Dividend yield – Banche italiane, venderle irrimediabilmente o passare al buy?


La debolezza delle ultime settimane non può essere vista in chiave di dividendi futuri (salvo per Mediobanca che paga quello 2018 a novembre) ma solo di prospettive di breve periodo. A causa di quadri grafici fortemente compromessi.

Cedole & dividendi

Opinioni assolutamente discordanti sulla situazione delle banche italiane. C’è chi passa dall’“overweight” al “oversell” e chi dal “sell” al “neutral”. Certamente la notizia del possibile provvedimento di taglio della deducibilità degli interessi passivi ha spaventato non poco i mercati, nel timore che la competitività si riduca e parta una nuova stretta sui finanziamenti all’economia. Come sempre si è detto da una parte che si vogliono colpire le banche e quindi il risparmio e dall’altra che se ne stanno limando i privilegi. La verità forse sta nel mezzo.

Inoltre c’è un altro problema a nuocere le banche italiane. Si chiama crisi dei Btp, che incide sulla solidità patrimoniale e può aumentare il premio di rischio sugli Npl. Tutto questo coinvolge però relativamente poco i lettori di Lombard Report, che vogliono vedere le cose in termini di redditività del settore.

E la domanda allora è inevitabile: le incertezze attuali impatteranno sui dividendi? Il rischio esiste e colpisce in ordine soprattutto le realtà medio/grandi. Poco Ubi (che ha veduto Btp) e forse Unicredit e Intesa Sanpaolo. La meno esposta risulta senz’altro Mediobanca.

Occorre comunque segnalare che in parte i maggiori oneri verranno rovesciati sui consumatori finali, quindi sui correntisti, in termini di costi di finanziamenti e prestiti, con conseguenze che potrebbero ridursi sostanzialmente per le banche italiane nel medio termine.

Vediamo allora il “cash yield” (rendimento da pagamento in liquidità del dividendo) al momento attuale, basandoci su quanto versato nel 2018/esercizio 2017 rispetto alle quotazioni in corso. La terza colonna si riferisce invece alla volatilità media del titolo negli ultimi 180 giorni.

Intesa San Paolo

9,54%

31,5%

Mediobanca (1)

5,67%

31,3%

Ubi Banca

3,45%

37,2%

Bper Banca

2,97%

38,1%

Unicredit

2,56%

32,5%

Banco Bpm

0%

44,0%

  1. (1) Il dividendo 2018/esercizio 2017 sarà pagato il 21 novembre p.v. con stacco il 19

Il profilo generale delle banche italiane appare particolarmente complesso e lo confermano i dati molto elevati della volatilità.

Il quadro grafico traspare per tutte compromesso, seppur con possibili prospettive di rimbalzi di medio periodo.

Azione

L’analisi

Intesa San Paolo

C’è un supporto a 2,115 con cui combatte da giorni. Un eventuale rimbalzo si sconterà con i 2,38-2,40. Un canale ribassista di medio periodo fa ipotizzare una caduta addirittura verso 1,80, livello interessantissimo in chiave di dividendi futuri

Mediobanca (1)

Lo scenario è stato finora migliore, con una correzione meno violenta. Un sostegno decisivo è a 8,04 €

Ubi Banca

Tante sedute in rosso e ora (3,18 € alle 11.00) è vicina al supporto di 3,136, testato più volte da giugno in poi

Bper Banca

In questo caso il supporto è già stato rotto e l’azione ha anche scavalcato una trendline ribassista di lungo periodo. La situazione appare difficile

Unicredit

Di nuovo al test di un supporto importante (a 12,05), sotto il quale non scende da inizio 2017. C’è da sperare in un consolidamento proprio in tale area

Banco Bpm

La storia si ripete: la pesante caduta verso il supporto storico di 1,92 apre scenari di stabilizzazione o di ulteriori crolli

La fotografia delle banche italiane è molto chiara: tutte vicine a supporti importanti – salvo Bper che l’ha già rotto. O parte una fase di consolidamento o si possono ipotizzare prospettive iper dolorose. Parlare oggi di “dividend yield” avrebbe poco senso. Ci si penserà fra qualche mese in presenza di segnali di rilancio del settore.