Asset 2017: chi ha vinto nel primo semestre, chi si imporrà nel secondo


Una sorpresa: il ritorno dell’inflazione. Una conferma: la testardaggine degli italiani a restare liquidi. Ecco come muoversi per i prossimi mesi.

Cedole & dividendi

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Meglio di quanto ci si attendesse: il bilancio dei mercati finanziari 2017 vede la chiusura del primo semestre realizzarsi senza quegli scossoni, soprattutto di origine politica, temuti all’inizio dell’anno. Pur in presenza di una novità inattesa, l’inflazione. Di cui gli investitori non hanno finora tenuto adeguatamente conto, nella speranza forse che le previsioni delle Banche centrali – e soprattutto di quella europea – di un suo contenimento nel medio termine ne allontanino i rischi. Così però non è, poiché se all’aumento del costo della vita si aggiunge un’eventuale mancata equiparazione della performance media di un portafoglio tipo, con un rendimento stimabile in almeno il 3-4%, si ottiene una perdita in conto capitale di circa il 6% annuo, che già nel medio termine può trasformarsi in una bomba.

Torniamo a vincitori e perdenti del primo semestre. Li abbiamo classificati in ordine decrescente su entrambi i fronti.

Chi ha fatto meglio

Chi ha fatto peggio

La Borsa indiana

Il petrolio, ancora una volta lui

L’Hang Seng di Hong Kong

L’indice di Borsa russo

Il nostro Ftse Mib

Il Bovespa brasiliano

L’Eurostoxx 50

Il cambio Usd/Eur e più in generale il $

Il Nikkei giapponese

Il franco svizzero

Le obbligazioni euro high yield

La valuta canadese

I Btp, grazie agli acquisti delle banche

Complice Brexit, la sterlina

L’S&P 500, malgrado Trump

Una valuta minore, la corona svedese

L’andamento appare un po’ scontato, con petrolio e fattori politici locali a muovere i mercati.

E ora? Se la classifica di vincitori e perdenti del primo semestre è semplice da stilare, confrontando semplicemente i numeri, per prevedere invece quelli del secondo semestre ci siamo affidati ai pronostici dei grandi gestori dell’asset management, più o meno allineati nelle supposizioni.

Chi sovrappesare

Chi sottopesare

L’azionario globale, cioè “worldwide”

I titoli di Stato in generale

L’azionario europeo

L’azionario inglese

L’obbligazionario high yield Usa

Il $, malgrado la sua attuale debolezza

L’azionario “worldwide” dipende da un’economia globale in ripresa, la quale manifesta i segnali più concreti in Asia, ma con l’Europa che – superata la fase delicata di varie elezioni nazionali e “Brexit”, destinata a diventare morbida – potrebbe ripartire alla grande. Una vera sorpresa è rappresentata invece dall’obbligazionario “high yield” Usa, le cui potenzialità di tenuta smentiscono i timori della scorsa primavera, soprattutto se la Fed non sarà aggressiva nella politica di aumento dei tassi di interesse.

Sul fronte del sottopeso le congetture di “tapering” da parte della Bce – confermate dagli strani giochetti nelle dichiarazioni contradditorie dell’ultima settimana – portano al consiglio generalizzato di vendere Bund e titoli di Stato ad alto rating, sebbene le posizioni più convergenti si indirizzino nei confronti di tutti i governativi e quindi anche dei Treasuries Usa, troppo compressi nei rendimenti.

Sul dollaro le opinioni sono contrastanti: c’è chi lo vede arrivato nella sua retromarcia sull’euro, il che è confermato dall’analisi tecnica di medio periodo, e chi invece lo dà ancora in mezzo al guado, con possibili arretramenti fino a 1,18/1,20, per poi magari ritrovare un po’ di forza. La parità appare comunque un obiettivo annullato.

La vera preoccupazione è però un’altra: il troppo cash detenuto nei portafogli medi degli italiani. Secondo il Global Investor Pulse, realizzato da BlackRock, a livello mondiale, ma con un focus riferito pure all’Italia, è proprio l’investitore di casa nostra il meno reattivo sul fronte del ridurre la liquidità detenuta su c/c e c/d: il 76% degli intervistati ha detto di non voler valutare alternative all’attuale scelta, che considera evidentemente strategica!

Infine qualche consiglio pratico sui mercati da esaminare con attenzione: oltre a Eurostoxx e Msci World Equity occorre porre attenzione ai listini più penalizzati nella prima parte dell’anno, ovvero russo e brasiliano. Cui si aggiungono i minori del contesto asiatico (per esempio Vietnam, Indonesia, Malesia, ecc.), sui quali la ripresa dell’economia mondiale può agire come un propellente per i razzi.

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