Salva bond: due strade divergenti per chi crede nell’Italia e per chi non ci spera più


Le obbligazioni subiranno nei prossimi anni forti oscillazioni. Costruire oggi un piano di accumulo ricomincia ad avere senso. In un’ottica di difesa dalle schizofrenie dei mercati.

Cedole & dividendi

Li avete letti i titoli di prima pagina dei quotidiani di oggi? Se vi fossero sfuggiti eccone due:

La Stampa: “Bankitalia: servono sforzi eccezionali”

Il Messaggero: “Abbattere il debito per risalire”

Tradotti in parole semplici stanno a dire che ci aspettano tempi cupi. In un simile contesto e di fronte a mesi torridi dovuti a una campagna elettorale che si annuncia incandescente ma – come sempre – inconcludente, quali sono le strade da percorrere in una situazione che porterà a tanta confusione in ambito finanziario? Le alternative sul fronte obbligazionario sono due:

1°) puntare sulla debolezza quasi certa dei Btp e avviare un piano di acquisto a piccole quote suddiviso nel tempo: questa prima ipotesi si adatta a chi crede che – nonostante tutto – le cure da cavallo imposte serviranno a guarire il Paese.

2°) puntare su obbligazioni ad altissimo rating e realizzare la stessa strategia adottando un identico frazionamento di acquisti nel corso dei prossimi anni: questa seconda ipotesi è consigliabile a chi pensa che saremo incapaci di uscire dal pantano in cui si muove l’Italia.

Siccome i due fronti, nell’ambito dell’opinione pubblica, sono antitetici e difficilmente rettificabili nella propria visione delle cose, si è creata una doppia e articolata operazione salva bond di lungo periodo. Che è destinata per esempio a chi voglia creare reddito futuro, a chi cerchi affiancamenti al proprio sistema pensionistico o a chi intenda strutturare un patrimonio destinato a figli o nipoti. Pur con la consapevolezza che le quotazioni attuali sono in molti casi – complice l’ottusa politica monetaria della Bce – dilatate.

Le regole

1°) Entrare a piccoli lotti su scadenze diverse, sfruttando eventuali debolezze che colpissero di più parte della curva. Se scende, per esempio, maggiormente il decennale è su questo che si punta negli accumuli successivi.

2°) Non è detto che si debba solo comprare. Probabilmente i mercati saranno molto volatili nei prossimi anni ed eventuali rimbalzi dovranno essere colti come occasione di “sell”.

3°) Un Pac di questo tipo è finalizzato a ottimizzare i rendimenti nel tempo, considerando che vari fattori incideranno sulle quotazioni: non solo le tensioni politiche ma anche il possibile rialzo dei tassi nel medio termine.

4°) I “buy” possono essere strutturati o su una precisa tempistica (per esempio ogni mese o ogni tre mesi) per chi ha maggiore disponibilità finanziaria o su prestabiliti livelli di prezzo (per esempio a ogni calo delle quotazioni del 10%).

5°) La diversificazione comporta logicamente una distinzione fra le diverse scadenze. Per chi abbia una bassa propensione al rischio è consigliabile strutturare un piano salva bond con queste vite residue:

4 anni

35%

6 anni

30%

8 anni

20%

10 anni

15%

Per chi abbia una maggiore propensione al rischio è preferibile impostare il piano salva bond con queste vite residue:

5 anni

15%

10 anni

20%

18/20 anni

30%

50 anni

35%

6°) Ci si potrebbe chiedere: perché oggi? L’unica sicurezza è che i mercati saranno in futuro molto volatili. Attendere la fine di una fase per entrare vorrebbe dire indugiare per anni, perdendo cedole e magari possibili rimbalzi.

7°) Importante infine il reinvestimento delle cedole incassate, che nel lungo termine sostituiranno nuovi afflussi di capitale. Seguendo le regole già esposte.

Questi i titoli nel primo caso

Vita residua

Bond

Isin

Scadenza - cedola

4 anni

Tasso fisso Btp

IT0005028003

15/12/2021 – 2,15%

6 anni

Tasso fisso Btp

IT0000366721

22/12/2023 – 8,5%

8 anni

Tasso fisso Btp

IT0004513641

1/3/2025 – 5%

10 anni

Tasso fisso Btp

IT0001174611

1/11/2027 – 6,5%


 

Vita residua

Bond

Isin

Scadenza e cedola

5 anni

Tasso fisso Btp

IT0004759673

1/3/2022 – 5%

10 anni

Tasso fisso Btp

IT0001174611

1/11/2027 – 6,5%

18/20 anni

Inflation Btpi

IT0003745541

15/9/2035 – 2,35% + inf

50 anni

Tasso fisso Btp

IT0005217390

1/3/2067 – 2,8%

Commento: le quotazioni attuali dei Btp presenti nella prima scheda risultano molto elevate, ma i titoli sono stati scelti soprattutto per il rilevante rendimento cedolare. Nel caso si optasse per la prima delle due alternative converrebbe modulare l’investimento con importi molto bassi all’inizio e via via più elevati in presenza di cali dei prezzi. Nella seconda alternativa si è introdotto anche un “inflation linked” di lunga scadenza.

E questi nel secondo caso

Vita residua-Valuta

Bond

Isin

Scadenza e cedola

4 anni - Aud

Tasso fisso-Australia

AU0000XCLWM5

15/5/2021 – 5,75%

6 anni – Eur

Tasso fisso Austria

AT0000A105W3

20/10/2023 – 1,75%

8 anni – Eur

Tasso fis. Finlandia

FI4000006176

4/7/2025 – 4%

10 anni – Eur

Tasso fis. Germania

DE0001135044

4/7/2027 – 6,5%

Rating: Australia AAA – Austria AA+ - Finlandia AA+ - Germania AAA

Quotazioni: Australia su Tlx – Austria su Borsa Italiana – Finlandia su Borsa Italiana – Germania su Tlx


 

Vita residua-Valuta

Bond

Isin

Scadenza e cedola

5 anni - Aud

Tasso fisso Australia

AU3TB0000051

15/7/2022 – 5,7%

10 anni - Eur

Tasso fis. Germania

DE0001135044

4/7/2027 – 6,5%

18/20 anni – Eur

Tasso fisso Francia

FR0013154044

25/5/2036 – 1,25%

50 anni - Eur

Tasso fisso Austria

AT0000A1PEF7

2/11/2086 – 1,5%

Rating: Australia AAA – Germania AAA - Francia AA – Austria AA+

Quotazioni: Australia su Tlx – Germania su Tlx – Francia su Borsa Italiana – Austria su Borsa Italiana

Commento: in alcuni casi le quotazioni di questi titoli sono stratosferiche, ma la difesa congiunta dal rischio Paese Italia e dal rialzo dei tassi comporta inevitabilmente delle penalizzazioni iniziali, compensate in buona parte da cedole significative. Le vite residue molto elevate consentiranno di mediare nel tempo prezzi di carico d’avvio del salva bond irrimediabilmente alti. Si è aggiunta una sola variabile valutaria, quella del dollaro australiano, data l’eccezionale solidità del relativo emittente governativo.