Commodities week – duelli all’arma bianca fra oro/palladio e gas/petrolio


Spread ormai ridottissimo fra i primi due, come non avveniva dal 2004. In forte upside il gas, mentre crolla il greggio. E la foto dell’intero settore cambia.

Hot markets

Che il mercato delle materie prime sia condizionato, nella fase attuale, dalla guerra dei dazi lo dimostra il rimbalzo di alcune quotazioni sull’onda delle notizie di un possibile accordo fra Usa e Cina, che lo stesso Trump ha ammesso giustificandolo come desiderio di Pechino. Tutto va allora nella direzione attesa: lui è uscito bene dalle elezioni di Midterm e sarà ora obbligato a sedersi al tavolo della pace. Immediate le reazioni per le commodities industriali, prevalentemente in ripresa.

Il quadro sintetico della settimana fotografa questa situazione in base ai Future analizzati con le medie mobili su periodicità “daily”:

● segni più per alluminio, nickel, palladio, platino, piombo e zinco

● pesanti segni meno per cacao, cotone, grano, mais e zucchero

● ancora bene i soybeans (semi di soia)

● riparte positivamente l’argento, con uno strappo però non tale da rappresentare un’inversione del trend laterale in corso dall’estate, dopo un lungo movimento ribassista.

La verifica con le medie mobili su periodicità “weekly” è molto meno favorevole e indica una situazione diversa (più attendibile per evitare i troppi falsi segnali del mercato convulso delle ultime sedute):

● positivi solo natural gas e palladio, mentre tutte le altre commodities vivono situazioni ancora contrastanti.

Intanto si delineano degli scontri diretti su due fronti.

Il primo è fra oro e palladio: il Future di quest’ultimo a 1.160 $ sta per annullare il distacco dal “gold”, fatto abbastanza anomalo, che non si vedeva dal 2004. Oltre alle tensioni con la Russia, forte produttrice del metallo, incidono una domanda in crescita da parte dell’industria automobilistica e problemi produttivi in Sud Africa. Lo spread si è ridotto al 5,4% a favore dell’aurifero ma c’è chi prevede che si annullerà nelle prossime settimane.

Il secondo scontro riguarda gas e petrolio, in netta divergenza di trend. Il rally del primo (va sempre ricordato che si riferisce a quello statunitense) dipende da un inverno climaticamente difficile negli Usa, il che succede con riserve in calo. La stagione di maggiore domanda va dal 1° novembre a fine marzo e l’avvio si sta realizzando con un gap di scorte per 600 miliardi di piedi cubi, situazione anomala. Mercato invece orso per il petrolio, in nettissimo calo dal 1° ottobre. Molti i motivi che determinano una simile situazione. Consistono in un eccesso di offerta Opec, nelle deroghe concesse da Trump ad alcuni Paesi per l’acquisto di greggio iraniano, nella decisione del Governo Usa di cercare di ridurre l’impatto del caro petrolio sull’economia, seppur la produzione sia al record di 11,6 milioni di barili al giorno, e nella fase di stagionalità.

Etc sotto osservazione

In questo contesto l’insieme degli strumenti di replica dei Future sulle commodities quotati a Borsa Italiana vede movimenti significativi.

Il Boost Silver a leva 3 (Isin IE00B7XD2195) conferma di aver trovato un forte supporto sugli 1,49 da cui si è allontanato nelle ultime due sedute. Non scatta ancora il segno “buy”, il che avverrebbe alla rottura degli 1,74.

L’Etfs Physical Palladium (Isin JE00B1VS3002) continua la sua corsa rialzista e ha infranto la resistenza di 93,7, che sembrava voler determinare un punto di arrivo. Ieri ha chiuso a 97,6 e ora guarda a quota 100, sebbene graficamente sia inserito in un canale rialzista tale da poterlo portare ben più su.

Attenzione all’Etfs natural gas (Isin GB00B15KY104): il suo rimbalzo da inizio novembre è superlativo ma la nettissima candela rossa di giovedì 15 impone prudenza. Dopo il massimo intraday a 0,0458 di mercoledì il giorno successivo è sceso a un minimo sempre intraday di 0,0394, per ritrovare ieri quota 0,40. Sconsigliabile in una fase simile l’utilizzo di strumenti a leva.

Più dell’oro merita attenzione l’L&G gold mining (Isin IE00B3CNHG25), con benchmark il DaxGlobal Gold Miners, ovvero le società specializzate nell’estrazione del metallo prezioso: è vicino alla rottura della media mobile a 200 sedute, con una chiusura ieri a 17,13 (+1,8%). Sta ritrovando una forza significativa, il che potrebbe anticipare un movimento rialzista dell’oro.

Ridefinisce un nuovo upside l’Etfs Daily short coffee (Isin JE00B24DK538), che dopo una discesa sui 46 è tornato oltre i 50, sebbene il movimento richieda conferme nelle prossime settimane.