La tensione scende ed è il momento per sentire se il recupero può essere definitivo. Il responso di due Future e di tre titoli – corto, medio e lungo.
Cedole & dividendi
Giornate di distensione per il mondo di Btp & compagni ma non del tutto risolutive. Per comprendere al meglio cosa sta accadendo ecco una fotografia dei principali “benchmark” utili a cogliere l’esatta situazione del mercato.
Btp long term Future – Positivo il ritorno – per la prima volta dopo 24 sedute – sopra la resistenza dei 122,37, con la media mobile a 10 sedute che sostiene il movimento rialzista da sei giorni. La chiusura ieri a 122,7 conferma però che la situazione resta ancora fragile, con un’altra media mobile che frena l’“upside”, quella a 40 sedute, tornata fra l’altro ribassista, sebbene in misura poco significativa. Perché il trend prosegua occorre una fase di stabilizzazione sopra i 122,37 e ancor più una bella candela rialzista, come manca da tempo. Un deciso ritorno oltre i 123 e ancor meglio nell’area dei 124 cancellerebbe la fase iniziata a fine settembre ma che per il Btp long Future (riferito alle scadenze da 8 a 11 anni) non è mai stata particolarmente penalizzante, al contrario di tutto quanto si è detto negli ultimi due mesi.
Btp short term Future – Decisamente più preciso il trend rialzista dell’altro derivato, riferito alle scadenze da 2 a 3 anni e 3 mesi, quindi a quelle corte, dimostratesi termometro molto sensibile degli umori dei mercati nei confronti dei titoli di Stato italiani. In questo caso il derivato si trova (chiusura ieri a 109,83) ad affrontare un corpo a corpo con la media mobile a 200 sedute, la quale presumibilmente svolgerà da freno nelle prossime giornate. Il superamento della resistenza di 109,29 è avvenuto in maniera decisa e l’avvicinamento a quota 110 riporta a metà settembre. Tutto quanto si è urlato sui media (default, crisi strutturale ecc.) non ha trovato riscontri da parte di questo derivato, molto volatile sì ma che non ha ripetuto gli svarioni di fine maggio, quando un suo crollo sembrò effettivamente evidenziare il dilemma di una tenuta del debito italiano perfino sulle scadenze corte.
Btp 0,65% 2020 (Isin IT0005142143) – L’analisi dei singoli titoli inizia da un Btp corto. Il suo movimento ripropone quello del Btp short term Future, sebbene nel caso dello 0,65% la media mobile a 200 sedute sia ancora molto lontana. Tuttavia il rimbalzo delle ultime due settimane appare consistente, con un passaggio da minimi a 97,4 al massimo intraday ieri a 99,2 (chiusura a 99,07). Si sta inoltre definendo una nuova trendline rialzista di breve periodo, confermata da tre “top” consecutivi, il 22 ottobre, il 29 ottobre e ieri. E’ prossima la chiusura di un forte gap delineatosi il 28 settembre, il che determinerebbe anche il passaggio al segno più del SuperTrend, girato in territorio ribassista proprio il 28 settembre. Sui 99,4 si entrerebbe in un’area di stabilizzazione, svolta che potrebbe concretizzarsi nelle prossime settimane.
Btp 2,8% 2028 (Isin IT0005340929) – Nel caso del decennale la reazione rialzista è meno accentuata e supportata solo dalla media mobile a 10 sedute, in assenza di riferimenti di lungo periodo, dato l’esordio del titolo sul secondario a fine luglio. Venerdì si è fermato a 95,88, che corrisponde a una resistenza delineatasi durante il mese di ottobre. Ora vari fattori comprimono questo Btp: da una parte la resistenza cui si è accennato; poi la media mobile a 40 sedute; infine un’area di possibile inversione del SuperTrend da negativo a positivo. Di tutti i titoli è quello forse più significativo nell’esprimere il sentiment dei mercati: un superamento di quota 96,4 cancellerebbe la fase avversa delle ultime settimane.
Btp 2,8% 2067 (Isin IT0005217390) – Il super lungo non dà segnali di reale inversione rialzista. E’ sì passato dai minimi di periodo a 77,62 agli 81,11 di ieri ma non c’è prova di un effettivo sostanziale recupero, che si manifesterebbe solo sopra gli 83, con una serie di sedute consecutivamente positive. Il problema sta proprio nell’incertezza dell’ultima settimana. Di cinque sedute tre sono state positive ma la forza del rialzo è andata stemperandosi, con un allontanamento dai massimi di lunedì. La chiusura ieri sulla resistenza di 81,09 conferma l’incertezza del trend, avvalorata da vari indicatori tecnici.
In sintesi – Sono i titoli lunghi ed extralunghi a non evidenziare vigore dell’“upside”. Un rimbalzino si è manifestato ma le incertezze non sono poche. Il segnale peggiore? Gli indicatori di volume che non riprendono vigore. Qualcosa è cambiato in meglio ma non ancora in misura sufficiente.