E’ un subordinato Tier 2 a tasso variabile ma con struttura che prevede un cosiddetto “floor” del 3% appunto. Potrebbe essere rimborsato anticipatamente. Trattato sul Mot.
Cedole & dividendi
Colpiti dalla crisi italiana, crisi più di immagine che di sostanza per il comparto del credito, i bond a tasso variabile bancari, soprattutto se Tier 2, stanno soffrendo molto. Un caso emblematico è quello del Mediobanca Valore Tv Floor Subt2 St25 in euro (Isin IT0005127508), sceso dai 108,3 di aprile ai 100,6 di oggi. Un crollo giustificato? Ai nostri occhi no ma, dato che ha sempre ragione il mercato, non si può che prendere atto di una situazione così esacerbata, tanto più se si considera che il rischio di credito dell’emittente non è nel frattempo cambiato.
Caratteristiche – La sua struttura è interessante in una situazione di incertezza nella politica monetaria nell’area euro. Il titolo infatti, pur essendo un tasso variabile, paga interessi annui pari all’Euribor 3 mesi, maggiorato di uno spread su base annua del 2,25% ma con minimo garantito al 3,0% e yield lordo in corso al 2,9%. Emesso nel 2015 ha scadenza 10/9/2025, sebbene l’emittente si riservi la facoltà di rimborso anticipato, condizione classica dei Tier 2. Il taglio è di 1.000 euro e l’ammontare di 200 milioni, tale da assicurare una buona liquidità. I Tier 2 sono la tipologia di bond subordinato più comune. Il pagamento degli interessi è sospeso solo nel caso in cui si manifesti una grave insolvenza. In presenza di liquidazione dell’emittente, questo strumento viene preferito ai Tier 1 ma sempre dopo le obbligazioni senior .
La rischiosità nei dettagli - La normativa Brrd sul bail-in, entrata in vigore il 16 novembre 2015, prevede che nei casi in cui la banca si trovi al cosiddetto punto di insostenibilità economica, e prima che sia avviata qualsiasi altra misura di risoluzione della crisi, le autorità di risoluzione sono obbligate a esercitare il potere di svalutazione delle obbligazioni subordinate o di conversione delle stesse in strumenti di capitale. L’investimento in questo tipo di bond comporta quindi il rischio di perdita, anche integrale, del capitale investito o di conversione in azioni qualora il costo di risanamento non trovi capienza nel capitale di classe 1 che è il primo chiamato a pagare (azionisti e detentori di titoli ibridi di tipo Tier 1), anche indipendentemente dall’avvio di una procedura di risoluzione tra cui il bail-in. I bond subordinati di tipo Tier 2 fanno parte infatti dei fondi propri della banca, di secondo grado rispetto al capitale di classe 1. In quest’ambito, le autorità di risoluzione hanno il potere di cancellare le obbligazioni e modificarne la scadenza, nonché l’importo degli interessi pagabili o la data a partire dalla quale tali interessi divengono pagabili, anche sospendendo il pagamento per un periodo transitorio senza innescare il default dell’emittente. |
Questo il quadro delle eventuali situazioni che si possono presentare all’evolversi della politica monetaria in area Bce.
Se Euribor negativo |
Paga il 3% |
Contesto molto favorevole |
Euribor fino allo 0,75% |
Paga il 3% |
Contesto favorevole |
Euribor oltre lo 0,75% |
Paga Euribor + 2,25% |
Contesto iper favorevole |
Il rating dell’emissione è BB di S&P e BBB di Fitch, inferiore a quella di Mediobanca trattandosi di un’obbligazione subordinata.
Il bond stacca cedole trimestrali il giorno 10 dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
Liquidità – Quasi sempre molto elevata con “book” completo sul Mot, dove lo spread denaro/lettera si aggira sui 10-20 punti base nelle condizioni normali. La presenza del market maker non si evidenzia ma il compito spetta comunque allo stesso emittente Mediobanca.
Scambi – Solitamente superiori ai 500 al mese presentano regolarità nel tempo con controvalori giornalieri anche oltre il milione di euro. L’accentuazione della crisi del debito italiano nelle ultime settimane ha portato a sostanziali vendite di questo bond, in particolare martedì 9 ottobre.
Analisi tecnica – La configurazione del suo trend è stata finora indiscutibilmente ribassista e il rimbalzo dai minimi di 98,2 ai 100,6 di oggi potrebbe essere poca cosa se analizzato in un’ottica puramente di lungo periodo. Ci sono comunque due ma: il primo riguarda la rottura della resistenza a 100,35, che ha svolto anche in passato un ruolo importante; il secondo consiste nella definizione di un canale rialzista partito a fine settembre e che potrebbe riportare il titolo verso i 101/101,5. La correlazione con i movimenti dei Btp è evidente ma il Mediobanca ha il vantaggio di non essere soggetto alle tensioni politiche e potenzialmente più reattivo in presenza di rialzi dei mercati obbligazionari. Alcuni indicatori tecnici vanno a suo favore e stanno evidenziando il possibile termine della fase unidirezionalmente ribassista se si esclude il breve rimbalzo di settembre.
L’emittente – Il rating è BBB con outlook negativo sia per Fitch sia per S&P. Oggi il Gruppo Mediobanca è leader in Italia nell’investment banking, attivo nel lending, advisory e servizi di capital market, nonché primario operatore nel credito al consumo e protagonista del wealth investement al servizio della clientela italiana affluent e premier, tramite CheBanca! – banca retail multi-canale del gruppo – e della clientela Private tramite MB Private Banking in Italia e CMB nel Principato di Monaco.
Valutazione complessiva – Favorevole grazie soprattutto alla quotazione poco sopra la pari, che consente un rendimento interessante per un tasso variabile e ammortizza il rischio di un eventuale rimborso anticipato.