europa si guardano bene dal fare dichiarazioni sul nostro conto, tantomeno ostili. Magicamente si sono aperte le porte del “trattiamo”, “l’Italia è uno dei Paesi fondatori”, “l’Italia merita rispetto”, e via di seguito. In Germania tutto tace e la linea del “silenzio è oro” sta avendo la meglio.
Delle due l’una: o ci stanno aspettando dietro l’angolo per farci cappotto oppure stavolta hanno avuto davvero paura di vedere tutto il castello sgretolarsi e portare via tutto e tutti. D’altra parte l’equazione è abbastanza semplice: se saltiamo noi salta tutto, punto. E forse in Germania hanno compreso che i più ferventi europeisti sono proprio i potenziali devastatori dell’Euro e dell’Unione. Staremo a vedere.
Passando ai numeri, in questa folle settimana i rendimenti hanno ripreso a stringere, ma più per gli acquisti selvaggi sul Bund che per altre ragioni, visto il clima generale per nulla favorevole alle obbligazioni.
La nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra quindi questa settimana rendimenti impliciti in ribaso rispetto alla scorsa rilevazione. Sul tratto a lunga siamo tornati sotto area 1,50% per le scadenze sino al 2040 e siamo ora in area 1,40% per le scadenze dal 2035; sulla scadenza a 10 anni siamo scesi in area 0,94% rispetto alla precedente lettura di 1,04%; sul tratto a lunga il movimento di contrazione è più netto e infatti ora siamo ben sotto area 1,60% sino alle scadenze 2048. Stabile di fatto la ripidità della curva sulla parte a breve, perfettamente compatibile con le aspettative generali del mercato sul futuro delle obbligazioni, a prescindere dagli avvenimenti di questi giorni. Si contraggono un po’ anche i forward su Euribor 6 mesi, che sul tratto a lunga sono ora in area 2,05% (contro il 2,15% della scorsa rilevazione).
Ovviamente movimentayi anche i rendimenti dei benchmark decennali, così come gli spread contro Bund, con allargamenti anche vistosi. Il decennale tedesco crolla sotto area 0,40% di rendimento (0,38% attuale contro 0,50% della scorsa rilevazione), la Francia passa dallo 0,80% all’attuale 0,71% e l’Irlanda rimane sempre attaccata all’1% di rendimento portandosi a 1,01%. Per ciò che concerne i periferici, il nostro Btp sale al 2,76% di rendimento, il Portogallo sale a 2,28% e la Spagna sale all’1,73%; così a livello di spread Vs Bund, tutti in allargamento, abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 189 bps, 134 bps e 238 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati la situazione si è leggermente modificata. Trendycator diventa NEUTRAL sull’area UK e si conferma NEUTRAL anche sull’area BUND: l’area UK infatti ritorna decisa in area 1,20%, mentre il decennale tedesco si assesta in area 0,35% dopo aver toccato un minimo profondo sotto area 0,20% lasciando tuttavia inalterato (grigio) il modello Trendycator. Esplode con violenza il rendimento del nostro Btp che supera di slancio area 3,00% (massimo settimanale addirittura poco sotto al 3,40%) per poi assestarsi tra 2,80% e 2,90%. Confermata l’impostazione LONG su Trendycator (verde) anche se la volatilità attuale può far cambiare le cose in modo anche rapido. L’area USA, dopo un consolidamento sopra area 3% torna a correggere tornando sotto la soglia “psicologica” e assestandosi verso area 2,80% con Trendycator sempre saldamente impostato al rialzo.
Queste due ultime settimane, decisamente fuori dai normali movimenti del mercato obbligazionario, hanno scombussolato alcuni andamenti, ma non era ovviamente possibile diversamente vista l’entità della volatilità che ha colpito soprattutto il nostro mercato, riverberandosi anche sugli altri periferici. Ora è necessario attendere che la situazione si normalizzi e che si trovi un nuovo punto di equilibrio prima di riprendere a fare ipotesi prospettiche.