Attesa da mesi, rappresenta una svolta per l’azienda italiana che torna in Borsa dopo il delisting del 2015. Un rapido sguardo di plus e minus.
Cedole & dividendi
Da oggi si parte. Dopo che la Consob ha dato il via libera alla pubblicazione del prospetto informativo per la quotazione in Borsa, l'Ipo Pirelli inizia questa mattina per chiudersi il 28 settembre, salvo proroga o conclusione anticipata. Consiste nell’offerta pubblica di un minimo di 35 milioni di azioni, pari al 10% del totale di vendita, rivolta al pubblico indistinto in Italia e in un contestuale collocamento istituzionale di 315 milioni di azioni, pari al 90% dell'offerta, riservato a investitori qualificati in Italia e a investitori istituzionali all'estero. Fin qui gli aspetti formali, ma Lombard Report vuole fornire una sintetica analisi per aiutare a comprendere se l’operazione è vantaggiosa oppure no. Il prezzo effettivo di offerta dell’Ipo Pirelli sarà comunicato comunque entro due giorni lavorativi dalla fine dell’offerta.
L’investimento necessario in base alla forchetta dei prezzi
Lotto minimo 500 azioni |
Lotto maggiorato 5000 azioni |
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Prezzo minimo 6,3 € |
3.150 € |
31.500 € |
Prezzo massimo 8,3 € |
4.150 € |
41.500 € |
I plus e i minus della società
Punti forti |
Punti deboli |
Business concentrato su pneumatici di alto livello. Ciò garantisce elevati ritorni sempre che…il mercato continui a crescere |
L’Ebidta è previsto in crescita nei prossimi anni, ma non di molto. Il P/E 2016 varia da 21,9 a 28,9, a secondo della valorizzazione in Borsa post Ipo. Mediocre |
Si prevede un buon “dividend yield” a medio termine (40% dell’utile consolidato nell’arco di tempo 2017 – 2020) |
L’indebitamento è elevato e lo riconosce la stessa società nel documento di ammissione alla quotazione in Borsa |
La società intende ridurre il forte indebitamento entro il 2020 |
Il dividendo verrà pagato soltanto dal 2019 |
Possibile cospicua crescita del fatturato nei prossimi anni, grazie ad accordi di fornitura con altri costruttori di auto |
L’Ipo prevede una quota destinata al retail di solo il 10%. |
Appartenenza – come brand – a quello del lusso, su cui si concentrano nella fase attuale molti investitori istituzionali |
Da un’attenta lettura del documento di ammissione si può già ipotizzare che il prezzo dell’Ipo sarà sui massimi |
Il marchio è assai conosciuto e apprezzato a livello mondiale (grazie anche all’equipaggiamento della Formula 1, con forte ritorno pubblicitario) |
L’accordo per la fornitura della Formula 1 durerà fino al 2019. In seguito è probabile che il monomarca sia sostituito dal plurimarca, con forte concorrenza |
E’ possibile la cessione della presenza nel settore “truck”, di cui si parla da anni |
L’attività è troppo concentrata sull’alto di gamma, di cui si ignorano gli sviluppi |
La situazione favorevole dei mercati potrebbe aiutare molto Pirelli nel collocamento in Borsa. Il quadro finanziario della società resta tuttavia complesso e nei prossimi anni la concorrenza è destinata a diventare più aggressiva. L’Ipo Pirelli va quindi seguita con attenzione ma senza eccessivi entusiasmi. Decisivo poi il prezzo definitivo, che quasi sicuramente si attesterà sull’alto della forchetta annunciata.