Non mi piace la dietrologia, e questo soprattutto per una ragione: non posso verificare niente e sono in mano di chi spiffera e congettura.
Però ci sono dati oggettivi e quindi i sospetti sono sempre ammessi.
Ora io non voglio fare discorsi difficili che vanno al di là del mio ruolo di pennivendolo di Borsa però sono convinto da sempre che il nostro Paese che pesa pur sempre per un 15% sul totale della Unione Europea è sempre stato troppo accondiscendente verso l’Europa e verso i paesi fondatori.
Siamo delle mammole politiche e quando andiamo in Europa, che siamo vestiti con l’abitino della sinistra o della destra non importa, prendiamo sempre quelle di Sandrone.
In Europa è ammessa fino a certi limiti la competizione fiscale tra stati e quindi l’Europa non è un inno alla gioia perenne ma coacervo di interessi dove vince il più forte.
E noi non siamo mai stati i più forti.
Non entro nel merito su euro sì o euro no visto che ormai mi sembra la frittata sia stata fatta e quindi c’è poco da discutere.
Qui vale l’adagio o diventi efficiente come un tedesco o il tedesco te se magna.
Con un cambio autonomo e una politica monetaria autonoma potremmo continuare a rimanere inefficienti scaricando il peso dell’aggiustamento sulla politica monetaria e valutaria.
Non sto a dire chi ci guadagnerebbe e chi no perché non è mio mestiere (penso che proprietari immobiliari e percettori di salari fissi e di rendite sarebbero massacrati mentre gli imprenditori gioirebbero insieme ai politici che potrebbero spendere la moneta di Pantalone che si svaluta tanto poi i debiti si azzerano togli qualche zero e riparti da capo).
Ma ripeto non è mio mestiere addentrarmi in queste problematiche.
Tutto questo per dire che mi sembra che la reazione dell’Europa e dei paesi “forti” interessati ad una Italia tutta mandolino pizza e calcio sia stata oggi pressoché scontata: attenti a quei due, dicono gli europei, perché sono cattivi e vogliono fare deragliare il treno europeo.
Premesso che a mio avviso un Di Maio non ha la minima idea di cosa significhi politica monetaria e politica valutaria e un Salvini un poco di più ma non certo è un economista blasonato (anche se ha dalla sua parte un personaggio come il Prof. Alberto Bagnai che io stimo profondamente) gli strali che sono stati scoccati oggi contro il nostro Paese sono eccessivi perché prima vediamo il governo e poi ragioneremo su chi sono e magari prendiamoci anche qualche mese per gridare al vento che sono incompetenti.
Quello che non vorrei come “borsaiolo” è che questo ribasso sia teleguidato (al di là del fatto che oggi senza le cedole il nostro mercato sarebbe andato a pari) da chi ha interessi a che tutto sprofondi.
E lo stesso dicasi per lo spread BTP – Bund che in una situazione assolutamente tranquilla a livello di mercati azionari internazionali (vix sotto controllo, indici esteri al rialzo, etc.) è arrivato alla soglia di 200 con Salvini che è corso a rassicurare i nostri amici /nemici europei sulle intenzioni europeiste del nuovo governo.
La resistenza che divide problemi di navigazione bonaccia con venticello è il livello di 200.
E siamo ancora lontani lo spread non si muove come il futures del petrolio.
Per quanto riguarda il Sequential non vorrei che i lettori prendessero l’ossessione dei conteggi magici ma tant’è … guardate il 13 sullo spread BTP Bund che botto all’insù gli ha fatto fare e soprattutto cosa è successo prima sui massimi sempre dello spread BTP Bund.
Sempre in questa ottica dovremo aspettare almeno 9 barre rialziste e altre 13 barre rialziste per vedere infine la luce.
L’importante non sarà il numero delle barre, se sopra 200 allora siamo morti.
Sotto 200 allora assisteremo al solito tira e molla del nostro spread tra 150 e 200.