Attenzione ai fondi, spesso gestiti in maniera audace. Se si hanno buone performance meglio vendere e rientrare successivamente su Etf della stessa tipologia.
Cedole & dividendi
Il silenzio non è stato casuale: dopo aver analizzato la scorsa settimana gli Etf obbligazionari high yield quotati sul mercato italiano e aver stilato – secondo una nostra metodologia - la classifica dei migliori, l’annunciata analisi del trend di mercato non è stata pubblicata. E il motivo è proprio quello che stavano partendo i primi segnali di una correzione, auspicabile dopo mesi di continua accumulazione.
I bond high yield, soprattutto quelli espressi in dollari, stanno subendo qualche contraccolpo, sebbene non ancora accentuato. L’indice Bloomberg Usd High Yield Corporate Bond ha iniziato un “downside”, per quanto marginale, come dimostra il fatto che la perfomance da inizio anno resti comunque positiva (+4,54%) e quella a un anno lo sia ancor più (+14%). Attenzione però: il peso maggiore della correzione è dovuto al calo del dollaro, che evidentemente non si manifesta sugli indici espressi appunto nella divisa Usa. Lo si ritrova invece sugli Etf con valuta di denominazione nel biglietto verde e non hedgiati, quotati a Borsa Italiana.
L’Ishares $ High Yield Corp (Isin IE00B4PY7Y77) è, per esempio, sceso dai 98,6 di mercoledì 10 ai 93,6 di oggi, mentre il Lyxor $ High Yield Bond (Isin LU1435356149) ha lasciato sul terreno quasi tre punti in pochi giorni. I bond high yield tengono ed è solo il dollaro a far sentire la sua debolezza? Per ora sì ma è una prima chiave di lettura, che attende ben altre conferme.
Se il quadro è quindi attendista, un suggerimento va comunque dato: nel caso di posizionamento su specifici fondi gestiti, è opportuno valutare con attenzione se non sia il caso di vendere. Le commissioni da pagare – per quelli high yield – sono spesso rilevanti e finiscono per erodere i redimenti. Se non si è sui cavalli migliori (come riferimento si utilizzino le performance prima esposte per uno degli indici più considerati), potrebbe essere questo il momento per:
1°) vendere i fondi in portafoglio che abbiano registrato buone performance
2°) attendere maggiore debolezza
3°) trasferire il capitale disinvestito su Etf sempre high yield, magari senza copertura di cambio, per sfruttare possibili futuri rimbalzi del dollaro.
Questo per un motivo da prendere in considerazione: il mercato high yield si è troppo compresso e i gestori sono stati costretti a esporsi sulle emissioni più rischiose. Eventuali consistenti prese di profitto penalizzerebbero tali strategie più di quanto non avvenga per gli Etf legati a un indice di riferimento. In fasi incerte – e l’attuale lo è – si evidenzia la qualità del gestore, spesso troppo attento ai risultati di breve periodo.
Il momento è comunque attendista e lo stesso vale per l’annunciata verifica tecnica degli Etf selezionati. Appena il segnale sarà più chiaro verrà il momento di analizzare il comportamento dei migliori replicanti di bond high yield.