Scattano le OPA o i delisting volontari sul mercato. I compratori sfruttano i grandi cali nelle quotazioni per acquistare.
Ieri era stata la volta di NICE. I pretendenti hanno fissato un prezzo superiore decisamente alle quotazioni. Queste hanno reagito con un volo del 40%. Un colpaccio imprevedibile per i piccoli soci che fino al giorno prima in un anno perdevano oltre il 20%.
Oggi è la volta di Damiani, la fabbrica di gioielleria da anni quotata con scarsa fortuna. I risultati sono in faticoso miglioramento, come illustrato dalla recente semestrale. Ma il prezzo offerto per il delisting è stracciato (0,855 euro), solo il 5% in più della quotazione del giorno prima. Un sovrapprezzo omeopatico, specialmente ricordando il sovrapprezzo pagato dai francesi acquistando Bulgari. Indubbiamente la famiglia non aveva ragione di strapagare il limitato flottante della fabbrica di gioielleria dai piccoli soci. Ma questa compagnia aveva segnato in borsa anche 1,25 euro quest'anno(2017-2018). In borsa non si fa beneficienza e quindi si comprende il limitato incremento. Da segnalare che il lancio dell'opa ai bassi suddetti livelli è stato accompagnato con la solita minaccia nei confronti di chi non consegni i titoli. Questi potrebbero essere concambiati (ad OPA fatta se non consegnati) con azioni di società non quotate e la loro vendita potrebbe diventare molto difficoltosa. Damiani era stato quotata il 7 novembre 2007 proprio alla vigilia del grande crac. Lascia la borsa senza rimpianti (nel 2015 quotava oltre 1,5 euro) anche se le malelingue ricordano quanto a suo tempo accaduto con La Rinascente.Ma sono cose di tanti anni fa.....
Da moltissimi anni giochiamo sulle OPA scommettendo su tale eventualità che rappresenta uno spettacoloso paracadute in caso di crac del mercato. Nel 2008 ad esempio abbiamo chiuso l'anno con il portafoglio a scarso rischio in forte utile, tra i pochissimi nel mondo finanziario italiano, grazie proprio all'OPA lanciata sull'unico titolo che avevamo in portafoglio, Ergo Previdenza.
Non neghiamo che l'anno che si sta chiudendo sia stato molto deludente per le opa che, speravamo, potessero concretizzarsi.
1) Ricordiamo che i parametri utilizzati da Sumitomo per comperare la concorrente società inglese operante nel trasporto della frutta due anni fa erano stellari rispetto alle quotazioni di Orsero.In un settore del trasporto della frutta soggetto al consolidamento ci saremmo aspettati qualche mossa dall'estero.,specialmente dopo il dimezzamento delle quotazioni. Niente invece.... a conferma che l'alone di disapprovazione sul titolo Fratelli Orsero avvenuto dopo la deludente comunicazione dei dati semestrali un anno fa con relativo dimezzamento dei prezzi non è ancora scomparso. Ed in borsa ricostruire un rapporto con gli azionisti (presenti o futuri)è difficile. e solitamente richiede molto tempo.
2)Da ventidue anni aspettiamo opa o delisting sulle Autostrade Meridionali. Allora valevano Lit 3.600. Non e' stato un cattivo investimento in quanto quotano 27 euro e si sono moltiplicate 15 volte. Ma l'opa, anzi il delisting per essere corretti, sui quali avevamo puntato non è (ancora) avvenuto. Dopo il disastro del 14 agosto Autostrade per l'Italia hanno altro a cui pensare.Quindi potremmo aspettare ancora per vedere novita',sperando che almeno l'asta per il rinnovo della concessione sia lanciata dopo 6(sei) anni dalla sua scadenza.Un record italiano che non ci fa piacere annoverare in Eurpa.
3)Piu' volte da tre anni avevamo accennato alla possibilita' che Retelit potesse essere oggetto di tale operazione. Quotava 0,60 euro quando ci siamo lanciati sul titolo inserendolo allora nel portafoglio a scarso rischio del lombardreport.com.. Eppure niente è avvenuto anche se gli 8000 km di fibre segnalati dal lombardreport.com come asset importantissimo,sono poi finalmente stati riscoperti e hanno spinto la quotazione oltre 2 euro. Nel frattempo la fibra ottica diventava oggetto di discussioni quotidiane anche a livello governativo. Ora la mossa sul capitale è meno facile visto la presenza,da sei mesi, di controlli governativi su tale attivita' che frenano eventuali desideri dall'estero. Niente percio' è (finora)avvenuto .
4)Geox e Segafredo. Su Geox circolano oggi varie voci. sulla stampa finanziaria. Le quotazioni di Geox sono scese moltissimo ( da 3,90 a 1,15 euro in meno di due anni),ma quanto sopra e' solo una della ragioni ,forse la meno importante visto lo stato del nostro mercato,che giustificherebbe un delisting.
Su Massimo Zanetti Segafredo il principale settimanale finanziario itaiano aveva riportato un anno fa il parere di uno stimato e serio operatore della borsa italiana che accennava alla possibilita' che i proprietari ,dopo aver classato a prezzi elevatissimi le azioni, meno di quattro anni fa le riacquistassero con relativo delisting visto il quasi dimezzamento delle azioni. Ora,ad un anno di distanza, le quotazioni sono ancor piu' scese,ma niente è accaduto. La borsa non la prenderebbe bene ricordando altre analoghe operazioni come Italdesign etc.
La lista delle potenziali prede è lunga e preferiamo evitare l'elenco di tali societa'. Se poi domani dovesse scattare una OPA sui titoli menzionati ci potrebbero accusare di insider trading......
Ma la ricerca di possibili teoriche prede prosegue.
Verso la fine degli anni '90 ricercavamo le "banchette", i piccoli istituti di credito che venivano fagocitati a prezzi elevatissimi dalle grandi banche. Alcune "banchette" fecero la gioia dei nostri abbonati. prima di abbandonarle nel 2005: Ora il settore che mostra le piu' accentuate forme di consolidamento è quello delle energie alternative, specialmente eoliche. Su tale settore si puo' insistere,se si e' molto pazienti, in quanto la redditivita' è certa,se la societa' è ben gestita,in attesa di eventuali operazioni straordinarie come quelle avvenute per Frendy e per Alerion..Per non parlare della moda ove un paio di famose ma piccole societa' potrebbe far gola ai soliti francesi.
Il momento è favorevole per i compratori di societa'. Il coltello e' nelle loro mani. Speriamo di vedere nuove operazioni tra poco dopo un anno di scarso interesse nei confronti del nostro mercato
PS 29/12. Ed ecco che ieri mattina e' scattata la terza OPA,questa volta su Ceramiche Ricchetti lanciata da QuattroR a 0,215 per effettuare in seguito anche il delisting. Sorprende che Ricchetti ,di cui si conoscevano le difficolta', abbia perso il 25% quest'anno mentre la tanto elegiata Panaria Group chiuda l'anno con un a perdita del 75%. Una sorpresa rispetto alle previsioni di dodici mesi fa ,quando si pensava che Panaria dovesse superare circa i 7 euro grazie al suo sviluppo,mentre invece chiude l'anno a 1,50. .
Ed ora aspetiamo le prossime OPA sperando di essere coinvolti prima o poi come spesso accaduto in 20 anni (anche se possedendo in portafoglio solo un paio di titoli sara' ben difficile essere "estratti").....nel frattempo auguroni a tutti gli amici che ci hanno gentilmente accompagnato durante il 2018. Il prossimo anno risulta attualmente imprevedibile,ma essere tutti insieme coalizzati contro il mercato per segnalare le incongruita' eventuali ci dara' indubbiamente piu' forza....buon trading ed ancora tanti auguri
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)