Fino ad ora le small caps hanno permesso agli investitori che hanno creduto in loro di accumulare piccole fortune con rendimenti a tre cifre. Ma guardando certe quotazioni c’è da chiedersi se certi titoli che finora hanno fatto felici gli investitori potranno salire in eterno. E parliamo delle “nostre” Brembo, Interpump, Marr, Recordati, Mutui On Line, Cembre, Zignago Vetro, Vittoria Assicurazioni e tutti gli altri che sono stati citati su queste colonne. Pochi investitori sanno, e non ci stanchiamo di ripeterlo, che il Ftse Star Italia è sui massimi storici mentre il Ftse MIB 40 è sui minimi ventennali ovvero c’è una Italia di aziende che esportano che viaggia alla grande e un’Italia di banche e assicurazioni che cammina all’indietro. In Borsa non esistono amori che durano per sempre per cui prima o poi ci dovremo aspettare il ritorno dei vecchi dinosauri. E a guardare l’indice settoriale Ftse All Share Banche viene da domandarsi se non siamo arrivati sul fondo e non sia giunto il momento in cui la pallina da ping pong debba rimbalzare. Questo perché il minimo precedente segnato nel luglio del 2012 ha funzionato come respingente e ha fatto rimbalzare al rialzo le quotazioni. Qui il vero rischio non è a mio avviso la prosecuzione del ribasso quando la congestione, la cosa più terribile che può succedere ad un investitore, ovvero il movimento laterale che spazza via ogni speranza di denaro facile e che spezza il morale nel medio periodo. Quello sicuramente che possiamo constatare, e che ci riguarda tutti da vicino, è che finché il Ftse All Share Banche regge significa che il pericolo di maccaroni a livello Paese rimane lontano. Insomma, se ci pensate l’indice settoriale Ftse All Share Banche ha funzionato finora come una specie di indice della paura e se per ora non dà preoccupazioni è in fin dei conti una buona notizia perché solo se regge vedremo finalmente rovesciato il rapporto della forza relativa tra titolini e titoloni, con un definitivo recupero di tutto il listino.