Basta pessimismo. Per un giorno vi teniamo lontani da spread, volatilità e Borse in picchiata. Vi raccontiamo invece vicende di rendimenti fenomenali realizzati da piccoli/medi investitori mobiliari e immobiliari e da trader.
Cedole & dividendi
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E’ nei momenti in cui i mercati fanno soffrire che bisogna guardare indietro e capire quali scelte siano state giuste e quali errate, allo scopo di ricalibrare le proprie strategie, realizzando magari dei piani alternativi. Ecco perché oggi rompiamo gli indugi e raccontiamo storie di chi ha guadagnato tanto. Non lo facciamo però in relazione a un’operatività professionale (salvo in un caso) ma a una specifica singola tipologia di investimento, una specializzazione capace di cambiare la vita di chi l’ha messa a punto. A raccontarci il tutto dieci persone (di cui abbiamo nomi e cognomi ma che preferiamo difendere con un totale anonimato) incontrate nell’ultimo anno, allo scopo di scrivere un libro sul tema. Può darsi che quest’ultimo poi non nasca, per mancanza di tempo. Anticipiamo allora alcuni dei relativi capitoli, riferiti a casi che in un certo senso ci sono piaciuti di più, sintetizzandoli al massimo.
Il carrozziere – Da tanti anni partecipa ai maggiori eventi del trading ma lui si è costruito la sua fortuna con un posizionamento molto semplice, riferito solo all’azione Eni. Dall’avvio della quotazione su Borsa Italiana, post Ipo 1995, all’equivalente prezzo allora di 5,42 euro, è rimasto per una forte quota del suo patrimonio collocato sul titolo, reinvestendo continuamente i dividendi e aumentando via via la posizione. Oggi Eni tratta a 15,39 euro ma a fianco della strategia “buy and hold” il nostro “super fortunato” ha poi attivato un piano di trading basato sulla media mobile a 100 sedute, supportata da altri indicatori. In oltre vent’anni acquisti e vendite si sono succeduti a ritmi non troppo esasperati, portando la redditività dell’intera manovra al 520%. E ora? La risposta è semplice: “Sempre Eni, sebbene stia cominciando a valutare anche Saipem”.
L’informatico – Adesso è in pensione ma ha vissuto negli Usa per 10 anni, lavorando per un importante gruppo specializzato in software di nicchia. Lì ha cominciato a leggere il settimanale Barron’s’ e a conoscere Berkshire Hathaway, holding presieduta da Warren Buffett. Dopo la decifrazione di due complessi volumi sulle sue strategie e dopo essere rientrato in Italia ha avviato un piano di acquisto mensile dal giugno 2001 dell’azione B.H. classe B (quella democratica come prezzo). Il primo è avvenuto a 44,95 $, l’ultimo il mese scorso a 215,5 $. Quanto ha guadagnato? Risposta fulminea: “Non lo so e non lo voglio sapere, perché altrimenti vendo tutto. Siamo comunque oltre il 300%. Intanto penso di cominciare a smontare parte della posizione e di investire il relativo capitale su Etf delle nuove tecnologie. Sempre immancabilmente con dei Pac”.
L’immobiliarista – Per lui solo il mattone ha senso e così, utilizzando le relazioni della sua agenzia nel centro di Bologna, subito dopo la crisi del 2008-2009 ha preso la valigetta e ha cominciato a viaggiare come un forsennato sulle coste spagnole, dalla Catalogna a Valencia e dintorni e soprattutto alle Baleari. I costruttori stavano fallendo e svendevano alloggi a un terzo del prezzo di mercato di tre anni prima. Ha dovuto costituire una società a Barcellona per evitare complesse vicende fiscali e poi giù a manetta, operando anche per conto di vari clienti italiani. Le plusvalenze – in base ai suoi calcoli – derivanti dagli acquisti e poi dalle successive vendite dal 2014 in poi, con indici dei prezzi in netta ripresa, sono stimabili nell’equivalente di quattro bilocali situati sulla parte est di Maiorca, messi a reddito non solo in estate ma anche in inverno. Aggiunge: “Con un capitale iniziale di 400.000 euro e con le commissioni di intermediazione ho più che raddoppiato il patrimonio, grazie soprattutto alla scelta di puntare sul nuovo ma grezzo. Andavo cioè dai costruttori e compravo alloggi non rifiniti, che poi due miei aiutanti italiani hanno completato, personalizzandoli al meglio. Ora cerco nuovi mercati, perché la Spagna è tornata quasi ai livelli del boom e di occasioni ce ne sono poche”.
Il subacqueo – Non è esperto di finanza ma ha una compagna impiegata in una Sim genovese. Da lei ha capito come investire i risparmi di un’attività pericolosa. Da anni ha costruito un portafoglio di tre Etf sull’azionario a stelle e strisce, uno sul Msci Usa, quello di Lyxor (Isin FR0010296061), uno sulle Mid Cap Usa, l’Xtrackers Russell Midcap (Isin IE00BJZ2DC62) e uno sulle small cap Usa, il WisdomTree US SmallCap Dividend (Isin IE00BQZJBT94), senza copertura sul cambio. E’ stato un rischio voluto, per la convinzione che l’euro prima o poi esploderà. Performance eccellenti pur con la tentazione più volte espressa di ridurre fortemente la posizione. Finora però la strategia è stata azzeccata. Quali alternative? “Vendere e comprare la casa dei miei sogni in un meraviglioso anfratto della Costa Ligure, poco frequentato dalle masse”.
Il Website Builder – Ha imparato dal padre bancario ad avere pazienza. Niente trading ma solo posizioni lunghissime basate su una regola base: acquisti sui minimi e vendite sui massimi. Cerca azioni dei mercati internazionali sulle quali sia semplice identificare livelli di entrata e uscita, puntando anche su quelle a elevato ma costante dividendo. E’ il caso delle petrolifere, di alcune bancarie, delle big del lusso, delle aurifere e delle leader del mondo delle commodities. L’investimento richiede tempo per l’analisi dei grafici ma poi poco o nulla di più. Impostati i “buy” e i “sell”, si tratta solo di immetterli e reimmetterli nella piattaforma di trading ogni quindici giorni. Alcuni esempi? Ci sono concessi con perplessità: BMW dentro a 65 euro e fuori a 93 euro; Siemens dentro a 80 e fuori a 111; Total dentro a 36 e fuori a 49. Quante volte si è colpiti? Poche ma se avviene si va a nozze, purché gli indicatori non siano decisamente ribassisti sui minimi o rialzisti sui massimi. I riferimenti citati si riferiscono agli ultimi tempi ma i valori naturalmente cambiano in relazione all’andamento di lungo termine dei mercati. Quanto i relativi trend sono ripetitivi? Risposta. “Dal 2010 poco, perché la tendenza è stata quasi solo rialzista. Ora però le cose cambieranno e per noi sarà una pacchia, sempre che restringiamo il nostro campo di azione in termini di prezzi”. Ai puristi una simile tecnica apparirà poco proficua. I numeri messi a nostra disposizione però li smentiscono. In quattro anni la redditività media è stata del 67% per ogni singola operazione.
L’anestesista – Di finanza non ne vuole sapere. Lui preferisce investire sulla casa di famiglia in provincia di Verona. Da un rustico, ereditato dal padre, è riuscito a ricavare un’abitazione per la propria famiglia. Questa è la struttura base. Poi è passato a ristrutturare un ex fienile e vi ha ricavato tre appartamenti, che affitta a colleghi medici. Non bastava. Su un terreno antistante la casa ha creato un piccolo locale con tutte le attrezzature utili, affittato per le feste riservate a bambini in un ambiente super protetto. Infine ha realizzato un orto destinato a piante officinali per la produzione di specialità medicinali nella cura di malattie della pelle. Altri progetti sono in arrivo, perché tutti i risparmi li dedica ora all’acquisto di terreni agricoli confinanti. Ammette: “Sono partito con un capitale modesto ma sfruttando il disinteresse dei giovani per la campagna – almeno nella mia zona - sono riuscito ad aumentare la proprietà di molto. Vivo sereno, ho le giornate di riposo piene di cose da fare e non mi preoccupo per il futuro. Nella peggiore dei casi coltiverò ortaggi. Intanto il mio patrimonio si è quadruplicato!”.
Il venditore di auto – Lavora per un gruppo americano e ha recepito la cultura del continuo cambiamento. Con il fratello, laureato in ingegneria gestionale, ha cominciato ad analizzare il Nasdaq, supportato dalla lettura di siti Usa specializzati in azioni tecnologiche del listino americano. Loro non sanno nulla di Intesa Sanpaolo o di Enel. Conoscono a perfezione l’andamento di Citrix Systems, Hologic, Lam Research, Microsoft e tanti altri titoli. Utilizzano un broker Usa con un trading system piuttosto semplice, grazie al quale la gestione è divenuta sistematica al 95%, adeguandolo alle proprie necessità, perché sull’apertura delle posizioni non hanno riscontrato problemi mentre sull’uscita sono state necessarie messe a punto nel tempo. Si dichiarano contrari alle cosiddette “black box”, cioè ai sistemi chiusi, e hanno adattato un prodotto aperto alle variabili di volatilità. Il fatto di essere in due stempera i fattori di tensione emotiva, poiché le decisioni derivano sempre da confronti ponderati. Sostengono durante una lunga intervista: “E’ questa la nostra forza: parliamo, scegliamo e poi siamo sereni. Il miglior trading in assoluto? Quello nel 2017 di Alibaba, con un motivo di grande soddisfazione: aver eliminato i falsi segnali di uscita fra novembre e dicembre, per poi salire fino ai massini di gennaio. Quanto tempo dedichiamo al trading? Circa 30 minuti ogni giorno e la redditività ha consentito a mio fratello di affrontare vari problemi nel suo lavoro principale. Io invece continuo a vendere auto e mi diverto”.
Il commercialista – E’ ormai anziano ma continua a esercitare la professione. La sua storia di investitore è complessa, anche perché incappato in vari consulenti poco trasparenti. In un contesto fatto di luci e ombre c’è una scelta vincente da sempre ed è la più semplice di tutte. Riguarda il fondo azionario Anima Selezione Globale (Isin IT0001036257), con benchmark al 95% sull’Msci World e al 5% sul monetario in euro. Acquistato a quote dal 2005 in poi, con una breve interruzione dal 2010 al 2011, ha comportato una performance totale a fine estate 2018 del 265%, con risultati annui quasi sempre rilevanti, salvo nel 2008 e 2011. Certamente il movimento rialzista delle Borse ha contribuito ma l’investitore si chiede: “Sono stato fortunato o no? Ho avuto costanza e ora ho deciso di chiudere la posizione e di puntare per un terzo sull’oro, per un terzo su un alloggio destinato a mio nipote e per l’ultimo terzo su un incremento riferito a una polizza assicurativa aperta da tanto tempo. Lavoro fra i numeri tutti i giorni ma di finanza capisco poco. Ecco perché è tempo di portare a casa i profitti. Il fondo di Anima resta comunque il miglior investimento della mia vita”.
Il giornalista – Lui crede molto nelle obbligazioni e guadagna soprattutto con il relativo trading. I tassi a zero della Bce l’hanno penalizzato poco, perché la sua operatività si concentra su altre valute: il dollaro Usa, il dollaro australiano e il rublo principalmente ma anche altre. La trasformazione l’ha maturata quando ha capito che doveva uscire dalla logica di investitore italiano che pensa in euro. Ha messo gli abiti di un extracomunitario e ha cominciato a costruire strategie basate su altre divise, utilizzando sempre e comunque il supporto di conti nelle relative valute. In questo modo non risente di impatti dalle variazioni dei cambi, che vanno - nell’80% dei casi - a suo vantaggio, perché le entrate avvengono sui minimi e le uscite sui massimi rispetto all’euro. Qualche esempio? Forte posizione sul dollaro Usa a 1,40, sul dollaro australiano a 1,60 e sul rublo oltre i 75. Oggi ciò significa ottime performance nel primo caso e quasi pareggio negli altri due. In realtà le cose vanno meglio, perché l’incasso delle cedole nel tempo a cross diversi per le singole monete ha consentito di costruire una curva molto mediata, con possibilità di switch che si susseguono. Troppo complesso? Risponde così: “No, perché i grafici dei cambi li conosco a memoria e capisco subito cosa conviene fare. Inoltre c’è il vantaggio di operare con emissioni ad alto rendimento, che comportano un flusso continuo di proventi con cui riadeguare le posizioni in base a tassi e trend valutari.” Le storie migliori? Troppe per essere raccontate. Negli ultimi giorni quella della lira turca e del suo rimbalzo, con performance stratosferiche. Crisi del Btp? E chi la conosce?
Il barista – Con due locali a Riccione, gestiti dalla moglie, ha molto tempo libero. Andare al bar? Per lui non avrebbe senso. Andare in spiaggia? Lo faceva da ragazzo. Ora si rintana nel sottotetto della sua villetta e si occupa dei propri risparmi. Prima si è fatto tentare dal Forex ma è andata male. Poi dai Cfd ma i risultati sono stati modesti. Era pronto a rinunciare quando si è informato sugli Etf/Etc, oggetti per lui di primo acchito complessi. Studia e ristudia, si è convinto che lì c’è polpa, perché gli consentono di diversificare al massimo su strumenti long e short, su azioni, bond, valute e commodities, a repliche di indici semplici o più complessi. Analizzando ogni giorno le performance dei migliori e dei peggiori è riuscito a capire le logiche dei mercati, più banali di quanto non si pensi. Grazie all’estrema diversificazione dei prodotti resi disponibili, ormai è del tutto decorrelato dalle dinamiche tradizionali. Wall Street va giù? E chi se ne infischia? Nelle stesse ore magari una valuta fa il botto o un Etf a leva rimbalza. La sua idea è chiara: “Io guardo i segni più e meno, poi analizzo i sottostanti e ogni giorno trovo qualcosa che sale. Le mie migliori operazioni hanno riguardato posizioni ribassiste sulle materie prime e rialziste sul Nasdaq. I numeri? Non pochi i raddoppi del capitale investito, con rapporti rischio/rendimenti più che accettabili”.
Il riepilogo è semplice: nei momenti bui occorre rivedere le proprie strategie. Ciascuna di queste dieci persone ha avuto esitazioni, incassato perdite e provato frustrazioni. Da lì sono partite le controreazioni, studiando nuove e ben più soddisfacenti sfide. In parole più semplici: cambiare, cambiare, cambiare….specializzandosi su un settore. Oppure all’opposto restare fermi per anni sul cavallo vincente, quando lo si è individuato. Due ricette lineari quindi in un mondo finanziario sempre più complesso.