In attesa di un altro sabato torrido, con manifestazioni, scioperi e temute violenze, il titolo di Stato transalpino evidenzia una forza quasi sorprendente. E il principale indice soffre non più di tanto. Un rapido punto sulla situazione.
Cedole & dividendi
Un fremito quasi rivoluzionario, se non anarcoide, infiamma la Francia nel quasi totale disinteresse dei media italiani, che antepongono i classici temi delle nostre scaramucce politiche, delle soubrette e del calcio. Tutti i sovvertimenti sono partiti nella storia europea da Parigi e dintorni. Quello in corso manifesta una rabbia sociale di cui si deve parlare, se è vero che i gilet gialli avrebbero il supporto – secondo i sondaggi – del 70% della popolazione, magari anche di quella (la stragrande maggioranza) che resta a casa a vedere le scene di violenza in tv, attribuendole a una minoranza incontrollabile. Qualcosa sta cambiando nell’inatteso remake di un 1968 in cui giovani e anziani si ribellano assieme contro uno Stato considerato iper-burocratico, tassatore per eccellenza e castratore di servizi. Si evidenzia così uno scenario complicatissimo, che richiederebbe approfondimenti adeguati, perché quando intere generazioni si sentono escluse dalla società qualcosa davvero non funziona.
Se il quadro è enigmatico sorprende l’ottima tenuta degli Oat, ovvero dei titoli di Stato transalpini, e la relativa debolezza del Cac 40.
L’Oat resiste bene
Considerato una specie di vice Bund, il titolo di Stato francese è tornato sotto lo yield dello 0,7%, quasi sui minimi dell’anno e comunque lontano dai massimi all’1% di inizio 2018. Che la situazione sia un po’ paradossale lo dimostra una constatazione: due soli titoli quotano sotto la pari. Sono l’Oat 0,25% 25nv26 (Isin FR0013200813) e il più lungo di tutti, l’ Oat 1,75% 25mg66 (Isin FR0013154028), trattati entrambi sui 98,8 euro. In realtà all’investitore italiano può interessare piuttosto l’Oat indicizzato all’inflazione, ottimo compromesso fra un rating elevato (AA) e una copertura dal rialzo del costo della vita soprattutto europeo. Fra tutti segnaliamo uno dei più prudenti in assoluto, l’Oat€i 0,1% 01mz21 (Isin FR0013140035), che quota sui 103,4 euro, con rendimento lordo dello 0,72%, nettamente inferiore rispetto a quello di un equivalente Btp€i, quale il 2,1% 15st21 (Isin IT0004604671), che prezza all’incirca allo stesso livello ma con cedola base nettamente superiore. L’Oat€i ha il vantaggio però di una valutazione di credito decisamente migliore e si adatta quindi a chi voglia diversificare il rischio.
Il Cac tiene per vari motivi
Su un anno l’indice francese è in calo dell’11% contro il -16,8% del Dax tedesco. Malgrado tutto resiste, grazie alla forte diversificazione dei settori rappresentati. La forza del mercato transalpino, riscontrabile anche negli indici minori, sta proprio nella notevole differenziazione di attività, nonché nell’offerta al grande pubblico di varie strutture di risparmio (come i nostri Pir) di lungo periodo, che tendono a stabilizzare i corsi nel tempo. Importante anche l’elevato livello dei dividendi, che si riscontra soprattutto nel Cac 40.
I titoli più redditizi sono al momento i seguenti:
Bnp Paribas |
Bancario |
7,22% |
Société Generale |
Bancario |
7,15% |
Axa |
Assicurativo |
6,36% |
Credit Agricole |
Bancario |
6,17% |
Renault |
Automobilistico |
6,12% |
Engie |
Servizi energetici |
5,90% |
Bouygues |
Multisettore |
5,13% |
Total |
Petrolifero |
5,00% |
Orange |
Telefonico |
4,76% |
Veolia |
Ambientale |
4,65% |
Valori calcolati in base al dividendo 2018 rapportato all’ultima quotazione di ieri
La situazione generale non appare quindi particolarmente inquieta e dimostra forse come la lettura dei mercati rispetto alle violenti tensioni in corso vada nella direzione di una valvola di sfogo che spesso si riapre nel tessuto sociale del Paese.