Il settore obbligazionario cambia di velocità e offre nuove occasioni. Finisce l’epoca dei bassi tassi? Forse sì e forse no.
Cedole & dividendi
Il report della domenica è “free”. Quelli degli altri giorni disponibili solo per gli abbonati.
Estrema incertezza su quanto potrà avvenire per i rendimenti dei governativi e quindi di tutto l’obbligazionario nei prossimi sei/dodici mesi. Il trend attuale di crescita è solo in parte inequivocabile, per motivi differenti e noti, che riassumiamo velocemente:
Usa |
3,16% |
Effetto rialzo dei tassi |
Italia |
3,60% |
Vicende correlate alla Legge di Bilancio 2019 |
Germania |
0,49% |
Tensioni politiche e timori su rialzi Bce |
Francia |
0,86% |
Dissidi nel Governo e timori su rialzi Bce |
Spagna |
1,67% |
Nervosismi per accordo Podemos-socialisti |
Australia |
2,74% |
Possibile rialzo dei tassi nel medio termine |
Nel confronto a un anno si evidenzia però che la pressione rialzista è stata molto meno netta di quanto si pensi, salvo per Usa e Italia, così come per quella riferita alla volatilità.
Paese |
Yield |
Volatilità |
Usa |
+36,4% |
3,7% |
Italia |
+71,1% |
12,0% |
Germania |
+9,6% |
4,3% |
Francia |
+0,3% |
3,8% |
Spagna |
+4,4% |
5,4% |
Australia |
-2,6% |
4,2% |
Volatilità riferita a titoli con scadenza decennale
Lo scatto dei rendimenti si riscontra, in effetti, nei massimi degli ultimi mesi ma si minimizza per esempio rispetto al valore di chiusura di venerdì, a dimostrazione di una volatilità in forte crescita, che il dato pubblicato – riferito alle ultime 180 sedute – fotografa marginalmente, salvo per l’Italia. Affiora quindi una prima verità: il rialzo dei tassi di mercato è meno clamoroso di quanto forse si pensi, salvo per Treasuries e Btp. E’ pur vero che il Bund ha dimostrato da agosto in poi una scarsa propensione al suo tipico ruolo di “safe haven asset”, visto che - pur in presenza della crisi italiana - ha avviato una netta fase ribassista delle quotazioni, con un rendimento passato dal minimo dello 0,31% al massimo dello 0,58%.
Ora il panorama però si complica per vari fattori: ● il conflitto prima latente fra Presidenza Trump (che chiede uno stop al rialzo) e Fed (che propende per il rialzo) esplode;● l’Europa si avvicina agli esiti incerti delle elezioni Ue del prossimo anno con un’economia in frenata; ● altre banche centrali sono trascinate dall’effetto Fed. L’articolazione è tale da portare incertezza, con due temi dominanti:
1°) La Fed proseguirà nella sua dinamica rialzista, che in realtà è un corretto riadeguamento dopo l’eccesso da accomodamento degli ultimi anni?
2°) La Bce – dati anche i non buoni dati dell’economia europea – abbandonerà realmente i tassi a zero?
Sono loro i driver
Fattore |
Cosa succede o cosa potrebbe succedere |
Peso |
Inflazione Usa |
Il surriscaldamento dei prezzi Cpi sembra rallentare |
Alto |
Tassi Fed Funds |
Ora al 2,25% saliranno al 3% entro il 2019? |
Alto |
La forza del $ |
Rallenterebbe – se eccessiva – l’economia globale |
Alto |
Il lavoro Usa |
Se la disoccupazione resta sotto il 4% l’economia tira |
Alto |
Bund |
Un rendimento di mercato sopra lo 0,8% peserebbe |
Alto |
Il Dax |
Un indice tedesco in difficoltà bloccherebbe la Bce |
Alto |
Inflazione Ue |
E’ giunta al target del 2% ma tutti lo minimizzano |
Medio |
Pil mondo |
Sotto il +3,5% annuo rappresenterebbe un ostacolo |
Medio |
Elezioni Ue |
Un forte successo dei nazionalismi inciderebbe |
Medio |
Curva Usa |
Piatta ma forse l’effetto ex Qe incide ancora per 40 pb |
Medio |
Us Libor 3 mesi |
Comincia a indicare che la Fed frenerà nel 2019 |
Medio |
Euribor 3 mesi |
Se salisse sopra il -0,20% spingerebbe i tassi Bce |
Medio |
La forbice degli yield
L’incertezza è tanta e in questo scenario un riferimento più sicuro viene dall’analisi grafica degli yield riferiti al decennale.
Governativo |
Sell sopra |
Buy sotto |
Trend monthly (1) |
Usa |
3,25% |
3,04% |
Rialzista |
Italia |
3,88% |
2,99% |
Rialzista |
Germania |
0,58% |
0,45% |
Laterale |
- (1) Su base mensile considerando l’ultimo anno
Naturalmente il sell e il buy si riferiscono non allo yield ma all’opposto ai relativi titoli di Stato, sempre che si manifesti un trend duraturo.
Rialzo rendimenti nei prossimi dodici mesi
Usa |
Probabilità in calo |
Italia |
Probabilità in calo |
Germania |
Probabilità in crescita |
Situazione pronosticata da un pannel di operatori finanziari in assenza di particolari stress politico-economici.
Quali titoli convengono in questa fase
Gli Us Treasuries fino a 2 anni (poi la curva si appiattisce) |
I corporate Usa ad alto rating, meglio corti, sebbene i lunghi siano molto “cheap” |
I bond Usa delle società leader nelle nuove tecnologie |
Gli high yield Usa con duration brevi (quantunque poco liquidi) |
I Bund inflation (cari ma protettivi in ogni senso) |
I corporate in euro a tasso variabile |
In conclusione: chi vincerà? Probabilmente la volatilità, come le ultime settimane hanno già ampiamente segnalato. Attenzione inoltre al possibile appiattimento della curva dei tassi euro, allo stesso modo di quanto accaduto negli Usa. Si dice che la Bce sarebbe in tal caso pronta a un intervento specifico, adatto a mantenerne un profilo più corretto. L’incertezza quindi è regina e l’effetto sarà appunto tanta volatilità. Infine un’ipotesi in percentuale fra prevedibilità che il trend all’insù o all’ingiù prevalga:
Rialzista |
30% |
Attendista |
50% |
Ribassista |
20% |
Attendista vuol dire – in parole più chiare – “non so”, “non mi esprimo” e “ho le idee confuse”: è esattamente il sentiment prevalente dei mercati.
P.S.) Negli ultimi giorni sono tornati in campo i catastrofisti, quelli che da anni prevedono cataclismi per i bond. Finora sono rientrati a casa con la coda fra le gambe. Di solito sono gestori di fondi con performance o negative o piatte! Hanno tanta voglia di rifarsi.