E’ il terzo titolo della serie di aziende leader della “disruption”, reduce da due anni di forti “upside”. Ora è auspicabile una fase correttiva, accompagnata da una crescita dei profitti.
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Da inizio 2016 non ha mai cessato di galoppare. L’azione Umicore (Borsa Euronext di Bruxelles – sigla UMI – Isin BE0974320526) è relativa a un’azienda che si occupa di trasformare vecchie componenti tecnologiche allo scopo di ricavare metalli preziosi dalla loro lavorazione. C’è chi l’ha definita cercatrice d’oro nei rifiuti. Un riciclaggio intelligente che va nella direzione di una “disruption” a tutto tondo, poiché se costituisce una diversa interpretazione delle attività di riconversione economica allo stesso tempo sperimenta processi innovativi dal punto di vista tecnologico. Si diceva delle performance in Borsa:
Su un anno |
+77,5% |
Su cinque anni |
+146,2% |
Da inizio 2018 |
+13,5% |
Un business redditizio se si considera che le prospettive di sviluppo nei prossimi due anni sono eccellenti:
Ebit (reddito operativo aziendale prima di imposte e oneri finanziari)
2018 |
494 milioni € (+20,5%) |
2019 |
576 milioni € (+16,7%) |
Ebidta (indicatore di redditività - utili prima di interessi, imposte e ammortamenti)
2018 |
710 milioni € (+18,6%) |
2019 |
833 milioni € (+17,3%) |
Utile per azione
2018 |
1,38 € (+13,5%) |
2019 |
1,65 € (+19,1%) |
Il fatturato si aggira sugli 11 miliardi di euro, ma il gruppo sta affrontando una profonda riorganizzazione dopo una fase ultra espansiva. Le business unit sono state ridotte nel 2017 da 15 a 9 e i centri di lavorazione da 64 a 51 e ora l’obiettivo è di raddoppiare i profitti pur investendo costantemente in ricerca e sviluppo. Ciò non esclude che la corsa in Borsa degli ultimi due anni cominci a essere vista come un punto di arrivo, almeno nel breve/medio periodo. E’ vero che si ipotizzano “target price” al rialzo da una parte degli analisti specializzati nel titolo (9 “strong buy” contro 6 “hold” e 3 “strong sell”) ma un giudizio prevalente è che Umicore sia oggi stimata in maniera corretta, con una valutazione che riflette le crescite dei profitti nel medio termine, in presenza di margini del settore sotto pressione. Rintracciare oro nei rifiuti rende ma non è una pepita inesauribile. Sempre che le tecnologie non portino a risultati oggi imprevedibili nella ricerca di nuovi materiali estratti dalle immondizie industriali, un mondo che deve ancora subire evoluzioni di assoluto rilievo.
I riferimenti grafici
L’azione quota sui 44 euro con una volatilità abbastanza bassa rispetto agli altri titoli da “disruption”, attestandosi sul 28% e pagherà il 3/5 l’importo di 0,375 euro, equivalente a un “dividend yield” dello 0,85%, marginale nell’ottica della sua valutazione. Il P/e ratio si posiziona sui 46 e, nella fase attuale, tutti gli indicatori tecnici sono indirizzati sullo “strong sell”, con “pivot point” su base “daily” a 42,8 come supporto e a 46,8 euro come resistenza.
Resistenza statica |
47,2 euro |
Media mobile 50 sedute “daily” |
44,47 euro |
Quotazione chiusura oggi |
44,04 euro |
Media mobile 100 sedute “daily” |
42,11 euro |
Supporto statico |
40,04 euro |
Media mobile 200 sedute “daily” |
37,81 euro |
Umicore viene seguita con grande attenzione dai fondi più “spregiudicati” ma la corsa esasperata degli ultimi due anni raffredda ora gli animi. Le prossime sedute saranno decisive nell’individuare il proseguimento del movimento tendenzialmente laterale delle ultime due settimane, con la creazione di un triangolo prossimo a chiudersi. Una fase di prese di profitto sarebbe auspicabile perché il titolo è caro (lo dimostra il P/e ratio) ed è probabile che il 2018 non generi ulteriori grandi soddisfazioni. Ma quando il processo di razionalizzazione di un’azienda cresciuta già molto sarà stato portato a termine, la redditività di Umicore migliorerà e i “target price” torneranno a salire precipitosamente.