Prendendo spunto dalla nuova emissione di Intesa Sanpaolo, che proprio oggi ha collocato un nuovo bond perpetual con cedola al 6,25% per un ammontare di 750 Mln Euro, riprendiamo il discorso già fatto diverse volte su queste colonne in merito alla differenza di trattamento per il retail rispetto agli istituzionali.
Intanto vediamo le caratteristiche del nuovo bon Intesa, che presenta indubbi punti di interesse. Il bond come detto è un perpetual, subordinato Additional Tier 1, ma ha una prima call dopo 7 anni, paga cedola semestrale del 6,25% su base annua ed ha visto un prezzo di riofferta a 100. Inutile dirlo, il collocamento è stato appannaggio dei soli istituzionali, i quali hanno fatto richieste per la bellezza di oltre 4 Mld Euro. Il bond sarà successivamente quotato alla borsa del Lussemburgo, di fatto OTC.
Fin qui nulla di deprecabile: i collocamenti sul primario è evidente che siano appannaggio degli istituzionali e, altrettanto di prassi, è che poi il bond arrivi sul secondario, anche se a prezzi più alti del collocamento iniziale. Ciò che invece i personalmente trovo disgustoso è l’ormai sistematica quotazione sul secondario (regolamentato o OTC, non cambia nulla) con lotti minimi inavvicinabili per il retail.
Infatti, il nuovo bond sarà negoziabile con lotti minimi di 200.000 Euro, come a dire che se non hai almeno 4 Milioni di Euro di patrimonio è improponibile pensare di metterlo in portafoglio. E così, ancora una volta il retail è beffato e costretto a comprare solo bond con rendimenti inguardabili mentre gli istituzionali si godono per 7 anni un 6,25%, che pur considerando il rischio di un perpetual AT1, è roba che in questi tempi di magra e morta sui bond farebbe la gioia di tanti portafogli.
Ben inteso, il rischio dell’emissione non è per nulla trascurabile, e quindi certamente non per tutti i portafogli, ma pensate quante possibilità di pesare correttamente il bond in un asset ben costruito ci sarebbero se il lotto minimo fosse, p.es. 10.000 Euro nominali.
Per Intesa Sanpaolo si tratta della seconda emissione di tale categoria in questo 2017: è infatti la seconda emissione dopo quella da 1,25 Mld Euro a gennaio, e la quarta in terini assoluti. I primi due bond AT1 risalgono uno al settembre del 2015 (denominato in USD, ammontare per 1 Mld USD) e l’altro a gennaio 2016, ammontare per 1,25 Mld Euro. E con questo ultimo collocamento Intesa ha completato il piano di emissioni di obbligazioni AT1 per complessivi 4 Mld Euro entro fine 2017, come previsto dai programmi della banca.
Non resta che prendere atto ormai di questa pessima “abitudine” a collocare e rendere negoziabile per il retail solo robaccia, mentre per gli istituzionali c’è di tutto e di più. Come diceva qualcuno tempi addietro, “a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia quasi mai…”
Va da sé che se qualche nostro fortunato abbonato è capitalizzato a sufficienza, può prendere in seria considerazione questo bond, appena arriverà sul secondario e sempre sperando che la banca di turno non si metta per traverso per il “bene” del cliente…
Intanto possiamo consolarci e lenire un po’ il disgusto per queste pratiche vessatorie con il nostro PCT sul bond BEI in lire turche. Infatti il bond è stabile in area 99 in lieve e costante avvicinamento al prezzo di rimborso 100 e il cambio EUR/TRY anch’esso è sostanzialmente stabile in area 3,90. Per ora quindi tutto bene, con la prospettiva di incassare un buon rendimento a scadenza ancora tutto intatto. Ricordo a chi fosse dentro, di seguire bond e cambio quotidianamente, con stop di protezione se EUR/TRY buca la soglia di 4,00.
Infine, in ottica assolutamente prudenziale e conservativa, reputo interessante il nuovo CCT 2024 (IT0005252520) che paga un generoso spread di +1,10% su Euribor 6 mesi e quota sotto 100. In ottica di rialzo dei tassi (anche se non imminente), vista anche la ripresa dell’inflazione, reputo sano iniziare ad accumulare dei tassi variabili con scadenze medie, prima che la “massa” si precipiti su questi asset e faccia poi lievitare i prezzi.
Ultima considerazione a margine, in merito al nuovo BTP Italia si cui conosceremo i dettagli definitivi venerdì, con una cedola reale sotto 0,40% è assolutamente inguardabile, da 0,40% a 0,50% considerabile; oltre 0,50% si fa interessante.