Mancano poche settimane alla fine dell'anno. Ma quanto successo nel 2018 è già analizzabile.
Un anno certamente difficile che riusciamo a chiudere in attivo nel portafoglio a scarso rischio solo per avere strettamente seguito la vecchia legge del "sell in may", bloccando i profitti nei primi 4/5 mesi o per avere applicato il tassativo stop loss del 5%.
In borsa circola da poche sedute uno studio di Deutsche Bank che mostra come il 90% dei vari "asset" (70 proposte) su cui investire nel 2018 abbia dato risultati negativi. Chi esce "in piedi" da un anno del genere può già essere contento.
L'unica vera grande soddisfazione è venuta da azioni Fiera di Milano (consigliate 18/2 e reiterate 11/5) incredibilmente volate da 1,8 a 5,8 euro (ma noi purtroppo abbiamo venduto molto prima). Ottimo anche il balzo delle (poche) azioni Autostrade Meridionali ancora possedute giunte a 34 euro. E soddisfazioni anche per azioni Retelit che ha anche superato quota 2 euro. Stessa cosa per azioni Intek ord. Per tutti i titoli che sono schizzati al rialzo è scattata la legge di accompagnare le ascese e quindi non sappiamo se i lettori ancora li possiedono. Crediamo che i dossier siano vuoti, anche se dipende dalla propensione al rischio di ciascuno e dalla sua avidità. Nel dubbio noi le seguiamo sempre mantenendo una minipartecipazione su molti vecchi e nuovi titoli per potere frequentare le assemblee.
Poi ci sono in portafoglio da segnalare i limitati guadagni su Mediolanum Real Estate B che apprezziamo in quanto in controtendenza con le azioni del mondo immobiliare e che manteniamo per il forte sconto rispetto al NAV. Manteniamo le poche azioni IVS per i buoni risultati dei primi 9 mesi ma occhio allo stop loss sul vs prezzo di carico.
Aggiungiamo qualche micro soddisfazione come il 20% di utile mediamente (tra il 15% ed il 30%) ottenuto in poche sedute a inizio aprile su tre titoli auriferi poi liquidati. Ma erano cifre limitatissime.
Niente da segnalere sulle altre piccole parteciazioni (PLTE - su cui crediamo sempre - azioni Intek risp, etc) che seguiamo da tempo (per chi non abbia applicato per dimenticanza lo stoploss tassativo del 5%) per dovere di cronaca. Sono in ogni modo percentuali azionarie di possesso molto limitate visto le vendite fatte quando le azioni salivano. Da maggio, come spesso scritto su queste colonne infatti il grosso del portafoglio è cash o nelle solite Intek 5% (dall'emissione) o in US$ treasury o in Danimarca 0,25%(da poche sedute).
Abbiamo da mesi purtroppo preso atto che non ci sono nuovi investimenti a rischio limitato per il nostro ventennale "portafoglio a scarso rischio". Frase analoga l'aveva detta il grande Warren Buffett. Inutile inventarsi cose nuove se non per ultra-mini investimenti. Questa tecnica in sette mesi è risultata vincente Vittoria di Pirro? Ma almeno ha azzerato i rischi. Da oltre venti anni abbiamo la nostra letterina natalizia. Questa che leggete mostra indubbiamente un esito appena sufficiente in senso positivo. Ma siamo ancora in utile a fine anno al contrario di tante gestioni in perdita magari a doppia cifra.
Per il futuro non possiamo essere molto ottimisti. La delusione sugli investimenti azionari/obbligazionari toccherà il culmine quando, grazie a Mifid 2, molti (purtroppo) investitori riceveranno i consuntivi annuali e vedranno spesso che hanno pagato commissioni salate per perdere. Noi cadiamo in piedi con un piccolo utile (rispetto ad annate molto remunerative). Ci siamo salvati fuggendo sui massimi di aprile/maggio (poi il mercato italiano ha perso il 22%). Ovvio che speriamo che le gestioni si coalizzini in questa dozzina di sedute che mancano alla fine dell'anno per mettere a segno il famoso Xmas rally e diminuire i risultati negativi a fine anno. Sembra una mossa logica, ma temiamo che tale rally possa essere l'occasione attesa da molti gestori per vendere la parte eccedente azionaria del loro portafoglio, parte molto consistente. Per ora sembra che il rimbalzo sia scattato per un solo paio di sedute ma giudicare solo da poche sedute non giustifica assolutamente l'ottimismo del rally. Se però ci fosse un forte segnale rialzista il portafoglio del lombardreport.com è pronto ad acquistare. E, come sapete, aspettiamo pateticamente un segnale dagli auriferi. Segnale che manca totalmente e non ci fa entrare. Ma magari il 2019 ripeterà il fruttuoso primo semestre 2016 o il 2010/2011. Sperare non costa niente e noi siamo pronti a cavalcare l'eventuale rialzo.
Martedì 27 novembre sono stato alla presentazione di una ventina di società quotate sull'AIM ed ho anche parlato (velocemente) con alcuni responsabili. I dati mostrati erano positivi ed il futuro da loro analizzato risultava spesso esaltante. I target price erano talora stellari, uno quasi triplo rispetto alle attuali quotazioni. Sembrerebbe l'uovo di colombo: investire in società dimenticate, agili, capaci di passare indenni da una possibile recessione. Eppure non siamo stati per niente presi dall' entusiasmo. In primo luogo la liquidità di queste società è limitatissima. Poi tutte le analisi sono sfacciatamente positive, proprio mentre i mercati europei danno grandi segni di incertezza. Inoltre sono state scarsissime le OPA sui titoli AIM a conferma che la cautela aleggia su tutto il comparto..Cautela che ha abbracciato anche il settore delle SPAC, settore ormai imbalsamato e grande delusione per molti operatori. Noi avevamo proposto l prime SPAC con entusiamo tre anni fa. Poi le proposte di fusione sono state sempre meno esaltanti e il giochino è saltato, peccato.
Il 2019 sembra un anno difficile visti gli elevati prezzi di Wall Street e una possibile recessione europea. Il Lombardreport.com sarà però presente sul mercato. Sempre con il detto "prima non prenderle". E sappiamo attendere anche a lungo le occasioni "a scarso rischio" in quanto la borsa è sempre aperta....
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)