Wall Street ieri ha segnato un massimo storico di nuovo e ha mandato a carte 48 tutte le prefiche di sventura. Ogni volta che sei su un massimo c’è sempre l’imbecille che ti dice che domani crolla tutto. Infatti se guardate cosa è successo al Nasdaq dal 1988 al 2000 vedete che la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Il problema è che fai fatica a scrivere su un sito come questo (figuratevi su MarketWatch.com) che siccome abbiamo perforato sul Nasdaq il massimo storico il prossimo obiettivo è alle stelle. Che poi ci vada il mercato alle stelle o non ci vada questo è un altro paio di maniche come è un altro paio di maniche che tu trovi il coraggio di scriverlo o che non trovi il coraggio di scriverlo. Ma se a calcolare un obiettivo sul daily è facile soprattutto se è un titolo sottile perché la stessa metodologia quando la applichi al Nasdaq ti deve far paura ? E’ analisi tecnica questa o non è analisi tecnica ? Se è analisi tecnica è buona per il Nasdaq come per il titolo sottile.
Ricordo ai lettori che non hanno conosciuto la bolla del 1988 – 2000 che anche in quel periodo c’era sempre qualche somaro che ragliava che non capiva perché con i tassi che crescevano la borsa dovesse sempre andare al rialzo: è evidente se conosci una di quelle formulette stupide che insegniamo in un corso di analisi fondamentale o di finanza aziendale all’università che va sotto il nome formula del discounted cash flow in caso di crescita costante degli utili. Ovvero se gli utili crescono, detta in parola povere, più di quanto non cresca il tasso di sconto il denominatore della formula diventa piccolo piccolo e il valore esplode.
Fino a qui il commento a quanto sta succedendo intorno a noi, ma veniamo invece ad una nota negativa che da un paio di giorni mi angoscia: pubblico il grafico del CAC 40 perché è eloquente più di quello del DAX (l’economia tedesca non è latina, i francesi sono i cugini ricchi del caso e quindi vanno bene per il confronto). Notate che tecnicamente il grafico del CAC 40 è in fase di breakout della trendline che ha disegnato un piccolo ritracciamento. Il nostro Ftse All Share con la chiusura di oggi (ragione per cui ho aspettato a scrivere a quest’ora) rimane sempre imbrigliato con volumi sottili dentro la congestione anzi nella fascia bassa. Che sta succedendo ? Perché il nostro mercato non segue gli altri nel breakout non dico dei massimi come il Dax ma almeno della trendline ? Cosa sta succedendo che noi non conosciamo ? Gli operatori debbono avere annusato qualcosa che a noi sfugge. Quindi prudenza, queste sono situazioni potenzialmente pericolose perché il divario degli indici in situazioni topiche segnala sempre qualcosa.
A livello di singoli titoli segnaliamo (no buy ufficiale) Unieuro che finalmente ha fatto il suo dovere, anzi lo ha fatto due volte: la prima con la rottura del massimo del collocamento e la seconda con questa bella rottura del triangolo crescente. Latitano i volumi ma siamo d’estate e la perfezione non è di questo mondo.