Borsa su e dollaro giù


EurUsd (PC 1,2442)

Dopo un avvio del mese di febbraio al cardiopalma, con un forte scivolone del mercato azionario (SP500 quasi -12%) ed un contestuale rilmbalzo del dollaro Usa (contro euro da 1,2540 a 1,2200), la scorsa settimana si è assistito al copione opposto. 

La Borsa mette a segno un veloce rimbalzo tecnico, riportandosi a soli 4 punti percentuali al di sotto dei picchi del 26 gennaio. L'EurUsd rimbalza sul supporto a 1,2200 e si spinge al test dei picchi del 25 gennaio a 1,2539, riuscendo addirittura a superarli (nuovo massimo 1,2557 il 16 febbraio), per poi ritracciare verso 1,2430. Contestualmente il Vix, dopo essere balzato dai livelli di gennaio in area 10-12 verso il picco a 50 del 6 febbraio, ridiscende molto velocemente verso 17,50.

L'unica costante dei mercati, a questo punto, sembra essere la persistente correlazione inversa tra la Borsa Usa, da un lato, e l'andamento del dollaro Usa e del Vix, dall'altro.

Il quadro di fondo rimane inalterato, con un dollaro ancora "strategicamente" debole, soprattutto a causa della politica fiscale fortemente espansiva approvata a dicembre dal Congresso statunitenseUn drastico taglio dell’imposizione fiscale – pari a circa 1.500 miliardi di dollari in 10 anni – che si tradurrà probabilmente in un forte volano per la crescita dell’economia, e indirettamente della Borsa, a scapito però del dollaro Usa e del disavanzo federale, destinato a crescere, in assenza di contestuali tagli alla spesa pubblica per almeno 1.100 miliardi di dollari, visto che solo 400 miliardi di $ dovrebbero essere recuperati dalla crescita economica indotta dai tagli all’imposizione fiscale (l'effetto descritto dalla "curva di Laffer").

L'indebolimento del dollaro, per di più, non è soltanto "accettato" ma anche "volutodall’amministrazione Trump, che sta anche adottando politiche commerciali aggressive di ostacolo all’import con dei dazi che stanno innervosendo i partner commerciali degli Usa, dalla Cina alla Corea del Sud all’Unione Europea.

Per le prossime settimane, tuttavia, sembra probabile una fase di assestamento, con l'Euro/dollaro che potrebbe muoversi in area 1,2200-1,2550: un segnale direzionale si avrebbe solo con la fuoriuscita da tale intervallo. Una rottura al ribasso implicherebbe la possibilità di uno storno verso 1,2000-1,1900  e si accompagnerebbe, con buona probabilità, ad una seconda gamba ribassista sull'azionario. 

Se invece l'EurUsd riuscisse a superare i massimi di periodo (prematuro) si potrebbe addirittura aprire uno scenario di nuovi massimi, con obiettivo importante nei mesi a venire la resistenza strategica a quota 1,3000.

In tal caso avremmo anche un segnale che il brutto svarione borsistico di inizio febbraio si può archiviare e ritornare positivi. Per il momento, stante il quadro tecnico contrastato, né positivo né negativo, sulle Borse è necessario mantenere alta la guardia. Il contesto è comunque instabile e completamente diverso rispetto a quello del 2017, ragion per cui si impone un controllo del rischio molto più stringente.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

Non accontentarti solo degli articoli Free!

Registrati gratuitamente e avrai accesso senza limitazioni ai servizi premium per 7 giorni!

Gli ultimi articoli di Giovanni Milano