EURAUD (PC: 1,5294)
Che cosa è accaduto?
A partire dal mese di febbraio 2016 il dollaro australiano ha avuto un andamento moderatamente positivo nei confronti del dollaro Usa, interrompendo così un lungo trend ribassista. Contro euro, a partire da febbraio 2017 l'aussie si è deprezzato di circa l'11%, con il cross che si è avvicinato ad importanti livelli di resistenza (max 1,5771 il 1 dicembre 2017). Nelle ultime settimane le quotazioni sono poi ripiegate verso 1,5150, facendo base sopra tale livello.
Che cosa possiamo aspettarci?
Anche se non si possono escludere ulteriori salite del cross EurAud verso i picchi del maggio 2016 in area 1,5800-1,5850, sembra poco probabile l'avvio di un forte trend rialzista dell'euro su orizzonti strategici.
La prosecuzione della fase in atto, sostanzialmente laterale su orizzonti di 1-2 anni, rende possibile l'acquisto di obbligazioni denominate in Aud - all'interno di una più ampia diversificazione valutaria strategica - non per particolari "scommesse" su futuri marcati apprezzamenti del dollaro australiano (improbabili) ma per sfruttare il carry favorevole: i rendimenti sull'aud su scadenze su 3-5 anni si aggirano sul 2,25/50%, in linea coi rendimenti del dollaro Usa e decisamente superiori ai rendimenti dei Btp italiani che su quelle scadenze si aggirano sullo 0-0,65%.
Gli acquisti effettuati in area 1,5300-1,5800 si possono mantenere, eventualmente incrementando sui livelli correnti. Un primo segnale di attenzione si avrebbe in caso di risalite del cross al di sopra di 1,6100 ma il quadro tecnico si deteriorebbe solo in caso di risalite al di sopra di 1,6700 (al momento improbabile).
Un rinnovato segnale di forza per l'aussie si avrebbe in caso di ridiscese al di sotto di 1,5000, con conferma al di sotto di 1,4300 (prematuro).
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)