Esordisce su Borsa Italiana Invesco Variable Rate Preferred Shares Etf, prodotto molto particolare e degno di essere esaminato.
Cedole & dividendi
Un’interessante novità sul fronte degli Etf Invesco di nicchia quotati a Borsa Italiana: dopo due prodotti parzialmente simili, il Preferred Shares Distribution (Isin IE00BDVJF675) e il Preferred Shares Euro Hedged Distribution (Isin IE00BDT8V027), ne arriva un terzo. Ricordiamo i primi due: con sottostanti le cosiddette “preferred shares” statunitensi, riscuotono interesse per l’elevato dividendo generato. Sebbene da un punto di vista tecnico siano normali azioni, le “preferred shares” hanno dividendi fissi e tendono a comportarsi quindi quasi come delle obbligazioni. Con un rendimento medio superiore al 5% annuo, possono rappresentare un’opportunità di proventi significativi.
Ora Invesco quota a Borsa Italiana il Variable Rate Preferred Shares Etf (Isin IE00BG21M733), unico in Europa a offrire un’esposizione al mercato delle azioni privilegiate ma a tasso variabile, il cui valore si attesta sui 250 miliardi di dollari. Tali “shares” sono titoli ibridi, emessi principalmente da banche e società finanziarie che desiderano aumentare il capitale Tier 1 senza diluire il valore delle azioni tradizionali. Tecnicamente, sono titoli azionari che si comportano come obbligazioni in virtù di precise caratteristiche, quali la distribuzione di dividendi e la lunga scadenza. Il nuovo Etf si pone l’obiettivo di replicare l’indice di riferimento offrendo un rilevante rendimento rispetto alle obbligazioni high yield e investment grade statunitensi. Trattandosi di shares a tasso variabile il loro yield si muove in linea con le variazioni dei tassi di interesse ed è comparabile alle obbligazioni high yield, ma con volatilità storicamente più bassa.
Chris Mellor di Invesco sostiene in proposito: “In un contesto in cui i tassi di interesse restano strutturalmente bassi, la ricerca di rendimenti può risultare difficile, specialmente in Europa. Gli investitori che desiderino ottenere rendimenti più elevati sono spesso costretti ad assumersi rischi maggiori rispetto a quelli che sarebbero normalmente disposti a correre. Le azioni privilegiate a tasso variabile garantiscono in questo periodo un rendimento vicino al 5%, non molto inferiore a quello che si ottiene con le obbligazioni high yield, ma generalmente con un rating creditizio “investment grade”. Hanno anche una duration più breve, il che significa potenzialmente meno rischi derivanti dalle politiche monetarie“.
Sul tema torneremo presto con un’analisi anche di quanto distribuito.