Gestire lo spread Btp/Bund: gli strumenti per guadagnarci


Alcuni molto specialistici e altri meno ma comunque richiedono una conoscenza della materia. Complessa a causa anche degli effetti da Quantitative Easing.

Cedole & dividendi

E’ davvero importante lo spread Btp/Bund? Da un punto di vista politico sì, sotto il profilo di gestione dei conti pubblici sì, pur con alcune riserve, ma come gestione finanziaria di un patrimonio – anche piccolo – ni. Il discorso sarebbe molto complesso e non vogliamo tediarvi. La vera domanda è un’altra: si può guadagnare quando lo spread si allarga o si restringe? La risposta è positiva, seppur vada subito detto che si tratta nella maggior parte dei casi di un’operatività non semplice e quindi destinata a chi sappia maneggiare con cura gli strumenti finanziari.

Il modo più professionale – La gestione dello spread può avvenire in maniera iper specialistica con i future quotati sull’Eurex, ma ciò richiede tagli elevati, esercizio dei rollover, cioè del passaggio al contratto successivo, e altre tecnicità adatte a chi opera come professionista del settore. Un piccolo e medio investitore, ancor che trader, ha difficoltà a confrontarsi con questa modalità, fra l’altro dai rischi elevati.

I mini future ma con la leva – Negli anni l’industria finanziaria è andata proponendo nuovi strumenti più adatti. E’ il caso per esempio per la gestione dello spread dei certificati mini future, con i quali non esistono problemi di taglio, di rollover e di altri aspetti tecnici. Se si vuole puntare su un allargamento dello spread si possono acquistare per esempio un mini short sul Btp e un mini long sul Bund per un importo nominale identico. In teoria tutto è semplice ma ci sono due aspetti da considerare. Il primo riguarda il fatto che gli emittenti hanno fortemente ridotto nel tempo l’offerta di questi prodotti per vari motivi. Da un’indagine condotta presso alcuni di loro è emerso un nuovo interesse in chiave futura per il settore obbligazionario, considerato un po’ morto a seguito del Quantitative Easing della Bce. Proprio quest’aspetto porta a una seconda considerazione: la gestione dello spread sta diventando più difficile per un motivo comprensibile. Con la fine del Qe anche i rendimenti del Bund saliranno (e già sono saliti), comprimendo i margini di un’eventuale operazione costruita nell’andare short sul Btp e long sul Bund. Solo Deutsche Bank offre attualmente sul mercato italiano dei certificati (ma a leva o 5 o 7), i Faktor Certificate, che permettono di partecipare con leva costante alla performance dei future sui titoli di Stato italiani o tedeschi. Replicano l’andamento di indici che rappresentano la variazione percentuale giornaliera del Btp future e del Bund future.

Faktor Certificate sui Btp

Nome certificato

Faktor 5x long BTP Future Index Certificate

Faktor 5x short BTP Future Index Certificate

Faktor 7x long BTP Future Index Certificate

Faktor 7x short BTP Future Index Certificate

Codice di neg.

DX9QUQ

DX9QUR

DT1NSY

DT1NSW

Sottostante

Euro BTP Future Long Index Faktor 5

Euro BTP Future Short Index Faktor 5

Euro BTP Future Long Index Faktor 7

Euro BTP Future Short Index Faktor 7

Fattore

+5

-5

+7

-7

Costo totale

0,5%

0,5%

1%

1%

Meccanismo di Ribilanciamento

oltre 10%

oltre 10%

oltre 7,14%

oltre 7,14%

Scadenza

24.09.2018

24.09.2018

28.01.2019

28.01.2019

Faktor Certificate sui Bund

Nome certificato

Faktor 5x long Bund Future Index Certificate

Faktor 5x short Bund Future Index Certificate

Faktor 7x long Bund Future Index Certificate

Faktor 7x short Bund Future Index Certificate

Codice di neg.

DX9QUS

DX9QV9

DT1NSV

DT1NSX

Sottostante

Euro Bund Future Long Index Faktor 5

Euro Bund Future Short Index Faktor 5

Euro Bund Future Long Index Faktor 7

Euro Bund Future Short Index Faktor 7

Fattore

+5

-5

+7

-7

Costo totale

0,5%

0,5%

1%

1% 

Meccanismo di Ribilanciamento

oltre 10%

oltre 10%

oltre 7,14%

oltre 7,14% 

Scadenza

24.09.2018

24.09.2018

28.01.2019

28.01.2019

Hanno una scadenza, in alcuni casi ormai vicina. Si adattano all’operatività soprattutto daily, a causa della leva e delle implicazioni che comporta investendo su più giorni.

Etf long e short – Un po’ più semplice l’utilizzo di Etf/Etn short e long su Btp e Bund. I vantaggi in questo caso della gestione dello spread sono triplici: si dispone anche di leve meno esasperate (+/- 3 o 2) o a replica lineare; si può puntare sui trentennali (nel caso del Bund); esiste poi l’opzione spread fra Btp e Oat francesi. Ci sono due emittenti (Boost e SG) per la leva 3, mentre per la leva 5 la scelta è minore. La liquidità risulta mediamente buona con spread nelle condizioni migliori di circa 20-30 pb. C’è poi Lyxor con due prodotti a leva 2 (short e long) su Btp e Bund, così come sulla replica lineare, quindi senza leva, lo stesso emittente offre identici sottostanti. Quest’alternativa appare più agevole rispetto alle precedenti ed evita di scontrarsi con gli effetti del “compound effect” derivante da leva.

Banale e meno efficiente – Per chi non voglia utilizzare né certificati né Etf/Etn esiste una soluzione agevole. Consiste nel puntare semplicemente su due titoli di Stato – uno italiano e uno tedesco – su identica scadenza e nell’arbitrare in base all’andamento delle quotazioni. Il Btp scende? Si compra il Bund. Il Bund scende? La situazione diventa più complessa, poiché probabilmente anche il Btp scende, salvo in pochi casi. Ecco perché la giudichiamo banale e meno efficiente.

La strada indiretta – C’è infine chi propone un sistema alternativo elementare. Se aumenta lo spread si riduce il patrimonio netto tangibile delle banche e si hanno quindi effetti sui loro andamenti in Borsa. Ne conseguono debolezza per le azioni e per i bond subordinati Tier 2, di cui molti quotati su Mot e Tlx. Meglio in questo caso stare fuori, mentre se lo spread si riduce l’impatto sarà presumibilmente positivo. Presumibilmente appunto, poiché i fattori in gioco possono essere anche tanti altri.