Venti analisti, investitori e giornalisti presenti al pranzo di lavoro all' Hotel Principe Savoia per l'incontro con i vertici di Fratelli Orsero. Venti persone con il dente spesso avvelenato per le performance del titolo e il comportamento troppo silenzioso degli amministratori.
Abbiamo espresso ai vertici il nostro massimo disappunto sulla mancanza di un profit warning in maggio, in occasione dell'assemblea, quando già dopo 4 mesi di esercizio sapevano indubbiamente che i noli non erano remunerativi come l'anno precedente e la crisi delle banane era in corso. Abbiamo ricordato le conseguenze negative sotto l'aspetto psicologico per la violenta operazione speculativa ribassista che ha anticipato di 7/10 giorni la comunicazione sui non soddisfacenti risultati operativi del semestre. Vi è da chiedersi se tale ribasso sia stato pilotato dal qualcuno che fosse a conoscenza dei dati di bilancio o sia dovuto a fattori di mercato.
Chi scrive ha riproposto lo scorporo del settore noli con relativo lease back ma la dottoressa Raffaella Orsero ha risposto che tale operazione, non scartata a priori, non è attualmente presa in considerazione
Sempre chi scrive ha richiesto che si anticipi la quotazione sullo Star/MTA preventivata nel secondo semestre del 2018.
A chi, tra gli invitati, ricordava la violenta perdita, il vertice ha risposto che la famiglia Orsero possiede il 40% e quindi essa perde ben di più.
I vertici hanno detto che sono rimasti sorpresi della violenza delle critiche di quella sala quando, il giorno prima, in occasione dell'incontro con la comunità degli investitori stranieri questi erano sembrati molto più comprensivi nei confronti delle possibili escursioni di noli e prezzi della frutta in quanto queste oscillazioni sono all'ordine del giorno.
Il vertice ha accettato le nostre critiche sulla mancanza di comunicazioni al mercato (cui peraltro non erano tenuti in quanto quotati sull'AIM che non richiederebbe neppure la semestrale che loro invece compilano) ma una società che fattura 1000 milioni potrebbe aumentare le informazioni con le trimestrali come atto di cortesia (dovuta) nei confronti degli investitori.
La dottoressa Orsero ha ricordato che le quote di minoranza appena rilevate sono state pagate con azioni a 13 euro, un cifra che poche settimane fa sembrava molto bassa, ma accolta con piacere dai venditori.
La dottoressa Orsero mi ha piacevolmente sorpreso con un suo mea culpa sugli errori della comunicazione nei confronti dei piccoli soci, un mea culpa molto diretto e quindi qui irripetibile ma francamente molto umano, detto a fine conferenza. Mi sembra che abbiano compreso la lezione che comporta la quotazione di borsa.
Chi scrive ha ricordato che le due SIM che seguono Orsero nel fare le previsioni per il 2017 hanno stime molto diverse (fatte ieri!) sui risultati finali del 2017. Akros dice 4 milioni, CFO Sim 8,8 milioni. Una prova della scarsa conoscenza del futuro aziendale cui Orsero deve ovviare subito. Il vertice ne ha preso atto.
Noi pensiamo che il futuro di Orsero sia nel consolidamento e continuamo a pensare che la mossa vincente sia una OPA di Sumitomo più o meno nel 2018. Con il titolo a 14 euro (quotazione di un mese fa) e con il sovrapprezzo del 50% fatto di Fyffes avrebbero pagato 21 euro.
Tra le note positive il lettore tenga presente che ormai il valore patrimoniale del titolo è circa pari alla capitalizzazione di borsa, ma le 4 navi in carico a 60 milioni valgono ben di più. Attendiamo la possibile quotazione di Dole a New York (colosso americano del trasporto di frutta) per avere un nuovo termine di paragone. E prendiamo atto che il secondo semestre, come promesso dal vertice, sarà sicuramente migliore dello sfortunato primo semestre comunque sempre chiuso in utile.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)